Mancano 72 ore al via del Tour de l’Avenir. La corsa francese che da sempre lancia i talenti al professionismo, proprio come il nostro Giro U23, torna a disputarsi dopo un anno di stop… e vi lasciamo indovinare perché non si sia disputato!
La settima tappa con arrivo a la Gran Colombiere L’ottava tappa, breve ma durissima La nona e ultima tappa con arrivo sul Piccolo San Bernardo
Due crono e tre tapponi
Nove tappe più un prologo, quindi dieci frazioni in totale, per la 57ª edizione in scena dal 13 al 22 agosto. Si va da Nord (Ardenne francesi) a Sud (le Alpi) per un totale di 1.152 chilometri tutte nel quadrante orientale della Francia. Nel complesso il tracciato si può dividere in due grandi blocchi: veloce e relativamente piatto fino alla frazione numero cinque (prologo incluso) e le ultime quattro con molta salita, in particolare le ultime tre frazioni.
Due le crono: una individuale di 5 chilometri che aprirà le danze a Charleville-Mézières e una cronosquadre di 27 nella seconda tappa. Le 29 formazioni al via, tante nazionali e alcune rappresentative francesi, hanno portato un bel mix tra corridori potenti e scalatori.
La corsa salvo, sconvolgimenti, dovrebbe decidersi proprio nelle ultime tra frazioni. Si scalano cime storiche come la Gran Colombiere, l’Iseran (ad oltre 2.700 metri di quota) e gran finale sul Piccolo San Bernardo.
Bernal, re de l’Avenir nel 2017 L’anno dopo toccò a Pogacar Nel 2019 vinse Tobias Foss
Bernal, re de l’Avenir nel 2017 L’anno dopo toccò a Pogacar Nel 2019 vinse Tobias Foss
Tanti pro’ in gara
Non a caso su carta una delle formazioni più accreditate è la Colombia che schiera Santiago Umba, recente vincitore di una tappa in Alsazia e terzo al Tour du Mont Blanc. Che lassù a quelle quote si sentirà a suo agio.
Strapericolosa è la Francia con Valentin Paret-Peintre e Paul Lapeira, vincitore a San Vendemiano. E poi ci sono il danese Hellemose, il norvegese Tobias Johannesen, il kazako Pronskiy e un certo Juan Ayuso, cannibale spagnolo che abbiamo imparato a conoscere al Giro U23. Tutti questi nome hanno più che assaggiato il professionismo. E come lo hanno assaggiato…
Zana leader
L’Italia ha una buona formazione. Forse meno agguerrita rispetto a quella francese: più giovane e più in linea a quello che dovrebbe essere lo spirito di questa gara: far crescere i corridori. In ogni caso Amadori non è rimasto con le mani in mano e anche noi abbiamo il nostro “espertone”: Filippo Zana, della Bardiani, che ha concluso due Giri d’Italia. Al suo fianco ci sono Garfoli, Verre, Baroncini, Colnaghi e Frigo, richiamato dopo l’incidente occorso a El Gouzi.
Sarà davvero interessante vedere come si sfideranno questi ragazzi. Vederli correre con maggior libertà rispetto a quando sono tra i pro’.
E a proposito di nomi che scottano, sapete chi sono stati gli ultimi tre vincitori del Tour de l’Avenir? Tobias Foss, Tadej Pogacar ed Egan Bernal.