ROMA – Quando scorrono le immagini dell’arrivo dell’Aquila dell’anno scorso, Elisa Longo Borghini ammette di emozionarsi ancora. E noi con lei. Abbiamo vissuto quei momenti dal vivo e, ora, avere tra le mani un nuovo Giro d’Italia Women sembra già una grande opportunità per rivivere quel successo.
All’Auditorium Parco della Musica di Roma, in un contesto finalmente all’altezza di eventi di questa portata, si è svolta la presentazione del Giro d’Italia Women e del Giro d’Italia. La prima parola che viene in mente è: equilibrio. Il percorso del 2025 appare più aperto e meno “bloccato” da una tappa monolitica come quel del Blockhaus della passata edizione.


Dislivello in crescita
Scopriamo quindi il percorso del prossimo Giro d’Italia Women. Abbiamo parlato di equilibrio, anche se poi a conti fatti il dislivello aumenta. Su un totale di 939,6 chilometri i metri verticali saranno 14.000, un migliaio in più rispetto all’anno scorso. In tutto otto tappe: una crono individuale in apertura, due tappe pianeggianti, tre di media montagna e due di alta montagna.
La prima tappa sarà una sfida contro il tempo: 13,6 chilometri sulle strade di Bergamo che daranno subito uno scossone importante alla classifica generale. Ma tutte, non solo le donne di classifica, dovranno spingere forte. Viste le frazioni successive la maglia rosa potrebbe fare gola a molte. E questo è il bello di questo Giro Women.
La seconda frazione infatti è sì, uno arrivo in quota, ma è anche molto pedalabile. Si va infatti da Clusone all’Aprica: sul traguardo del valico lombardo potrebbe presentarsi un gruppo di atlete relativamente nutrito. Non è così scontato che le scalatrici possano fare il vuoto, anzi… Specie in questo ciclismo femminile che sta crescendo e che pone livelli simili, una passista ci può arrivare lassù e nel finale può sfogare la sua potenza.
| Data | Tappa | Partenza-Arrivo | Km | Dislivello |
| 6/7 | 1ª tappa | Bergamo-Bergamo (crono individuale Tudor) | 13,6 | 100 |
| 7/7 | 2ª tappa | Clusone-Aprica | 99 | 1.400 |
| 8/7 | 3ª tappa | Vezza d’Oglio-Trento | 124 | 1.350 |
| 9/7 | 4ª tappa | Castello Tesino-Pianezze (Valdobbiadene) | 156 | 2.700 |
| 10/7 | 5ª tappa | Mirano-Monselice | 108 | 100 |
| 11/7 | 6ª tappa | Bellaria Igea Marina-Terre Roveresche | 144 | 2.300 |
| 12/7 | 7ª tappa | Fermignano-Monte Nerone | 157 | 3.850 |
| 13/7 | 8ª tappa | Forlì-Imola (Autodromo Enzo e Dino Ferrari) | 138 | 2.200 |
| totale 939,6 | 14.000 |
La terza tappa è la Vezza d’Oglio-Trento e quasi sicuramente sarà la prima delle due occasioni per le ruote veloci. Diciamo quasi perché in partenza c’è il Passo del Tonale, salita vera, salita dura e non a caso Cima Alfonsina Strada con i suoi 1.883 metri. Questa potrebbe far nascere una fuga importante che per le squadre potrebbe non essere così facile da controllare. Però è anche vero che dalla cima del Tonale a Trento è tutta discesa o strada velocissima.
Chiude il primo troncone del Giro Women la Castello Tesino-Pianezze, secondo arrivo in salita di questa edizione. Ed è un’ascesa vera: 11,5 chilometri ad una pendenza media del 7,5 per cento. Non a caso qui vinse una certa Fabiana Luperini. Era il Giro Donne del 1995: 30 anni dopo chi sarà la sua erede? Sarà interessante anche confrontare i tempi d’ascesa in questo ciclismo dei numeri. Occhio però, perché non c’è solo Pianezze quel giorno, prima il menù propone i continui saliscendi delle colline del prosecco.




Nerone decisivo?
La seconda metà del Giro d’Italia Women inizia con una tappa che sulla carta è per le ruote veloci. Si ripartirà dal Veneto e la quinta tappa è totalmente pianeggiante: si va da Mirano a Monselice, lambendo i Colli Euganei. Chiara Consonni, Elisa Balsamo e le altre… sono avvertite!
Le ultime tre tappe sono dure (o durissime) e sono anche lunghe. Da Bellaria quindi si deciderà tutto. E’ dalla cittadina adriatica che scatta infatti la sesta frazione e che si concluderà a Terre Roveresche (Orciano di Pesaro). Non c’è una salita predominante, ma tanti strappi. Insomma, come una classica inserita in “grande Giro”.
E si arriva al 12 luglio con la tappa regina: Fermignano-Monte Nerone di 157 chilometri e quasi 3.900 metri di dislivello. Il Nerone è lungo, duro (spesso va oltre il 10 per cento) ed è assolato. Visto il caldo delle ultime estati potrebbe essere il colpo che segnerà le differenze. E anche prima non si scherza: una vera e pura tappa appenninica. La classifica del mattino potrebbe essere un lontano ricordo alla sera.
Il giorno dopo gran finale ad Imola. Si parte da Forlì e si arriva nell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, ma guai a pensare ad una passerella. Il dislivello di questo atto finale supera di molto i 2.200 metri e dopo la frazione del giorno prima i conti potrebbero essere molto salati. Si pedala sulle strade dei Mondiali del 2020 con le ascese di Mazzolano e Cima Gallisterna da ripetere quattro volte.
















Chi vincerà? Di certo un’atleta di fondo, che certamente saprà andare forte in salita, ma che sa guidare bene la bici (anche le insidie tecniche non mancano) e che saprà magari segnare differenze con lo sprint o comunque difendercisi bene. Il dislivello infatti, ad esclusione del tappone del Nerone e del piattone di Monselice, è una costante di questo Giro Women e in qualche modo bisogna farci i conti sempre.
Un percorso quindi equilibrato e, aggiungiamo, moderno.