Elisa Longo Borghini, campionato italiano Breganze, 2020

Tricolore bis, stamattina Elisa sorrideva

31.10.2020
4 min
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Stamattina Elisa Longo Borghini sorrideva. E riallacciandoci a quanto scritto nei giorni scorsi, era chiaro che per le altre sarebbero stati dolori. Il campionato italiano delle elite ha seguito più o meno il copione che il gruppo aveva immaginato e quando la piemontese ha aperto il gas al penultimo passaggio sulla salita di Sarcedo, dietro è stato chiaro che il tricolore fosse andato. Per la Longo, seconda maglia tricolore dell’anno, dopo quella della crono.

Elisa Longo Borghini, campionato italiano Breganze, 2020
Alla partenza sorrideva, brutto segnale per le avversarie
Elisa Longo Borghini, campionato italiano Breganze, 2020
Un sorriso alla partenza, voglia di fare bene

Salita vera

La salita di Sarcedo non era banale, soprattutto perché non finiva mai. Tirava e poi mollava e poi dietro l’ennesima curva riprendeva ad arrampicarsi in modo serio. Alla fine sono saltati fuori più di 2.200 metri di dislivello, con l’aggravante che dalla cima all’arrivo non era per niente corta. Eppure quando Elisa è partita, alle sue spalle si è scavato il vuoto. Ha attaccato al penultimo giro ed è andata, scollinando con quasi un minuto di vantaggio.

Katia Ragusa ci ha provato. Quella salita porta a casa sua, non c’è curva, albero o roccia che non abbia riconosciuto e forse per questo è stata l’ultima ad arrendersi e la più veloce nello sprint per il secondo posto.

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Attacco in salita al penultimo giro, risponde Ragusa
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Attacco al penultimo giro, Ragusa risponde

Elisa via a tutta

«Ho seguito Katia Ragusa che ha risposto a Sofia Bertizzolo – sta raccontando Elisa dopo il traguardo – poi Marta Cavalli è riuscita a restare con noi e a quel punto sono andata via di passo».

Sul fatto che il suo livello sia tale da permetterle di vincere agevolmente con le avversarie di casa, la risposta è chiara.

«Ero un po’ a tutta, sì. E’ la verità – spiega Elisa – non bisogna dare mai niente per scontato. E soprattutto bisogna giocarsela sino alla fine. Sono abituata a non vincere, quindi quando sono davanti mi voglio assicurare di arrivare bene. Ho una buona condizione, è un momento in cui mi sento molto bene. Sapevo di avere le gambe per vincere. E non è più facile vincere in Italia, solo è difficilissimo vincere in ambito internazionale. Quando pensando alle olandesi (sorride, ndr) mi sento come Gimondi con Merckx? Mi sento Elisa con le olandesi. A volte loro sono più forti. A volte si vince e a volte si perde. Questo è lo sport».

Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Per Katia Ragusa, tricolore sulle strade di casa
Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Katia Ragusa, Astana, correva in casa

Katia in estasi

Katia Ragusa si è fermata un metro più in là. La mascherina fa divampare ancora di più i suoi occhi.

«E’ la mia salita – sorride – la conosco bene, perché è sulle strade di casa. E’ stata una bellissima emozione, perché erano tutti per me, a ogni angolo. C’erano scritte dovunque: Vai Katia. Era impossibile non fare bene oggi. Si sapeva che era Elisa quella più forte. Però si è cercato di raccogliere il meglio possibile per onorare, l’evento, l’organizzazione, tutta la gente».

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, campionato italiano Breganze, 2020
Sul podio, Elisa Longo Borghini con Katia Ragusa e Marta Cavalli
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, campionato italiano Breganze, 2020
Sul podio, Longo Borghini con Ragusa e Cavalli

Alla fine del 2020 manca la Vuelta Espana, tre giorni di corsa che tutte eviterebbero volentieri. Così si possono fare i primi bilanci.

«E’ stato un anno molto positivo – dice – non me lo aspettavo. Nonostante il lockdown che mi ha messo un po’ in subbuglio, poi ho fatto un salto di qualità e quindi posso solo che essere soddisfatta. Non so se questo sia il giorno più bello della stagione. Si gioca il primato con con la giornata del mondiale».

Tutti a casa. E poi?

Lo staff messo in piedi da Davide Casarotto ha ottimamente gestito il tricolore. Riprendiamo la via di casa portando via il sorriso di Elisa e i saluti fra ragazze che ancora non sanno, come tutti noi, quando si rivedranno.