CITTIGLIO – Il cielo è velato, ma le cime dei monti sono bianche. Le nevicate dei giorni scorsi ancora resistono. Così come resistono, e bene, le gambe di Imogen Wolff sull’ormai celebre tremendo rettilineo in salita del Piccolo Trofeo Binda (in apertura foto Ghilardi).
Sul palco risuona l’inno di Re Carlo. Imogen canta, poi si mette anche la mano destra sul cuore. Intanto l’Union Jack s’innalza verso il cielo.
Dominio inglese
Ha vinto dunque Imogen Wolff, della Gran Bretagna. In realtà la squadra di sua maestà ha dominato. La regina della passata edizione, Cat Ferguson, è arrivata seconda e anche le altre compagne si sono ben comportate, tanto da vincere la classifica a squadre.
Ha vinto con un attacco forte, deciso, a 33 chilometri dalla fine. Che su una corsa che ne contava 74 significa poco meno della metà.. Wolff ha fatto il vuoto. Le compagne a quel punto hanno braccato ogni tentativo, come manuale impone.
«Davvero una super gara oggi – racconta Wolff – sono davvero contenta di essere andata via da sola. Per di più così lontano dal traguardo, quasi 35 chilometri. All’inizio non ci credevo, ma poi sono riuscita a tenere botta fino al traguardo».
Imogen non è la prima volta che veniva a Cittiglio. Lo scorso però non andò benissimo la sua corsa. Tuttavia l’esperienza del 2023 le è servita per conoscere il percorso, capire la corsa.
«L’anno scorso ero quasi arrivata quando ho avuto dei problemi nel finale (finì comunque undicesima, non male per essere al primo anno juniores, ndr), quindi avevo sicuramente dei ricordi che mi hanno spronato a fare meglio».
Scienziata dello Yorkshire
Ma chi è dunque questa giovane ragazza dal volto pieno di graziose lentiggini? Imogen Wolff viene e vive nello Yorkshire, vicino a Barnsley, nel centro della Gran Bretagna.
«Gli inglesi dicono sia il posto migliore e io sono d’accordo! Di sicuro è un buon posto per allenarsi. Anche perché la mia compagna, Cat, seconda oggi (e prima l’anno scorso, ndr) è delle stesse zone e ci alleniamo. Ci sono tantissime salite e le strade sono davvero tecniche. E penso che questo sia uno dei motivi per cui lo Yorkshire spesso genera molti buoni atleti».
«Sono salita in sella da piccolissima, ma non per allenarmi chiaramente. Ho iniziato fare le cose sul serio da quando ne avevo 13, quindi 3-4 anni fa. Per il resto studio e mi alleno. Sono all’ultimo anno delle superiori. Sto studiando matematica, biologia e chimica, quindi lo trovo piuttosto impegnativo, ma quest’anno come detto è l’ultimo anno quindi, si spera, manchino solo pochi mesi».
Talento da scoprire
Da un punto di vista tecnico Imogen Wolff chiaramente deve ancora scoprirsi del tutto. Ed è normale. Parliamo di un’atleta del 2006. La bici poi come da tradizione inglese abbraccia più specialità, specialmente in fase di inizio. E in tutto ciò la pista non manca quasi mai.
Ma Imogen va anche molto forte nel cross. Ha anche vinto delle gare ad inizio stagione e poi stata molto costante con tanti piazzamenti nelle top 10.
«Penso di essere ancora un mix tra cronoman, sprinter, scalatrice… come se non avessi ancora trovato la mia specialità. Posso dire che mi piacciono le gare come questa, le gare dure, le gare più lunghe. Ad oggi penso che forse le classiche, o comunque le gare di un giorno, sarebbero ideali per me e poi mi interessano».
Sognando il Fiandre
Wolff è giovane, ma anche saggia. Un’atleta come lei, che ben si piazza nelle corse internazionali ed è un punto fisso della sua nazionale, ha di certo un contratto pronto per il prossimo anno quando diventerà una elite, ma lei con saggezza non rivela nulla: «Intanto voglio diventare una professionista. Poi vediamo cosa succede».
Rivedremo Imogen in azione presto alla Gand-Wevelgem in Belgio. Queste sono le corse che ama. «Quella che mi piace di più? Il Giro delle Fiandre». Lo scorso anno fu settima. Vista come è andata a Cittiglio…