A 30 anni e avendo appena vinto a Cittadella l’oro nel mondiale gravel, Pauline Ferrand Prevot sta per diventare la prima donna a indossare la maglia del Team Ineos Grenadiers. Con cinque mondiali vinti in mountain bike e uno nel ciclocross, la francese è sicuramente una delle star del fuoristrada. Tuttavia è bene ricordarla iridata anche su strada a Ponferrada 2014, lo stesso anno in cui si prese la Freccia Vallone. L’anno dopo, in maglia iridata, ha conquistato invece la tappa di Aprica al Giro Donne. Su strada ha corso dal 2012 al 2020, poi ci ha messo una pietra sopra. Per ora, almeno…
Contatti a maggio
Non era un mistero che la francese volesse cambiare squadra, avendo perso il feeling con il team BMC. E probabilmente l’aver preso questa decisione ha reso più facile il lavoro di Carsten Jeppesen, che nel team britannico è il coordinatore degli sponsor tecnici, ma da qualche tempo ha ricevuto anche l’incarico di seguire Tom Pidcock nelle trasferte di mountain bike e ciclocross. Ed è stata proprio la frequentazione dei campi di gara offroad ad aver propiziato i contatti fra il danese e la Prevot.
Stando a L’Equipe, pare che il primo approccio sarebbe avvenuto nella prima quindicina di maggio, approfittando delle prove di Coppa del mondo di Albstadt e Nove Mesto. Da lì sono iniziate le trattative che la scorsa settimana hanno portato a ufficializzare l’accordo.
Obiettivo Parigi
Inizialmente, quando si trattava soltanto di anticipazioni, il passaggio era parso anche più clamoroso, perché sembrava che Ineos avesse finalmente aperto le porte al WorldTour femminile. Invece il comunicato ufficiale ha ristretto l’attività della Prevot all’attività fuoristrada, pur con il suo inserimento nello stesso roster di Pidcock, Bernal e compagni stradisti.
La francese, che ha vinto per quattro volte il mondiale di cross country, ha firmato per due anni con un’opzione sul rinnovo, con l’obiettivo dichiarato delle Olimpiadi di Parigi 2024.
«Quello è per tutti – ha spiegato – l’obiettivo principale. I mondiali saranno dei passaggi obbligati e l’occasione per provare materiali e condizione. Fino ad allora non è prevista alcuna attività su strada, poi non si sa…».
La porta non è chiusa del tutto, ma l’apertura all’attività su strada necessita di una serie di passaggi non banali. Non ultima la creazione di un team che per ora non c’è.
Stage WorldTour
Un team all’interno del team in realtà c’è già ed è quello del fuoristrada, costruito attorno a Tom Pidcock, che ha fatto di Parigi il suo obiettivo principale, con il benestare o la rassegnazione dei suoi datori di lavoro. Di questa struttura, che si sposta con un super truck e il camion officina, si servirà anche la campionessa francese, che in aggiunta sarà aggregata al team maschile con una serie di stage.
«E’ super interessante – commenta Prevot – avrò il mio gruppo intorno e non saranno due squadre diverse. Sarò integrata nella WorldTour, potrò divertirmi ad allenarmi con loro. E questo è ciò che mi è subito piaciuto del progetto. Ho accettato a condizione che io possa tenere Fabien, il mio meccanico, e scegliere il mio programma di gare. L’obiettivo è avere intorno persone che posso chiamare quando ne ho bisogno. In termini di formazione, ho ancora cose da imparare. Ma penso che lavorare con Ineos mi aiuterà a progredire».
Libertà tecnica
E qui si apre un fronte interessante, ispirato da alcune parole di Fausto Pinarello a Grenchen, in occasione dell’Ora di Ganna, quando parlò di nuovi progetti tecnici legati a Pidcock.
Il britannico per ora corre su una BMC Fourstroke, ma nulla vieta di pensare che l’azienda di Treviso, allo stesso modo in cui gli ha fornito il modello Crossista, potrebbe lanciare una mountain bike da gara. Ma appare certo che la cosa non accadrà il prossimo anno, dato che anche Ferrand Prevot avrà ampia libertà di scelta sul fronte dei materiali.
«E’ davvero una possibilità interessante – conferma – quello che mi interessa è che c’è dello sviluppo da fare, materiali da testare. Avrò la consapevolezza di potermi allenare per essere migliore atleticamente, sapendo di avere tutte le possibilità di poter scegliere i materiali migliori, senza vincoli con sponsorizzazioni troppo rigide».