PIAN DI CANSIGLIO – Per il Giro Next Gen sono le ultime pedalate prima della tappa finale, da Tavagnacco a Trieste. In gruppo l’atmosfera che si respira è particolare: sono molte le squadre ancora senza vittoria, le squalifiche hanno creato un certo nervosismo e la notizia della morte di Gino Mader ha scosso molti, tra staff e corridori, vicini al ciclista svizzero. La tappa parte regolarmente da Possagno, davanti allo spettacolare Tempio Canoviano. Prima del via, si osserva doverosamente un minuto di silenzio: tutto si ferma, i corridori si tolgono il casco e gli sguardi sono persi nel vuoto, ancora a chiedersi «perché?».
Risposta svizzera
L’umore non è dei migliori, ma si parte comunque. La corsa procede regolarmente, ma tra coloro che ci credono e che ci provano in tutti modi c’è una persona speciale: Jan Christen. Jan non ha neppure 18 anni, è molto giovane ed è al Giro per la statunitense Hagens Berman Axeon. Nella sua carriera ha già vinto il campionato nazionale a cronometro juniores nel 2021 e nel 2022, conquistando, lo scorso anno, anche il titolo europeo nella prova in linea. E come abbiamo già raccontato, è… promesso al UAE Team Emirates per quattro anni a partire dal prossimo. Jan e Gino Mader si conoscevano, spesso si allenavano assieme: tutti e due infatti hanno sangue svizzero.
«Sono senza parole – racconta il vincitore Jan Christen – la vittoria significa molto per me. Questa notte non ho dormito molto, per via di quello che è successo ieri con Gino. Era un mio caro amico e conosco bene la sua famiglia. Forse è stato lui a darmi la forza di attaccare oggi. Questa vittoria è per lui, l’ho pensato molto durante tutta la tappa».
Maglia rosa vigile
Pronti, via e parte una fuga di dodici uomini. Il gruppo non gli concede molto spazio, finendo per riprenderli subito. Uno scatenato Gil Gelders si lancia in discesa assieme ad altri tre elementi: il loro vantaggio sale quasi fino ai tre minuti. Dietro la corsa è nervosa, il gruppo teme questi attaccanti, tanto che a prendere in mano la situazione è la maglia rosa Johannes Staune-Mittet in persona che allunga fino a raggiungere i tre fuggitivi.
E’ a quel punto che Jan Christen capisce la pericolosità dell’uomo Jumbo-Visma e parte in solitaria quando manca un chilometro al gran premio della montagna: nessuno riesce a raggiungerlo e sul Pian del Consiglio è lui il primo ad arrivare. Sulla sua gamba si vedono, tra l’altro, i segni di una caduta. Johannes Staune-Mittet, nel frattempo, arriva a 13 secondi ed è sempre più in rosa.
Una croce sul braccio
Sin da stamattina Jan Christen ha voluto ricordare Mader: sul braccio destro, si è disegnato con un pennarello nero una croce, proprio per Gino. Sul traguardo e durante le interviste Jan si è toccato spesso il braccio, come a voler dire: «Gino, sei qui con noi, questa vittoria è per te».
Ha alzato le dita al cielo e chissà cos’altro avrebbe voluto dirgli. Ha appoggiato la bici alle transenne a bordo strada e, ancora prima di abbracciare compagni e amici, si è lasciato andare ad un urlo liberatorio.
Finiti tutti i convenevoli del post-tappa, mentre dal Giro di Svizzera rimbalza la notizia che anche Remco Evenepoel ha vinto e dedicato la vittoria a Mader, tra interviste, premiazioni e foto di rito, Jan prende il telefono in mano. La prima cosa che fa è postare su Instagram una storia. Poche parole: la sua foto, la sua impresa e la dedica “this is for you Gino”, “questa è per te Gino”, con un grande cuore rosso.