Attenti a Mavi Garcia, ha ancora fame di vittorie

07.06.2024
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E’ una Mavi Garcia dalla voce squillante quella che risponde dalla Spagna, la vittoria (anzi il trionfo) alla Vuelta Andalucia le ha dato nuova consapevolezza delle sue possibilità in vista di un’estate che definire ricca e impegnativa è un eufemismo, considerando la rapida sequenza di Giro d’Italia, Olimpiadi e Tour de France.

Il podio finale targato Liv Jayco AlUla con da sinistra Smulders, Garcia e Willie
Il podio finale targato Liv Jayco AlUla con da sinistra Smulders, Garcia e Willie

Fisico, spirito e condizione di forma vanno nel suo caso contro la carta d’identità che parla di 40 primavere sulle spalle, ma quando si ha a che fare con Mavi è netta la sensazione che 40 sia solo un numero quasi insignificante. In Andalusia lo ha confermato una volta di più, con una prestazione davvero di primo piano: una vittoria e due secondi posti nelle prime tre tappe e l’ultima corsa in assoluta gestione della sua maglia di leader.

«Sapevamo di avere una squadra forte – racconta l’iberica nel suo italiano particolarmente scorrevole – e sapevamo anche che non c’erano altre squadre WorldTour di primissimo piano quindi avevamo una grande occasione davanti a noi. Abbiamo lavorato bene tenendo a mente tutti gli obiettivi: io puntavo alla classifica generale, ma volevo anche aiutare le compagne a vincere e il fatto che Smulders e Wyllie abbiano anche loco centrato una tappa e mi abbiano fatto compagnia sul podio finale dà alla nostra prestazione complessiva un significato particolare».

La Garcia è molto amata in Spagna. E’ campionessa nazionale ininterrottamente dal 2020
La Garcia è molto amata in Spagna. E’ campionessa nazionale ininterrottamente dal 2020
Tu venivi anche da una Vuelta poco soddisfacente…

Sì, mi è dispiaciuto moltissimo. Avevo iniziato bene la mia stagione, all’Uae Tour avevo già un’ottima gamba come testimoniato dal terzo posto finale, poi sono andata per il mio periodo di altura puntando alle classiche, dove però ho trovato condizioni climatiche terribili per me che odio il freddo. Alla Freccia Vallone, che pure è una gara che amo, perfetta per me, il freddo era talmente forte che mi sono dovuta ritirare per un principio d’ipotermia, non riuscivo più né a muovermi né a parlare, è stato terribile. Ho recuperato con fatica, il riposo e il caldo mi hanno aiutato e progressivamente ho ritrovato la gamba.

E’ una stagione pesante questa per te?

Come per tutte, è un anno davvero ricco d’impegni ma anche di prospettive. Io mi sono imposta di andare avanti gara dopo gara, vedendo ogni volta come va. Tutto dipende dalla mia condizione di forma. Ora guardo al Giro con grande attenzione e aspettative, per me sarà un momento centrale della stagione come anche i mondiali.

Per l’iberica vittoria in solitudine a Otura, nella seconda tappa. Poi ha corso per le compagne
Per l’iberica vittoria in solitudine a Otura, nella seconda tappa. Poi ha corso per le compagne
E le Olimpiadi?

Non è propriamente un percorso adatto alle mie caratteristiche, ma si sa che quella dei Giochi è una gara strana, non ci sono squadre che possono controllare la corsa, bisogna procedere molto per sensazioni. E’ diversa da qualsiasi altra corsa e per me avrà un sapore particolare perché sarà la mia ultima volta. Anche per questo ci tengo a far bene e lasciare una mia impronta.

Torniamo al Giro Donne, come lo giudichi?

Durissimo, non c’è altra parola. Anche troppo per una corsa a tappe femminile, niente che abbiamo già affrontato. C’è addirittura una tappa con oltre 4.000 metri di dislivello. Mi piace moltissimo, è un Giro adatto a me, voglio fare il meglio possibile.

La neozelandese Ella Willie, campionessa nazionale sulla quale la Garcia scommette per i grandi giri
La neozelandese Ella Willie, campionessa nazionale sulla quale la Garcia scommette per i grandi giri
Con quali ambizioni ti presenterai al via? A differenza dell’Andalusia questa volta troverai il meglio, dalla Sd Worx in giù…

Io vado per fare il meglio possibile, per essere nel vivo della battaglia, perché non mi sento inferiore a nessuna soprattutto con la forma che ho raggiunto in queste settimane. Abbiamo poi anche la Willie che potrà fare davvero bene, è fortissima e punta alla maglia bianca sia al Giro che al Tour. La differenza reale è che ci confrontiamo con squadre che hanno più punte, nelle quali c’è una straordinaria intercambiabilità di ruoli. Io però sinceramente preferisco formazioni come la nostra, dove c’è un piano chiaro, dove i compiti sono ben definiti. Io credo che abbiamo la squadra giusta per distinguerci.

Per l’iberica di Marratxi la consapevolezza di aver aperto un cancello a tante sue giovani connazionali
Per l’iberica di Marratxi la consapevolezza di aver aperto un cancello a tante sue giovani connazionali
Se ti guardi indietro, anche se la tua carriera ciclistica è abbastanza contenuta avendo iniziato nel 2015, quanto è cambiato il ciclismo spagnolo rispetto ad allora?

Moltissimo. Quando ho iniziato non c’erano grandi squadre e c’era un movimento molto ridotto. Io trovai per fortuna un team come la Bizkaia-Durango, una squadra Continental che faceva attività di buon livello, ma decisiva per l’evoluzione mia e di tutto il ciclismo iberico è stata la Movistar, diventata un riferimento esattamente come per i maschi. Siamo cresciuti tanto insieme, ora ci sono tante squadre e ci sono tante ragazze che s’impegnano in questa attività. Io penso che anche quando appenderò la bici al chiodo il ciclismo iberico continuerà a crescere.