Gimondi, a 50 anni dal mondiale una storia di storie

03.09.2023
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SEDRINA – Domenica 2 settembre 1973, a Barcellona splende un sole che benedice 83 corridori, pronti a partire per il mondiale di ciclismo che si disputa nel complicato percorso del Montjuic. In casa Belgio il capitano è Eddy Merckx, ma il giovane Freddy Maertens scalpita. In casa Spagna c’è Luis Ocaña. In casa Italia invece, il ct Defilippis ha cucito una nazionale su misura per Felice Gimondi. Anche su casa Gimondi ovvero Almè, alle porte della Val Brembana, la giornata è un po’ più che settembrina: sole, caldo, gioia. Ma soprattutto: attesa. Primo: perché la signora Gimondi, Tiziana, porta in grembo la secondogenita, Federica pronta a venire al mondo. Secondo: perché Gimondi ha preparato al meglio quel mondiale. In casa lo sanno. La piccola Norma, primogenita, è in un’età in cui riesce appena a capire.

«L’avvicinamento alla gara – spiega – era un percorso in cui la famiglia subiva la tensione di papà, ma con il pieno rispetto per il suo lavoro. Non dovevamo dargli pensieri e stare attenti all’alimentazione».

Qui Gimondi sul Montjuic durante i campionati del mondo del 1973: ecco il gruppetto che si giocò l’iride
Qui Gimondi sul Montjuic durante i campionati del mondo del 1973: ecco il gruppetto che si giocò l’iride

Il circuito del Montjuc

Poi, la partenza con la nazionale e la cornetta del telefono come unico gancio per sentire ogni sera il papà, il marito Felice «che era nevrile in quelle ore, perchè sentiva le corse», aggiunge Norma. Il campionato del mondo scatta alle 11. La corsa si anima grazie ad una fuga nutrita di corridori di buon calibro, tra cui c’è anche Battaglin. Il tentativo però sfuma. A due giri dal termine, sullo strappo che precede il passaggio al Montjuic, Merckx scatta.

Ildo Serantoni, il biografo di Felice Gimondi, già illustre firma della Gazzetta dello Sport, ci porta direttamente in corsa.

«Felice – ci confida – raccontava che corse quella gara con l’obiettivo di stare dietro a Merckx nella speranza di arrivare con lui almeno all’arrivo, ma sapendo che prima o poi lo avrebbe battuto».

Ildo Serantoni e Norma Gimondi, il biografo e la figlia di Felice, scomparso nel 2019
Ildo Serantoni e Norma Gimondi, il biografo e la figlia di Felice, scomparso nel 2019

Avversari e preghiere

Eddy su quello strappo non riesce a fare il vuoto. Davanti si forma il poker d’assi: Merckx, Maertens, Gimondi e Ocaña.

«A quel punto – prosegue Serantoni tramandando le memoria di Gimondi Felice nota che “il Cannibale” e Maertens si parlano e capisce che sarà Merckx a fare la volata. Si ripete una volta di più: sto attaccato finché riesco».

A casa Gimondi, intanto, la squadra è quella delle grandi occasioni. Sul divano posizionato in mansarda, la tensione è alle stelle.

«Ricordo – dice Norma – che c’eravamo: io, mia mamma, nonno Mosè, nonna Angela e la mia bisnonna Natalina».

La telecronaca si mescola con le preghiere dei Gimondi, assai devoti. «Pregavano, pregavano», ripete Norma. Il mondiale si gioca in volata. Sul rettilineo finale si presentano: Maertens, Gimondi, Merckx e Ocaña. A casa Gimondi regna il silenzio. Tiziana, col pancione, si alza e si nasconde dietro ad una colonna della mansarda. Non vuole guardare e prega. Pater, Ave e Gloria.

«Mica perchè speravo vincesse – racconta – ma perché avevo paura che cadesse. E non guardai».

Questo il monumento scoperto ieri a Sedrina alla presenza di Tiziana Gimondi
Questo il monumento scoperto ieri a Sedrina alla presenza di Tiziana Gimondi

A ruota di Maertens

Serantoni ci porta negli ultimi 200 metri: «Felice si mette dietro a Maertens che fa lo sforzo massimo per il suo capitano. Ad un certo punto si sposta, Gimondi aspetta Merckx, che però non arriva. Capisce che quello è il suo momento, si alza sui pedali e lancia lo sprint. Si accorge che Eddy non arriva. Se ne accorge anche Maertens, che riprende a pestare sui pedali per contendere a Gimondi l’iride».

Il cuore, a casa Gimondi, sobbalza. Le preghiere di Tiziana si intensificano. Pater, Ave, Gloria. Maertens e Gimondi sono affiancati a poche decine di metri dalla linea. Serantoni: «Gimondi allarga il gomito per difendersi dall’attacco del belga. Mi confidò che tra sé e sé aveva pensato in quel secondo di tempo, in bergamasco stretto: “Se ol pasà fò ergü, al fenese sö in tribuna” (se qualcuno mi vuole passare, lo spedisco in tribuna)».

Tiziana Gimondi ha diviso la vita con Felice. Ci ha raccontato i suoi aneddoti su quel mondiale di 50 anni fa
Tiziana Gimondi ha diviso la vita con Felice. Ci ha raccontato i suoi aneddoti su quel mondiale di 50 anni fa

La maglia iridata

Gimondi vince il duello di corpo e gambe e conquista il mondiale. Secondo Maertens, terzo Ocaña, quarto Merckx che si pianta. Norma: «Ricordo un boato e poi ci trovammo tutta la Val Brembana fuori casa».

Tiziana termina le preghiere. Suo marito non è caduto. Poi, il ritorno in patria. Norma: «Ricordo papà che teneva la maglia bianca iridata toccandola con delicatezza come fosse la cosa più preziosa al mondo. Poi la posarono su di me per qualche fotografia».

Per Tiziana, il post vittoria fu semplicemente: «Eh… bello». Bergamo, a 50 anni da quel giorno, ha dedicato al suo Felice Gimondi una due giorni di eventi per celebrare lui e quella giornata. E’ stata svelata una scultura dedicata al campione di Sedrina che tra qualche mese troverà posto in un luogo del centro città ancora non rivelato. Serantoni: «Felice si è portato fino alla fine un grande cruccio, quello di non essere riuscito a sdebitarsi abbastanza con i suoi gregari e con la sua famiglia».

Il 2 settembre del 1973, Felice Gimondi diventa campione del mondo davanti a Ocaña e Maertens (foto L’Equipe)
Il 2 settembre del 1973, Felice Gimondi diventa campione del mondo davanti a Ocaña e Maertens (foto L’Equipe)

Norma: «Qualche mese prima che morisse, chiesi a mio papà come avrebbe voluto essere ricordato dalla gente. Mi rispose che avrebbe voluto essere ricordato come un uomo onesto». A giudicare dall’affetto che la gente gli ha tributato ci prendiamo l’onere di dire a Felice: «Missione compiuta». Il sigillo lo mette la moglie Tiziana: «La prima qualità di mio marito? La dolcezza».