Il solo lato positivo delle mascherine è la possibilità di focalizzare l’attenzione sugli occhi e in questo pomeriggio mite in Toscana, gli occhi di Chantal Van den Broek-Blaak, olandese di 31 anni, impazziscono di gioia. Da italiani, bisognerebbe avercela un po’ con lei, ma quando un’atleta confeziona così bene una vittoria, viene spontaneo batterle le mani.
«Sono felice – ammette continuando a sorridere – perché non mi aspettavo di vincere e quando una vittoria è inattesa, ti dà anche più felicità. E poi sono felice perché rimarrò per le prossime due settimane qui in Toscana, godendomi il clima e il buon cibo italiano assieme a due compagne, fra cui Elena Cecchini, fino al Trofeo Binda».
Ha corso da grande e vinto da furba. E quando ha capito che una Longo Borghini più fresca avrebbe potuto batterla, si è fidata delle raccomandazioni dell’ammiraglia.
Che cosa ti dicevano alla radio?
Di stare a ruota, perché dietro avevamo altre tre ragazze super forti. Ma avevo fiducia nelle mie gambe. Non ho mai avuto il dubbio di non arrivare.
Come hai gestito il finale con Elisa Longo Borghini?
Sapevo che Elisa avrebbe dato tutto per non farsi riprendere. Non poteva permettersi che rientrassero da dietro, perché in volata non avrebbe avuto chance. Io sapevo di avere più possibilità e che se anche non l’avessi staccata, mi sarebbe bastato entrare in testa nell’ultima curva. Ho seguito molto le sensazioni, nessun punto prestabilito. E quando ho visto la salita là davanti, sono partita.
Tattica concordata con Anna Van der Breggen?
Non dobbiamo parlare poi tanto fra noi, corriamo insieme da anni. Non è ancora un direttore sportivo, quel ruolo inizierà dall’anno prossimo. Per ora Anna è un’atleta, ma le sue parole mi motivano molto.
Vittoria inattesa, ma hai corso per vincere…
Il finale è stato molto veloce. Dovevo attaccare, tenendo il finale per le altre. Quando sono partita e ho visto arrivare Elisa, che è super forte, un po’ sono stata nervosa. Ma quando dall’ammiraglia mi hanno tranquillizzato, ho smesso di farmi problemi.
Hai vinto il mondiale 2017, un Fiandre e la Gand, ma tutti parlano di altre olandesi, come Val Vleuten, Van der Breggen e Voss: ti dà fastidio?
E’ vero che ho davanti un gruppo di ragazze fenomenali, ma è una bella cosa per il ciclismo olandese. Non credo che mi abbiano mai fatto ombra. So che posso ottenere le mie vittorie e corse come questa mi si addicono alla perfezione. Per cui gioco le mie carte e spesso seguo il mio istinto.