Dicono che bisogna ritirarsi dalla scene agonistiche quando si è al top per lasciare il ricordo migliore. E quando Marta Bastianelli alla nona tappa del Giro Donne è salita sul suo ultimo “podio-firma” la commozione si è diffusa in tutto il gruppo. Il suo addio era stato ampiamente preventivato dalla stessa campionessa, ma per tutti quanti – presenti e non – è stato un momento toccante. Uno di quelli che metabolizzi solo quando avviene realmente.
Tanti hanno voluto omaggiare la carriera dell’atleta del UAE Team ADQ e delle Fiamme Azzurre sui propri profili social. Noi abbiamo voluto raccogliere qualche pensiero profondo di chi la conosce bene. Difficile limitarsi ad una semplice battuta.
Giorgia e Marta
Nel 2007 Stoccarda si tinge d’azzurro. Il successo iridato di Paolo Bettini è anticipato di 24 ore da quello della ventenne Bastianelli che trionfa in solitaria. Terza, e perfetta nel coprirle le spalle, finisce Giorgia Bronzini dietro alla già terribile Marianne Vos.
«Con Marta – ci racconta la piacentina diesse della Liv Racing TeqFind – sono stata bene negli anni in cui abbiamo condiviso la maglia della nazionale. Per me è una cosa speciale pensare di esserle stata utile quando ha vinto il mondiale. Nella sua vita ha dimostrato la professionalità ed il suo grande valore, sia umano che sportivo. Non solo ha avuto grandi successi, ma dopo la nascita della figlia ha saputo ritornare ad altissimi livelli. Sicuramente si farà sentire la sua uscita. Un’atleta come lei conta in un team. Era una delle voci più autorevoli del gruppo. E’ un’altra delle grandi che lascia l’attività agonistica, ma spero che lei possa trovare una sua dimensione in questo mondo. Per me ha le qualità per far crescere delle nuove leve e trasmettere loro passione e grinta».
Anna e Marta
Bastianelli in carriera ha militato in tante squadre, nelle quali è sempre riuscita a stringere rapporti umani intensi. In sette degli ultimi otto anni Anna Trevisi è stata una sua fedelissima, fatta eccezione nel 2019 quando Marta andò alla Virtu Cycling.
«Ci siamo conosciute – dice la passista reggiana – nel 2016 all’Alè Cipollini. E siamo diventate amiche da subito. Ci siamo legate tanto praticamente dal primo giorno. Poi siamo rimaste sempre nella stessa squadra, che l’anno scorso è diventata l’attuale UAE Team ADQ. Onestamente ho tanti ricordi con lei, ma l’aneddoto più divertente è successo proprio quest’anno alla Spar Flanders Diamond, l’ultima gara che abbiamo corso assieme (l’11 giugno, ndr). Lei è sempre stata riconosciuta da tutti come una ragazza estremamente precisa, ma in quell’occasione è riuscita di dimenticarsi a casa le scarpette da gara. Non le era mai successo niente di simile in tanti anni (sorride, ndr). Ora, nel suo post carriera, io la vedrei bene come ambassador di qualche brand ciclistico. Secondo me qualcuno dovrebbe pensarci».
Elena e Marta
Uno dei legami più stretti forse Bastianelli ce l’ha con Elena Cecchini. La friulana della SD-Worx è stata una delle prime a dedicare un post social, anche se siamo certi che le aveva già espresso tutto a voce, di persona. In comune hanno tanti momenti, non solo quel 5 agosto 2018 a Glasgow nel quale Marta vince l’europeo ed Elena sullo slancio finisce quarta, dopo aver lavorato per lei.
«Nel 2012 – spiega Cecchini – mi sono trovata compagna di Marta sia nella Mcipollini-Giambenini-Gauss sia nelle Fiamme Azzurre. Siamo rimaste assieme ancora l’anno successivo nella Faren prima della sua maternità e da lì le nostre strade sportive si sono divise, non certo quelle personali. Durante le nostre carriere non sono mancate le sfide tra di noi e le nostre squadre, ma il rapporto si è sempre rafforzato. Ho cinque anni in meno e l’ho sempre vista come un riferimento. Conoscendola meglio ho scoperto che abbiamo entrambe un carattere forte e soprattutto gli stessi valori, come la famiglia. Abbiamo avuto sempre tanta sintonia, tanto da fare spesso le vacanze assieme».
«Marta – prosegue – è un’atleta vecchio stile, molto diretta sia con le giovani che con le veterane. E’ sempre stata molto carismatica. Tutti ascoltavano quando parlava, ha sempre dimostrato più esperienza della sua età. E’ una leader naturale. Adesso sono le altre che ti devono riconoscere la leadership. E’ difficile dire chi potrà raccogliere la sua eredità, per me sarebbe un onore se potessi farlo io.
«Dopo la nascita di Clarissa – conclude Cecchini – Marta è cambiata. Guardava le più forti in gruppo e non aveva paura di nessuno. Mi ha insegnato a credere sempre in se stessi. Poi a livello organizzativo è sempre stata il top facendo combaciare gli impegni agonistici con la famiglia. Adesso credo che debba vivere al meglio la transizione da corridore al post carriera. Sarebbe bello rimanesse nell’ambiente, però sono certa che deciderà per il meglio, come ha sempre fatto».
Sofia e Marta
C’è un altro quarto posto che entra di diritto – legato a doppia mandata – ad un altro grande successo, forse il più emozionante, di Bastianelli. E’ quello di Sofia Bertizzolo al Fiandre 2019. Corrono assieme alla Virtu Cycling e nel finale la ragazza di Bassano del Grappa funge da prezioso punto d’appoggio per la sua capitana.
«In generale su Marta – commenta Bertizzolo – posso dire che è una grandissima persona. Si è sempre dedicata alle giovani e ha sempre un pensiero di crescita verso le persone che le stanno attorno. E’ un continuo stimolo per lei essere critica in modo costruttivo. Dal punto di vista agonistico invece si racconta da sola. Forse è stata incostante per tanti motivi, ma si è ricavata una carriera incredibile in cui non manca nulla. Ogni tanto ripenso a quel Fiandre. E’ stato impagabile. Ricordo le parole di Bjarne Riis (il diesse della Virtu, ndr) alla radio nel finale, che abbiamo gestito in maniera splendida. Eravamo in una situazione di forza e superiorità numerica. E poi Marta quel giorno voleva vincere. Quando lei voleva vincere, non ce n’era per nessuno. Mi mancherà tanto (dice con un pizzico di emozione, ndr)».
«La sua forza in bici – continua – era la visione di gara. Magari le piacerebbe fare la diesse, ma credo che dall’ammiraglia perderebbe questa sensibilità. Posso dire invece che sarebbe un peccato non sfruttare la sua conoscenza per la nostra Federazione. Potrebbe essere utile nei ritiri invernali o a metà anno, tenendo conto che magari potrebbe avere ancora un po’ di voglia di pedalare per restare a contatto con le giovani. Sarebbe importante non farsela scappare. Questo potrebbe essere il ruolo più calzante per Marta».