Valentina Scandolara e Guido Bontempi sulla moto del regolatore di gara al Tour of Guangxi

Scandolara: «Mi piace vivere le gare dal lato organizzativo»

24.11.2025
5 min
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Classiche e percorsi mossi erano i suoi terreni preferiti quando correva e vinceva. Ora Valentina Scandolara si trova a suo agio in qualunque tipo di corsa… da regolatore di gara. Un compito che si aggiunge a quelli di diesse, talent scout e manager potendo dire serenamente che stia diventando una (ex) atleta completa.

In questa fase della sua carriera post agonistica, sta avendo un ruolo importante un gigante del passato come Guido Bontempi che è una colonna nei servizi motociclistici di scorte tecniche. Al Tour of Guangxi maschile e femminile, l’ultima gara WorldTour di una stagione sempre più infinita, Scandolara ha esordito sulla moto guidata proprio dall’ex velocista della Carrera, formando una coppia di altissima qualità per quel tipo di lavoro. Per una giramondo come lei è stata un’esperienza inedita che le ha fatto scattare un’ulteriore scintilla.

Scandolara ha corso per 15 stagioni. Il suo "occhio" e la sua esperienza sono molto utili per il suo nuovo ruolo
Scandolara ha corso per 15 stagioni. Il suo “occhio” e la sua esperienza sono molto utili per il suo nuovo ruolo
Scandolara ha corso per 15 stagioni. Il suo "occhio" e la sua esperienza sono molto utili per il suo nuovo ruolo
Scandolara ha corso per 15 stagioni. Il suo “occhio” e la sua esperienza sono molto utili per il suo nuovo ruolo
Valentina com’è andata in Cina?

E’ andata molto bene. Ero emozionata perché ho visto il Tour of Guangxi evolvere sotto tanti punti di vista, specie per la sicurezza. Io lavoro per la ProTouch Global di Robert Hunter, l’ex pro’ sudafricano, che è un’agenzia di management sportivo. Non abbiamo solo la procura di diversi atleti, ma curiamo da vicino anche alcune gare. Il Tour de Suisse lo organizziamo completamente noi così come il Tour of Guangxi maschile, mentre aiutiamo l’organizzazione della gara femminile. Ecco perché mi sentivo così inizialmente, ma con accanto uno come Guido mi sono tranquillizzata subito.

Ti sta facendo da mentore?

Lui per me è un riferimento assoluto. Guido dopo che ha smesso di correre ha davvero fatto di tutto: direttore sportivo, regolatore e ora esperto motociclista. Mi ha insegnato tanto e mi consigliava di diventare una regolatrice di gara già da tempo. Mi ha spinto a seguire tanti corsi perché, come mi dice sempre lui, possono sempre tornare utili. Infatti in quest’ultimo periodo ho fatto i corsi di scorte tecniche e moto staffette organizzati dalla FCI.

Al via della gara Scandolara ha notato scetticismo per un regolatore donna, però sapeva come farsi rispettare
Al via del Tour of Guangxi, Scandolara ha notato scetticismo per un regolatore donna, però sapeva come farsi rispettare
Al via della gara Scandolara ha notato scetticismo per un regolatore donna, però sapeva come farsi rispettare
Al via del Tour of Guangxi, Scandolara ha notato scetticismo per un regolatore donna, però sapeva come farsi rispettare
Grazie alle sue indicazioni hai avuto meno difficoltà nella gestione in gara?

Quello senza dubbio, anche perché ci vogliono tremila occhi per stare attenti ad ogni cosa. Noi non siamo né giudici né commissari, ma persone che conoscono molto bene il percorso di gara che devono gestire la parte non sportiva. Non possiamo dire nulla se un atleta sta in scia prolungata ad un’ammiraglia però possiamo intervenire sulle manovre moto di fotografi od operatori tv che stanno troppo vicino ai corridori. Oppure, come in Cina dove non ci sono strade alternative a quelle della corsa, organizziamo il passaggio del convoglio di altri mezzi.

