SOSPIROLO – Ieri il Giro d’Italia Women è passato esattamente davanti a casa nostra, poco dopo l’inizio della tappa Castel Tesino-Pianezze. Capita spesso che il Giro, Women o maschile che sia, passi in luoghi a noi familiari, anzi questa è una delle particolarità e delle bellezze del ciclismo. Ma vederlo scorrere proprio di fronte a casa propria, al punto che ci si può godere lo spettacolo dalla finestra, è un po’ più raro.
Ad un’ora dal passaggio faccio un giretto nei dintorni, per vedere come i paesi vicini si sono preparati al passaggio. Le atlete arriveranno da Cesiomaggiore lungo la pedemontana, una strada che chi scrive percorre tre-quattro volte la settimana in bicicletta (anche se normalmente in senso inverso a quello fatto dal gruppo).




La passione dei piccoli paesi
Il passaggio è atteso tra le 11,30 e le 11,40, ma la strada è chiusa già dalle 10,30. Molte persone sono già fuori, qualcuno attacca le ultime decorazioni, ma la maggior parte è già solo lì che aspetta. Un po’ in piedi, un po’ seduti su sedie di plastica o panche di legno, chiacchierano e aspettano. Qualcuno ha installato un gazebo e offre a chi passa ombre di vino rosso e pane e salame (il fatto che non siano nemmeno le 11, da queste parti, non spaventa nessuno).
Il Giro maschile è passato qui tre anni fa, nel 2022, e il paese era stato agghindato come solo i paesini di provincia riescono a fare. Perché nei paesini ogni piccolo evento diventa un grande evento, figurarsi il Giro d’Italia. Ogni casa ha messo fuori un nastro, dei fiocchi, anche solo un drappo rosa. Come mi dice un conoscente a cui faccio i complimenti per come, assieme ai vicini, ha preparato la sua strada: «Ci teniamo, certo, sono cose importanti queste. E’ pur sempre il Giro d’Italia che passa davanti casa!»




I bambini in Giro
Qualche centinaio di metri più avanti, sparsi su prato e colorati come fiori di campo, ci sono i bimbi dell’asilo di Paderno (frazione di San Gregorio nelle Alpi). Con le maestre hanno dipinto un telo bianco con le forme delle loro mani e lo tengono già lì dispiegato, in attesa di vedere arrivare la carovana. Stanno lì e salutano chiunque passi, anche me, come fossi un grande atleta.
Continuo il mio giretto lungo la pedemontana, salgo lungo la strada dove le atlete tra pochi minuti scenderanno. In cima alla salita che porta a San Gregorio incontro una giovane mamma con i due figli in giardino. Il più grande con una bandiera italiana come mantello, la piccolina con una corona di palloncini tricolori. «Li ho tenuti a casa dal centro estivo apposta, così possono veder passare le ragazze».








“Dateci le biciclette”
In una fattoria tra San Gregorio e Cergnai, frazione di Santa Giustina, hanno fatto le cose in grande: scritta gigante “W il Giro” sul prato e due lenzuoli per Elisa attaccati a due balle di fieno. «Longo Borghini?», chiedo. «Certo!».
Inizia ad esser tardi, meglio sbrigarsi se voglio tornare a casa prima che arrivino. Prima di girarmi e tornare indietro però mi fermo di fronte al museo della bicicletta di Cesiomaggiore, dove incontro un amico. E’ qui con sua figlia vestita da principessa. Ieri, assieme, hanno preparato un cartello che aspettano di mostrare alle atlete. Ma sarebbe bello, penso leggendolo, che lo vedesse tutto il mondo. Il cartello recita: “Tenetevi le carrozze, dateci le biciclette”.