Eleonora Ciabocco conquista l'argento europeo nelle U23. E' il terzo dopo quelli ottenuti da junior nel 2021 e 2022

Ciabocco, l’argento europeo nato dai colori (e i rimpianti) africani

03.10.2025
7 min
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Dal quarto posto mondiale all’argento europeo, c’è ancora Paula Blasi purtroppo a strozzare la gioia ad Eleonora Ciabocco. La settimana scorsa in Rwanda la spagnola aveva superato allo sprint l’azzurra per il bronzo iridato, stamattina l’ha anticipata sul traguardo in Ardeche andando a prendersi il titolo continentale U23. Tuttavia per la 21enne marchigiana è una medaglia che pesa per come è arrivata.

Argento di squadra

Finora le prove europee hanno emesso verdetti che ricalcano quelli usciti dal mondiale. Chi è arrivato davanti in Rwanda, lo ha fatto anche nel sud-est della Francia. Normale che potesse essere così anche per Ciabocco. E così è stato nonostante alla vigilia sentisse un po’ più di pressione rispetto ad otto giorni fa. Il suo secondo posto è frutto della forza dell’intero gruppo.

«Alla fine – ha detto Eleonora appena dopo quella che sarà la sua ultima gara stagionale – devo essere soddisfatta della prova che è saltata fuori. Ho avuto un problema meccanico nel secondo giro e devo davvero ringraziare tanto Federica Venturelli. Avevo la catena incastrata, lei si è fermata, mi ha fatto mantenere la calma mentre cercavamo di risolvere il problema. Siamo state ferme tantissimo e siamo passate sotto il traguardo con quasi due minuti di ritardo. Sappiamo però quanto Federica sia forte e quindi mi ha riportato nel gruppo principale. Abbiamo fatto una grande fatica, ma senza di lei avrei finito la gara dopo venti chilometri. E’ stata fantastica, è la persona migliore al mondo perché è sempre pronta a sacrificarsi quando lo deve fare».

«Comunque oggi – ha proseguito – stavo molto bene, perché riuscivo a rispondere agli attacchi in salita, che di solito mi risulta un po’ più difficile. E per questo devo ringraziare anche Elisabetta Borgia e Marta Bastianelli che mi hanno incitata perché ero un po’ al limite in cima alla salita. Ho davvero stretto i denti nel finale, perché ormai l’arrivo era vicinissimo.

«Mi spiace solo che Blasi ha anticipato. In quel momento ci siamo guardate e questo capita sempre. Io sapevo però che avrei dovuto aspettare la volata perché forse ero la più veloce tra le quattro (le altre due erano Bego e Chladonova finite nell’ordine, ndr). Non volevo fare lo stesso errore del mondiale, quindi è stata una buona lezione. Era importante prendere una medaglia una volta che la maglia di campionessa europea era andata».

Il gruppo azzurro è stato la grande forza per ogni ragazza. Ciabocco ha avuto il tifo delle compagne durante la sua gara
Il gruppo azzurro è stato la grande forza per ogni ragazza. Ciabocco ha avuto il tifo delle compagne durante la sua gara

Da Kigali all’Ardeche via Piemonte

Dal mondiale all’europeo passando da casa Barale. Le ultime trasferte stagionali per Eleonora Ciabocco sono un mix di sapori ed esperienza di vita che le hanno fatto fare un gradino in più nella sua scala di crescita.

«Sono rimasta da Francesca – spiega – per essere più comoda per andare in Francia e per stare più tempo con le compagne per provare il percorso. Al netto del risultato che ho fatto al mondiale, resta la bella esperienza vissuta con le altre ragazze, sia le elite che le juniores. Era importante trovarsi bene e divertirsi e così è stato. Anzi, abbiamo approfondito la nostra amicizia. Ad esempio al mondiale di Wollongong nel 2022 ero junior e avevo già conosciuto alcune delle elite che c’erano anche a Kigali. Loro erano a bordo strada a tifare per me durante il mio mondiale ed io ho fatto altrettanto al sabato nella loro gara.

«In Africa – continua – si è creato un gran bel gruppo dove ci siamo scambiate tanti consigli. Io li ho chiesti alle elite ed io a mio volte li ho dati alle juniores. De Laurentiis la conoscevo già perché siamo cresciute entrambe nel Team Di Federico, ma ho avuto modo di conoscere meglio Chantal Pegolo. Anche lei è una ragazza sveglia. Sono felicissima di poterla aiutare anche se sa già cosa deve fare. Anche oggi dopo il mio europeo ho dato i miei feedback sia a lei che alle altre juniores. E sono felicissima che abbia conquistato la medaglia di bronzo dopo l’argento mondiale».

Colore e calore africano

Al di là dei tanti dubbi che avevano circondato l’assegnazione del mondiale in Rwanda, bisogna riconoscere che questa prima volta della rassegna iridata nel continente africano ha lasciato il segno in ogni partecipante e in ogni abitante a bordo strada. Per Ciabocco è stato un mix di colore e calore, come ha pubblicato sui suoi profili social, che vorrebbe ritrovare a breve.

«E’ vero – racconta – che sono rientrata con tanto rammarico per come è andata la gara, ma dal punto di vista personale è stato un viaggio straordinario. Non ero mai stata in vacanza in Africa e dopo il mondiale ho capito che voglio tornarci presto, magari per un safari e per riassaporare ciò che trasmette quel popolo. Ho visto e conosciuto bellissime persone che ci hanno applaudito e anche insegnato qualcosa in termini di valori. Spesso diamo per scontato tante cose e non capiamo invece quanto in certi posti si soffra ancora tanto per una vita più facile.

«Durante gli allenamenti prima e dopo la mia gara – conclude Ciabocco – ho incontrato tanti bambini che ci chiedevano borracce e addirittura barrette o gel energetici. Mi hanno fatto tenerezza e mi è spiaciuto solo non essere potuta partire con più cose da lasciare. Abbiamo visto anche tanti ragazzi che ci accompagnavano in bici durante i nostri allenamenti. Spero che il mondiale in casa loro possa incentivare il ciclismo. O ancora che possa sbloccare qualche fondo da investire sia in Rwanda che in altre nazioni per consentire loro di correre in bici. Sarebbe bello se potessimo essere stati fonte di ispirazione peril ciclismo per questo popolo. Io porterò sempre con me un gran bel ricordo di questa trasferta africana».