Sperava e meritava di finire meglio la sua carriera, ma quando Sacha Modolo parla di ciclismo diventa un fiume in piena, specialmente sui giovani italiani. Lo possiamo considerare il “padrino” di Alessandro Borgo, che ha aiutato a crescere con consigli tecnici ed umani dentro e fuori dall’allenamento fino a vederlo ora pro’ con la Bahrain Victorious promosso dal devo team.
L’ex velocista trevigiano tiene ancora tanto al suo sport e lo si capisce ogni volta che, toccando l’argomento, i discorsi si ramificano in tanti altri aspetti da considerare. Modolo da un paio di stagioni collabora con la PM Cycling Agency di Massimiliano Mori e Marco Piccioli (i suoi procuratori da atleta) mettendosi a disposizione dei corridori della sua zona seguiti da loro. Al netto delle sue 49 vittorie, Sacha ha molto da dire a chi vuole diventare corridore fin dalle categorie inferiori. Dallo spunto di una foto sul suo profilo Instagram esce una chiacchierata sul panorama giovanile italiano con la sua franchezza di sempre, forse un po’ più edulcorata dall’esperienza dell’età.


Com’è il rapporto con Borgo adesso che è passato pro’?
E’ sempre molto buono, ma adesso lo seguo meno e credo che sia giusto così visto che ha i preparatori e i tecnici della Bahrain. Non mi permetterei mai di intromettermi. Resto tuttavia in suo appoggio qualora debba fare dietro moto. Mi organizzo, chiudo l’officina (il SakaLab, ndr) e via con lui a ruota della mia Vespa.
La tua vicinanza è stata preziosa per lui.
Penso e spero di sì. Ad esempio quando quest’anno ha vinto la Gand-Wevelgem U23, qualche giorno prima mi aveva chiesto come muoversi. Gli avevo dato qualche dritta sulle stradine belghe, visto che lassù ci ho corso tanto e ricordo bene i posti. E’ stata una bella soddisfazione, così come la vittoria al campionato italiano. Ormai Alessandro è diventato grande, in gara ha imparato tanto e sta continuando a farlo.
E una tua parola non manca mai.
Certo, cerco sempre di dargli consigli e spiegargli certe cose, su tutto. Anzi, conoscendolo, quando mi fa certe domande da ragazzo della sua età, so già dove vuole andare a parare e lo anticipo. E gli dico: «Guarda che ragionavo così anch’io, cosa credi?». E si ride.
Ci sono altri ragazzi che segui?
A dire il vero nella mia zona più stretta non ci sono più tanti corridori come un tempo. Fino a pochi anni fa eravamo una ventina di pro’, adesso ci sono solo Vendrame, Borgo per l’appunto e ogni tanto Scaroni quando viene dalla sua morosa che abita qua vicino. Tra i giovani sto seguendo Matteo Cettolin che correrà con la Trevigiani (quest’anno era alla General Store: è il fratello di Filippo della VF Group, ndr). Anche a lui do i miei pareri tecnici. Come dicevo però non abbiamo tanti ragazzi che vanno in bici dalle mie parti.


Significa che i settori giovanili si stanno prosciugando?
Temo proprio di sì, ma faccio una premessa. Devo ancora mentalizzarmi per andare a cercare il corridore tra i ragazzini. Gli allievi di adesso sono gli juniores di qualche anno fa e ormai non è più un gioco. Alla loro età non facevo i sacrifici che fanno loro e sono bravissimi in questo, ma non saprei cosa dirgli di più. Adesso tutti i giovani vogliono essere campioni e pensano solo ai contratti da firmare. Non pensano che possono diventare corridori ritagliandosi un ruolo da gregario o da uomo-squadra, soprattutto quando passi pro’.
Per quale motivo secondo te?
E’ colpa della società in cui viviamo che ci vuole grandi campioni o grandi imprenditori di successo. O sei così oppure sei un fallito. Non è possibile, perché non è così. Quindi non mi sento di andare da un ragazzino e raccontargli cose non vere. Non gli prometterei nulla, anche perché lo sapete: sono pragmatico e diretto per certi temi. Non mi interessa guadagnare o speculare sulle spalle di un ragazzino.
Qualche formazione giovanile ha cercato Sacha Modolo come consulente?
Sì, certo. Alcune società della mia zona mi avevano chiesto di diventare diesse proponendomi di fare il corso oppure di aiutarli con i loro atleti. Mi chiedevano di farlo a titolo gratuito o di volontariato. Per fortuna che ci sono i volontari, però non è possibile andare avanti o crescere ancora così. Il lavoro ce l’ho già. La mentalità è la stessa di venti anni fa, così come la gente che è la stessa. Io rivoluzionerei tutto e non perché lo dico io. Questa è la classica situazione del cane che si morde la coda.


Spiega pure.
Le società giovanili sono in queste condizioni perché non sono aiutate a livello economico e non hanno ritorni dal punto di vista del marketing o di altre strategie. Pertanto non riescono o non vogliono investire in figure giovani specializzate e preparate che lo fanno di mestiere. All’estero non è così, ma io mi preoccupo del ciclismo italiano. Non avere formazioni WorldTour e il relativo devo team condiziona parecchio i ragazzi. Le nostre professional stanno facendo anche troppo. E poi non c’è sempre il supporto della scuola.
Altro tema scottante, giusto?
Non tutti sono bravi a conciliare i due impegni e non tutti trovano la comprensione dei professori. La scuola non ti aiuta spesso perché gli insegnanti non capiscono quando uno studente è anche un atleta di richiamo nazionale e quindi è chiamato a ritiri o trasferte per eventi importanti. Mancano i crediti sportivi nelle scuole e questo può portare un ragazzo che vuole diventare un corridore, che poi diventerebbe il suo lavoro, a scegliere istituti privati o peggio ancora addirittura a lasciare la scuola. Va trovata una soluzione.


Pensare di voler diventare un corridore a 15/16 anni è esagerato?
Se guardo in generale direi di no attualmente, se invece guardo in Italia allora dico che è un male. Per tutte le ragioni che abbiamo detto prima. Aggiungiamo che la categoria U23 sta cambiando e purtroppo non tutti gli organizzatori si stanno adeguando. A parte le internazionali, ci sono corse nazionali per elite/U23 che non servono molto per fare crescere i nostri giovani. So che è difficile, per non dire impossibile, ma tanti organizzatori di piccole gare vicine dovrebbero accordarsi per fare un’unica gara internazionale, magari anche per juniores. Sono certo che poco per volta riuscirebbero ad avere una buona lista di partenti di alto livello. Non lamentiamoci se poi non avremo più corridori.