Quanto conta essere stata un’atleta?

Certamente perché ti rendi conto subito di tante cose. Sai come pensa un corridore in gara o come può reagire in certe situazioni. Ad esempio le traiettorie che fanno quando e dove vogliono rientrare in gruppo dopo aver superato il traffico di ammiraglie e altri mezzi. Oppure in altri punti del percorso. Per i ruoli che riguardano la sicurezza a mio avviso è importante che ci sia un ex atleta.

Hai qualche aneddoto da raccontare del Tour of Guangxi?

Non molti per la verità, giusto un paio che mi sono rimasti impressi. Appena arrivata, sia dopo le riunioni che soprattutto al via della corsa, ho notato alcuni sguardi di scetticismo nel vedere una donna come regolatore di gara. Sono abituata a queste cose ormai. Fortunatamente essendo stata in ammiraglia, so come farmi capire bene fin da subito. L’altro aneddoto riguarda un momento in corsa.

Spiega pure.

Riprendo ciò che dicevo prima. Nel finale del Tour of Guangxi femminile si era avvantaggiata in discesa Anna Henderson (che poi ha vinto, ndr) e la stava affrontando a grande velocità. Su di lei avevo lasciato un’auto dell’organizzazione guidata da un cinese, ma sono dovuta ritornare ben presto su di loro perché lui le stava davanti in modo pericoloso. Non si era reso conto, e forse non se lo aspettava minimamente, quanto potessero andare forte in discesa anche le ragazze. Gli ho detto di lasciarle più spazio e si è risolto tutto.

Il tuo congedo dall’Esercito Italiano ti ha permesso di essere attiva su più fronti?

Sono stata con loro per dodici anni e gli sono grata per il supporto che mi hanno dato in tutti quegli anni. Avevo ottenuto il servizio permanente, ma è stata una decisione mia l’anno scorso quella di uscirne. Avevo in ballo la realizzazione di alcuni progetti e una parte di essi stavano e stanno prendendo corpo. Sono sempre impegnata anche con la Down Under Cycling Academy di ciclisti che arrivano da lontano o da altri sport con l’obiettivo di portarli ad un livello più alto.

Henderson vince il Tour of Guangxi, ma in un tratto di discesa Scandolara ha dovuto metterla in sicurezza per una moto troppo vicina
Henderson vince il Tour of Guangxi, ma in un tratto di discesa Scandolara ha dovuto metterla in sicurezza per un’auto troppo vicina
Henderson vince il Tour of Guangxi, ma in un tratto di discesa Scandolara ha dovuto metterla in sicurezza per una moto troppo vicina
Henderson vince il Tour of Guangxi, ma in un tratto di discesa Scandolara ha dovuto metterla in sicurezza per un’auto troppo vicina
Come sta andando?

Molto bene anche quello. Inizialmente, grazie ai miei trascorsi lavorativi in Australia, prendevamo atleti elite australiani o neozelandesi, con donne under 27 per consentire loro di correre almeno le gare open in Italia. Dall’anno scorso abbiamo allargato anche ad atleti U23 o juniores che vengono anche da Israele o Canada. Abbiamo una base nel veronese a Ronco all’Adige dove fanno camp di due mesi insegnandogli il ciclismo europeo e seguendo test e programmi di Luca Zenti, preparatore della UAE Team ADQ. Quest’anno siamo riusciti a far partecipare due australiane al Giro Women con la Mendelspeck (McCarthy e Nicholson, ndr).

L’agenda di Valentina Scandolara è già piena per il 2026?

Vedremo cosa mi riserverà anche questo nuovo ruolo di regolatore. Mi piace stare da questa parte del ciclismo e mi piace questo compito. Non avevo mai considerato troppo il lato organizzativo delle gare, però vorrei continuare a seguirlo e magari scoprire altri aspetti.