Da allievi a juniores vietato avere fretta. Parla D’Onofrio

07.12.2022
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Una squadra che sale di categoria e dagli allievi passa agli juniores, con l’organizzazione di Andrea Campagnaro, la benedizione di Fabrizio Vangi e la guida di Ugo Maria D’Onofrio. Il racconto di Ivan Toselli qualche settimana fa ha suscitato interesse, per i temi sul tappeto. La scuola. La preparazione atletica. La vita da atleta. Nella Vangi-Sama Ricambi-Il Pirata si lavora già per il debutto nella categoria superiore. Giusto lunedì D’Onofrio è andato in Toscana per recuperare le bici, mentre i ragazzi, che al mattino vanno a scuola, nel pomeriggio proseguivano col lavoro in palestra.

D’Onofrio è del 1965, è nato a Terracina e ha corso fino ai dilettanti di seconda serie. Quando poi ha capito di non avere un futuro da atleta, ha staccato il tesserino da direttore sportivo. Gli abbiamo chiesto di guidarci nel lavoro dei suoi ragazzi.

Gli allievi di 2° anno del Team Il Pirata passeranno juniores con la Vangi-Sama Ricambi (foto FB)
Gli allievi di 2° anno del Team Il Pirata passeranno juniores con la Vangi-Sama Ricambi (foto FB)
Cosa si fa in questo periodo?

Si lavora tanto in palestra sulla forza, mentre nelle uscite in bici si va agili, solo per sistemare le gambe dopo i lavori pesanti. Dal 27 fino a 30 dicembre saranno in ritiro. Il 31 e il primo dell’anno vanno a casa. Poi vengono il 2 gennaio fino al 10 e lì cominceremo a fare qualche lungo, ma niente di particolare. Il bello è che l’idea di venire in ritiro è loro, stanno bene insieme. Abbiamo un bel gruppo.

La nuova categoria richiede un aumento dei carichi di lavoro?

Non ci sarà un aumento clamoroso di volumi, ma certo in palestra si lavora sulla forza e sulla resistenza. Che qualcosa si debba aumentare è inevitabile, perché avere i rapporti liberi richiederà più forza. I ragazzi di primo anno vengono dal 16 e si ritroveranno con il 52×11. Perciò, anche se questo passaggio è necessario, va fatto tutto con gradualità. Sono comunque ragazzi che arrivano dagli allievi e da un’attività più blanda.

Federico Amati (qui al Lunigiana) ha vinto nel 2022 il Trofeo Paponi e passa ora con la Vangi-Sama Ricambi (photors.it)
Federico Amati (qui al Lunigiana) ha vinto nel 2022 il Trofeo Paponi e passa ora con la Vangi-Sama Ricambi (photors.it)
Un team di soli debuttanti?

Avremo tutti i primi anni che nel 2022 hanno finito gli allievi, in più mi sono portato dietro Di Prima, Chinappi (in apertura con D’Onofrio dopo la vittoria nella Ciociarissima, ndr) e Amati, che nel 2022 erano primi anni e hanno già vinto. Amati è un po’ da rilanciare, perché al primo anno da allievo è andato fortissimo, poi ha vissuto un anno e mezzo non troppo brillante. Accanto a loro, ci saranno i ragazzi di primo anno, che sono validi, però certamente devono fare esperienza e hanno bisogno di tempo. Non basta essere andati forte da allievi per avere un impatto positivo con la categoria. Magari ne risentiranno poco, ma la differenza c’è.

E’ un gradino tanto alto?

Sono ragazzi validi, ma faremo un calendario pieno di gare nazionali e anche internazionali, che servono per fare l’esperienza che si ritroveranno al secondo anno. Andremo a fare anche una gara a tappe in Francia a luglio, ci hanno invitato. Faremo un bel calendario. Il gradino è abbastanza alto, ma in trent’anni che faccio il direttore sportivo, ho visto andar forte tanti ragazzi di primo anno più che al secondo. Perché all’inizio sanno che è difficile e si impegnano un po’ di più, mentre al secondo anno si rilassano. L’importante è dargli tempo. A inizio stagione è tutto nuovo. Rapporti, distanza e modo di correre. 

