Programmazione e spirito di adattamento. Queste sono le armi dell’Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano per combattere i cambiamenti portati negli ultimi due anni dal WorldTour femminile.
La formazione continental di patron Stefano Giugni – giunta alla tredicesima stagione di attività – quest’anno disporrà di un organico di 11 atlete, capeggiate dalla lituana e pistoiese d’adozione Rasa Leleivyte (abita a Montecatini Terme dal 2008) e guidate in ammiraglia da Paolo Baldi e Matteo Ferrari. Abbiamo sentito quest’ultimo (varesino trapiantato in Toscana con già una laurea in Lettere ed una seconda in Scienze Motorie da conseguire il prossimo luglio con tesi sui protocolli Covid nel ciclismo professionistico) proseguendo così il nostro giro di opinioni sullo stato del ciclismo femminile italiano.
Matteo, come è andato il 2021?
Siamo riusciti a fare le gare che volevamo fare. Oltre a quelle italiane, abbiamo disputato quattro belle corse al Nord (Giro delle Fiandre, Dwars door Vlaanderen, Scheldeprijs e Freccia del Brabante, ndr), poi altre in Spagna, Francia e Svizzera. Abbiamo fatto un buon calendario e al momento non stiamo risentendo della riforma WorldTour.
Però quest’anno ci saranno più formazioni WT e sarà più difficile partecipare. Un programma lo avete già fatto?
Sì, abbiamo dovuto crearci un calendario alternativo che ci permetta di correre prendendo già contatto con organizzatori diversi. Naturalmente speriamo di ricevere anche gli inviti per le gare WT estere. Quelle italiane invece siamo praticamente già sicuri di correrle. Il nostro esordio sarà alla Strade Bianche e da lì fino ai campionati italiani praticamente correremo sempre ogni settimana. Poi c’è il programma delle gare in Italia che si sta allargando ed è un bene.
Così facendo c’è il rischio di partecipare a gare di livello più basso?
Direi di no. Non lo vedo come un adattamento verso il basso quanto più come un adeguamento alla situazione. Non è facile impostare ora una stagione, ma credo che abbiamo fatto delle scelte giuste. Partecipando a certe gare ci siamo garantiti un paracadute. Poi bisogna considerare anche come si sta evolvendo il marketing e benvengano gare in posti diversi come la Serbia ad esempio. Noi per la seconda parte di stagione abbiamo dovuto inserire corse in Polonia ed Estonia che probabilmente in passato non avremmo fatto, però siamo certi che molte altre squadre faranno il nostro stesso ragionamento. E il livello sarà buono anche in queste corse minori.
Invece come giudichi il cambiamento del WorldTour femminile?
Noi siamo una formazione che è in una sorta di limbo tra le continental e quelle della massima categoria. Detto questo, non so quanta sostenibilità finanziaria abbia il progetto del WT. Non so quanto possa durare, anche per le stesse formazioni che ne fanno parte ora. Alcune non hanno problemi, altre potrebbero averceli già a stagione in corso.
Quindi per voi il discorso economico non è cambiato tanto?
Non possiamo lamentarci in questo senso. Tutte le aziende che ci hanno sostenuto in passato hanno continuato a farlo allo stesso modo. Il nostro budget è rimasto praticamente invariato. Non possiamo che ringraziare tutti gli sponsor che sono con noi. Certo, avere a disposizione somme maggiori aiuterebbe a correre di più all’estero, ma come ho detto prima bisogna sapersi adattare e lavorare col materiale che si ha.
A proposito di questo, dal punto di vista umano che squadra avrete?
La nostra indole ultimamente è quella delle scommesse abbinate a certezze. Abbiamo un gruppo piuttosto nuovo, con tante giovani toscane e alcune ragazze esperte. La nostra formazione ruoterà attorno a Rasa (Leleivyte, classe ’88, in apertura alla Strade Bianche 2021, ndr) che garantisce sempre risultati, come il bel terzo posto nella prova in linea agli scorsi europei di Trento.
Chi sono le scommesse di cui parlavi?
Direi tre. Inga Cesuliene (altra lituana della squadra, ndr) è rientrata con noi l’anno scorso dopo sette anni di inattività nei quali ha avuto due bambini. Ha fatto bene e quest’anno può fare un ulteriore step. Valentina Scandolara aveva smesso a metà 2019 ed era diventata diesse della Cogeas. L’abbiamo incontrata spesso alle corse, ci aveva detto che avrebbe voluto ricominciare e così le abbiamo proposto il contratto. Ha già corso su pista questo inverno facendo risultati. Conosciamo il suo valore e le vittorie che ha ottenuto in passato, sarà molto utile a noi. La scommessa vera e propria però sarà Carlotta Fondriest.
Si è parlato molto del suo ingaggio in effetti…
Ha venticinque anni e ha iniziato a correre in bici da pochissimo. Paolo (Baldi, ndr) ha visto alcuni suoi test ed è rimasto colpito. Deve crescere e fare tanta esperienza, come saper stare in gruppo in gara. Fisicamente deve definirsi ancora un po’ ma crediamo in lei. Non c’entra nulla il discorso del nome che porta (è figlia di Maurizio, ex campione del mondo ’88, ndr), non ha avuto alcuna raccomandazione. Pensiamo solo che si sia meritata di fare questo salto. D’altronde ci sono tanti esempi di atlete che hanno iniziato tardi e che poi hanno continuato a correre.
Da Baroni (che ha un contratto di due anni, ndr) e Collinelli invece cosa vi aspettate?
Francesca sta finendo la stagione del ciclocross e pensiamo che su strada possa togliersi delle soddisfazioni. Correrà al Nord, nelle gare adatte alle sue caratteristiche e ci attendiamo buone cose. Sofia Collinelli ha passato due stagioni difficili per problemi muscolari. L’abbiamo aspettata come giusto che fosse. Abbiamo studiato un rientro tranquillo per lei. Il 2022 sarà la prima vera annata. Contiamo su di lei, potrebbe essere la nostra arma in più.
Matteo chiudiamo col gruppo delle altre toscane.
Sono cinque ed interessanti. Balducci, Del Sarto, Scarselli, Sernissi e Marchesini. Queste ultime due hanno fatto davvero un bell’inverno, trovando il proprio equilibrio. Da loro mi aspetto tanto impegno e sono certo che verremo ricambiati.