«Visto che ci sarà un primo mondiale gravel, ci è sembrato giusto ci fosse anche un primo campionato italiano… gravel». Marco Selleri è chiaro sin da subito. Il direttore generale di ExtraGiro (insieme a Marco Pavarini) è pronto per questa nuova avventura (in apertura foto Ricci Maccarini). Un’altra sfida, ci verrebbe da dire.
Allestire un evento ufficiale, tanto più di una disciplina “nuova”, almeno dal punto di vista agonistico, non è facile. Ma i presupposti perché si vada verso un altro bel successo organizzativo ci sono tutti. Selleri e la sua squadra hanno messo a punto ogni aspetto dell’evento.
Dalla Far Gravel
«L’idea di questo primo campionato italiano gravel – racconta Selleri – nasce quest’inverno. Abbiamo incontrato Raffaele Brunaldi, che è l’organizzatore della Far Gravel, un evento cicloturistico che ha già cinque anni di storia e che ha visto al via anche 700 partenti. Lui mi chiese se avevamo voglia di organizzare una gara. Da cosa, nasce cosa… ed eccoci qui».
«Prima di allestire questo tricolore, noi di Extragiro eravamo in lizza per organizzare il mondiale gravel, ma le Regioni (Marche, Emilia-Romagna e Toscana) presso le quali ci siamo rivolti non ci hanno dato il loro supporto e così abbiamo dirottato sull’italiano».
Argenta è pronta a mettersi il vestito buono, dunque. Ci sarà un villaggio nella piazza centrale e tanti parcheggi sparsi per le vie della cittadina ferrarese. Ci saranno espositori e sarà una festa del ciclismo. Una festa che tra l’altro sarà trasmessa anche da Rai Sport.
Fra terra e acqua
E allora vediamolo un po’ questo percorso. Si parte e si arriva ad Argenta, nello stesso identico punto in cui arrivò la prima tappa dell’ultimo Giro d’Italia U23. I percorsi a disposizione di professionisti e amatori sono due: uno da 120 chilometri e uno da 89.
Chiaramente in quelle zone, le più basse e pianeggianti d’Italia, delle salite non c’è neanche l’ombra. Ma i tracciati sono davvero suggestivi. Si va dalle distese dei campi dell’entroterra, alla costa adriatica, lambendo le zone umide del Delta del Po, ricche di una certa fauna. E non a caso lo slogan (bellissimo) della Far Gravel recita: “Un’avventura tra la terra e il mare”
«Non ci sono single track – riprende Selleri – ma ci sono tantissimi stradoni sterrati, su fondo anche ghiaioso, degli argini e circa il 18% di asfalto. Le donne open (elite e U23, ndr) saranno impegnate sul tracciato da 89 chilometri. Mentre gli uomini, sempre open, lo saranno su quello da 120».
I percorsi gravel di solito sono un po’ più tecnici, con l’inserimento di qualche single track, ma di contro hanno anche un po’ più di asfalto. Qui si è fatto di necessità virtù. Alla fine ciò che comanda è il territorio.
«Per me – dice Selleri – il gravel è stato accorpato nel settore fuoristrada, ma lo vedo più vicino alla strada, per le bici, il modo di correre… Al via ci sono squadre importanti come la Bardiani Csf Faizanè, la Beltrami… e altri si stanno iscrivendo (chiusura delle registrazioni giovedì a mezzanotte, ndr).
«Spiace che con il campionato del mondo marathon, qualche atleta che magari avrebbe potuto fare bene non ci sarà. Penso per esempio ad un Riccardo Chiarini (ex stradista, ndr) che avrebbe detto la sua».
Sei punti tecnici
Si diceva di un tracciato veloce. Il dislivello totale supera di poco i 400 metri, ma con tanto sterrato l’insidia è dietro l’angolo. Anche per questo i partecipanti, professionisti inclusi, dovranno essere in grado di cavarsela da soli.
«Il regolamento – spiega Selleri – dice che tra un punto tecnico e l’altro non possono esserci più di 25 chilometri. Noi ne abbiamo inseriti due di più: sei (ne sarebbero bastati quattro, ndr) e infatti la distanza tra un punto e l’altro è di 15-20 chilometri, non di più.
«Questi punti saranno anche dotati di rifornimenti per cibo e acqua. Chi farà assistenza ai team che, ricordo, non hanno ammiraglie al seguito, potrà raggiungerli comodamente grazie anche alle tracce Gpx che gli abbiamo fornito».
Velocità alte
Prima abbiamo parlato di insidie. Una di queste potrebbe essere il vento che in quelle distese quando spira è alquanto forte. Tuttavia per la prossima domenica (si corre il 18 settembre) il meteo sembra essere buono, mentre non dovrebbe essere così alla vigilia.
E poi occhio alle velocità. Nella cronotabella si spazia dai 30 all’ora (pensata forse più per gli amatori) ai 38. Ma visto il percorso “poco tecnico” è facile ipotizzare anche dei giochi di squadra. Non è così scontato che non si possa abbattere o avvicinare il muro dei 40 all’ora.