Finale Zwift: Gaffuri secondo, ma non tutto è perduto

27.02.2024
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Lo ha sognato. Ci ha sperato fino all’ultimo, ma alla fine Mattia Gaffuri ha dovuto riporre i suoi sogni in valigia insieme a tutto il resto. La finale della Zwift Academy non si è conclusa nel modo sperato, premiando alla fine il tedesco Louis Kitzki, al quale è stato offerto un contratto con il devo team dell’Alpecin Deceuninck, seguendo quindi le stesse orme di Luca Vergallito e di Jay Vine prima di lui.

Sono passati ormai giorni da quel 25 gennaio, ma l’ufficialità dell’esito della finale si è avuta solo nelle ultimissime ore: «Avevamo firmato tutti un contratto di riservatezza, non potevamo far trapelare nulla. Intorno a questo concorso c’è un impegno totale non solo della Zwift, ma anche di Alpecin-Deceuninck, della Canyon/Sram (la squadra WT femminile che dal canto suo ha premiato con un ingaggio l’ex triathleta sudafricana Maddie Le Roux) e anche di Eurosport. L’emittente ha addirittura mandato una troupe a fare un servizio a casa mia».

L’ex triathleta sudafricana Maddie Le Roux e il tedesco Louis Kinzki, i due vincitori (foto Zwift Academy)
Il vincitore Louis Kinzki, classe 2004, attualmente tesserato per il team Embrace the World (foto Zwift Academy)
Raccontaci com’è stata questa finale…

Ci siamo ritrovati in Spagna, a Calpe, durante il ritiro della Alpecin. C’era anche Van Der Poel, anche se è rimasto solo per i primissimi giorni, in quanto poi aveva la prova di Coppa del mondo a Benidorm. Noi sapevamo da fine dicembre di essere i finalisti dell’evento e già essere in 3 a giocarsi la vittoria (con Gaffuri e il vincitore anche l’altro tedesco Anton Schiffer, tesserato per Bike Aid, ndr) era già un grande risultato. Non sapevamo però su quali prove ci saremmo affrontati: da questo punto di vista è stato tutto una scoperta.

In che cosa consistevano queste prove?

La sfida vera e propria è iniziata il secondo giorno, quando abbiamo affrontato, dopo l’allenamento con la squadra, un test sul lattato e poi una prova massimale di 4’. Il giorno successivo era prevista la gara su Zwift e poi un test in discesa, che abbiamo affrontato dopo aver preso lezione da un tecnico specializzato. Il quarto giorno altro test massimale di 4’ a fine allenamento di gruppo. Poi i dirigenti si sono riuniti e in base ai responsi hanno preso le loro decisioni.

Per il comasco il test del lattato, subito dopo l’allenamento di squadra
Per il comasco il test del lattato, subito dopo l’allenamento di squadra
Quindi non erano prove con classifica, con un punteggio?

No, la decisione era in base alla loro valutazione. Era una scelta tecnica, che alla fine ha premiato il più giovane. Ci hanno detto che, dovendo dare un solo contratto, hanno preferito privilegiare il più giovane che può garantire una durata più lunga.

Com’era il rapporto fra voi tre, c’era concorrenza?

Sì, ma nei giusti limiti, per il resto abbiamo legato molto. Eravamo nella stessa camera e non mi sono mai sentito escluso dal fatto di non essere tedesco come loro. In quei giorni abbiamo chiacchierato molto, condiviso le nostre emozioni. E’ chiaro che ci speravamo tutti, ma alla fine uno solo poteva essere premiato. Io se devo essere sincero ho assimilato la delusione quasi subito, non posso rimproverami nulla perché ho dato il massimo ma neanche a chi ha preso la decisione. Non ho nulla da recriminare.

Quattro minuti di test massimale, sulle rampe de La Vallesa, il 2° e il 4° giorno
Quattro minuti di test massimale, sulle rampe de La Vallesa, il 2° e il 4° giorno
Il fatto che lo scorso anno ha vinto Vergallito pensi possa avere pesato nella decisione finale?

Non credo. Di fatto la decisione è stata presa dalla Alpecin in base alle loro esigenze, chiaramente il fatto che alla fine pesi la carta d’identità da una parte è un po’ doloroso, dall’altra però ci può anche stare nell’economia di un team WorldTour. Inoltre è stata una finale particolare…

In che senso?

Quando ci hanno comunicato il responso, i dirigenti hanno premesso che mai in passato c’era stato un livello così alto e la decisione era stata davvero difficile, per questo l’età è stata l’unica discriminante, perché eravamo allo stesso livello. Magari lo hanno detto per “indorarci la pillola”, però sono convinti che potremmo avere altre occasioni, ci hanno invitato a insistere perché a loro avviso siamo adatti anche al livello più alto, quello dei corridori professionisti della massima serie.

Mattia impegnato nella prova sulla piattaforma Zwift, dove si è guadagnato la finale
Mattia impegnato nella prova sulla piattaforma Zwift, dove si è guadagnato la finale
Parole importanti, soprattutto considerando i giudizi non troppo lusinghieri che un campione come Vincenzo Nibali aveva avuto via social su di te e in generale su questo passaggio diretto dal ciclismo virtuale a quello professionistico…

Con Vincenzo ci siamo chiariti da tempo, sui social la polemica è stata creata più da chi commentava che da me e mi è spiaciuto per lui, dato il suo prestigio. Non voglio assolutamente tornare su quella polemica che è stata più costruita, io sono orgoglioso di quello che ho fatto e vado avanti per la mia strada.

Quello che hanno detto i dirigenti potrebbe però essere vero, considerando ad esempio la vicenda legata a Chiara Doni, seconda lo scorso anno e protagonista di uno stage con la Jayco-AlUla…

Chissà, potrebbe capitare anche a me, i dirigenti hanno detto che i nostri nomi ora sono nei taccuini non soltanto loro perché la finale di Zwift è molto seguita nell’ambiente. Io non voglio illudermi, cerco di andare avanti alla giornata e seguire nuovi obiettivi.

Gaffuri impegnato a Girona: nella Santa Vall ha chiuso 43° a 26’26” dallo slovacco Vakoc (foto Instagram)
Gaffuri impegnato a Girona: nella Santa Vall ha chiuso 43° a 26’26” dallo slovacco Vakoc (foto Instagram)
Quali sono?

Ora sono entrato in rapporti con Colnago per seguire la stagione del gravel. Anzi, ho già gareggiato in una prova internazionale, la Santa Vall a Girona in Spagna che era una corsa a tappe su tre prove. Non è andata benissimo, nella tappa finale sono caduto e alla fine in classifica ho chiuso 43°. E’ stata però una gara molto utile e importante per capire, per imparare. Il passaggio dalla strada alla gravel non è così automatico, soprattutto per chi come me non ha un passato offroad, devo lavorare molto sulla tecnica. Conto comunque di seguire la stagione internazionale e magari presto o tardi il cellulare squillerà…