Daniele Chinappi della Multicar Amarù ha vinto due prove della Ciociarissima (foto FB)
Daniele Chinappi della Multicar Amarù ha vinto due prove della Ciociarissima (foto FB)
Modo di correre?

Da allievi la salita si fa a scatti, da juniores è diverso. Magari si imbocca già a 50 all’ora perché tutti vogliono stare davanti, poi si va su di passo dall’inizio alla fine. Chi ne ha resta davanti, gli altri saltano. Penso che grossi problemi non ce ne saranno, mentre il discorso dei rapporti è tutto da verificare.

Toselli pesa 54 chili: lui con i rapportoni soffrirà?

Toselli potrebbe avere qualche problema, soprattutto nell’imbuto per prendere davanti la salita, perché si faranno sparate per imboccarla. Però una volta che sono in salita, problemi non ne ha: il discorso dei rapporti lì non esiste. Però avendo una buona squadra, cercheremo di portarlo alla salita il più coperto possibile. Invece i piccoli avranno grossi problemi a crono, perché con il rapporto libero il corridore potente spicca di più. L’importante però è dargli il tempo di crescita. Vogliamo che migliorino, se avessimo puntato al numero di vittorie, non avremmo scelto un calendario così impegnativo.

Ivan Toselli è uno scalatore di 54 chili: secondo D’Onofrio, l’adattamento agli juniores sarà da seguire bene (foto Coppa d’Oro)
Ivan Toselli è uno scalatore di 54 chili: l’adattamento agli juniores sarà da seguire bene (foto Coppa d’Oro)
A D’Onofrio non interessa vincere?

Vogliamo vincere, per carità, sarebbe ipocrita dire il contrario. Ma avere dei corridori che da grandi diventeranno dei buoni professionisti ci dà molta più soddisfazione. Ho avuto con me Martin (Marcellusi, ndr) da junior di secondo anno. Poteva vincere 20 corse se avessimo puntato alle regionali. Invece andavamo alle internazionali e andava sempre a podio. E la continuità è un valore che si apprezza

Si è parlato e dibattuto della vita da pro’ che fanno da allievi…

A questa età non si fa la vita da professionista, ma già si comincia a fare la vita del corridore. E’ diverso da quella che si faceva da allievi, perché questa è una categoria di riferimento, se bene o male, si saprà fra 10 anni. Il ragazzo deve imparare a gestirsi e mangiar bene. Per questo abbiamo preso il nutrizionista, che non gli impedisce di mangiare, come pensano alcuni. Mangiano, anzi mangiano anche più di quello che magari mangerebbero a casa. Mangiano bene. Abbiamo un ritiro aperto tutto l’anno, una foresteria, ma ovviamente chi vive a casa e va a scuola, lo vediamo solo nel fine settimana. Quelli che vivono in ritiro vanno a scuola al mattino e si allenano il pomeriggio. Quando invece non c’è scuola, sono tutti qua. Faremo i test a gennaio. Si alleneranno tutti con il potenziometro, perché è giusto che sia così.

Il motore della squadra è Andrea Campagnaro, a sinistra. Qui con Cristiano Moriconi, che produce le ruote Tsunami in uso al team
Il motore della squadra è Andrea Campagnaro, a sinistra. Qui con Cristiano Moriconi, che produce le ruote Tsunami in uso al team
Perché è giusto?

Sui social fanno parecchio casino, ma non hanno capito che è tutto cambiato. Quando correvo io trent’anni fa, prima di partire per le gare mangiavamo la bistecca. Tante cose non si sapevano e ci si allenava come adesso. Solo che oggi i lavori sono codificati, mentre prima rischiavi di andare in superallenamento. Non avevi gli strumenti di controllo, mentre il potenziometro e il cardio sono strumenti di controllo. Si fa in modo che i ragazzi siano più tutelati.

E tutti a caccia di Evenepoel…

A mio parere, dovrebbero correre almeno un paio d’anni negli U23 per crescere bene. Si fanno i paragoni con Evenepoel, ma lui che c’entra? E’ un fenomeno e sarebbe venuto fuori anche se fosse stato italiano. Quelli così nascono ogni 50 anni e non hanno nulla da spartire con gli altri.