Da un Cingolani all’altro, noi parliamo col… vecchio Francesco

09.01.2022
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Uno esulta, l’altro si dispera. Se non fosse che sono fratelli gemelli, non ci sarebbe niente di strano. Invece mentre Filippo Cingolani vince il tricolore degli esordienti di primo anno, suo fratello Tommaso maledice la cattiva sorte per una caduta e la rottura del forcellino. Loro padre è stato azzurro di ciclocross in due mondiali: Sint Michielsgestel nel 2000 e Tabor l’anno dopo. Dovrebbe saperle gestire simili situazioni, invece è in imbarazzo. Non può festeggiare troppo per l’uno per non infierire sull’altro. La situazione è critica…

Vent’anni fa

Il bello del ciclismo è che conserva la memoria. Perciò quando raggiungiamo Francesco Cingolani, padre dichiaratamente in crisi, il suo ricordo si sovrappone al nostro. Solo che il tempo gioca brutti scherzi. Avremmo detto una decina d’anni fa, il riscontro arriva come una mazzata.

«Mi ricordo quando mi faceste un’intervista che ero alla Compagnia Atleti a Roma – dice ridendo – sono passati vent’anni. Era il 2001…».

Attimo di silenzio, risata reciproca. Francesco ha appeso da tempo la bici al chiodo e lavora nel negozio di famiglia, seguendo anche gli atleti che corrono con i suoi colori. Rebecca Gariboldi nel cross, i fratelli Lupato nell’enduro. Il discorso va avanti, non v’è dubbio alcuno che il tempo corra davvero forte…

Francesco Cingolani, classe 1983, è stato per due volte azzurro ai mondiali di cross
Francesco Cingolani, classe 1983, ha corso due mondiali di cross
Che effetto fa avere due figli in corsa per la maglia tricolore?

E’ bello, forse più emozionante di quando correvo io.

Sul percorso abbiamo visto un bel campionario di genitori esaltati: tu che tipo sei?

Con loro (ride, ndr) sono tranquillo. Li lascio in pace. Ci sono passato. E loro lo fanno per gioco, anche perché a questa età vince chi è più sviluppato, è presto per parlare di altro. Si divertono. Imparano la tecnica. E certo, quando si vince c’è più gusto.

Gemelli proprio identici?

No, sono diversi. Filippo è più magro e ha il cavallo alto. Tommaso ha il cavallo più basso e masse muscolari superiori. Uno scalatore e un velocista. Oggi il favorito era Tommaso e adesso non è facile gestire la situazione, anche se in gara sono spesso in competizione fra loro.

Perché dici che Tommaso era favorito?

Potevano vincere tutti e due, ma Tommaso se la sentiva di più. In media arriva più spesso davanti, ma Filippo non partiva battuto. Due settimane fa aveva vinto lui, ma c’era da correre a piedi. La volta dopo è toccata a Tommaso.

Che cosa hai capito della caduta?

Il percorso cambiava a ogni categoria. Quando sono partiti era ghiacciato, ma dopo un po’ è venuto fuori il fango. C’era una discesa in contropendenza e l’ha superata bene. Nel tratto successivo invece è scivolato e ha rotto il forcellino del cambio, nel punto più lontano dai box. Ha fatto un pezzo a piedi, poi da dietro hanno cominciato a prenderlo e addio…

Vai mai in bici con loro?

Meno di quanto vorrei. Ci sono dei periodi dell’anno in cui riesco a prendere la bici, ma gli ultimi mesi in negozio sono stati un bel caos e anche adesso è abbastanza tosta, fra consegne e ritardi.

Sono già mentalizzati per fare i corridori?

Gli piace, ma gli piacciono tutti gli sport. Anche le moto, ad esempio.

Con Pidcock alla Coppa del mondo di Vermiglio: un loro idolo
Con Pidcock alla Coppa del mondo di Vermiglio: un loro idolo
Vanno a scuola insieme?

Hanno fatto insieme fino alla quinta elementare, poi hanno chiesto di essere separati e adesso fanno la seconda media alla Menchietti di Ostra, ma in sezioni diverse.

Come l’hai convinto Tommaso a non pensarci più?

Non so se l’ho convinto. Gli ho detto che sono cose che capitano, però la maglia tricolore è sempre una bella cosa. Se non altro è arrivata in famiglia…