“C’è un nuovo partner, e che partner, per Androni Giocattoli Sidermec. E’ ufficiale, infatti, anche senza la possibilità di far seguire al contratto la più classica delle strette di mano causa pandemia, l’accordo che lega per la stagione 2021 Work Service Group al team di Gianni Savio e Marco Bellini…”.
Il comunicato che il 3 gennaio è rimbalzato nei computer di tutte le redazioni iniziava esattamente così e obiettivamente non ci sarebbe stato niente di clamoroso, in una fase in cui quasi tutte le squadre vanno in cerca di uno spessore per rendere la situazione meno traballante. Solo che questa volta, volendo uscire dalla lettura frettolosa, la notizia è interessante per tutto quello che Work Service rappresenta per il ciclismo italiano, partendo dai giovanissimi e risalendo per gli juniores fino alla continental.
L’azienda ha sede operativa a Padova e si occupa di logistica integrata e servizi industriali. Così, dopo settimane a parlare di strutture troppo grandi fra gli juniores, ci è venuta la curiosità di mettere alla prova Massimo Levorato, classe 1973, che è il Presidente dell’azienda e della squadra. E che nella foto di apertura è con Andrea Lucchetta, alla presentazione 2019 dei suoi team.
Perché il ciclismo e soprattutto con tanto impegno?
Ho fatto il corridore fino al secondo anno da dilettante. Ho goduto del meglio che si potesse attingere da direttori sportivi appassionati, con la mentalità del buon padre di famiglia. Anni che mi hanno trasmesso una grossa dose di altruismo e la capacità di condividere il lavoro. Per cui a un certo punto restituire tutto quello che ho ricevuto mi è sembrato persino normale. E’ quello che mi motiva e mi gratifica, perché mi permette anche di far passare un messaggio diverso da quello del semplice rincorrere i risultati.
Quale messaggio?
Cerco di sensibilizzare i ragazzi e le famiglie, ma la mia stessa azienda, che si può crescere anche attraverso la competizione.
Parliamo di ciclismo e scuola?
La cultura personale non dipende dal lavoro che fai, perché non sarai ciclista a vita e non ci servono ex corridori che non sono capaci di dire due parole. Per questo chiediamo ai ragazzi anche di avere una buona resa scolastica. Aver studiato serve anche a saper leggere i contratti.
Un punto importante…
Una volta non era così e questo ha determinato anche la vita federale, lasciando che a decidere sia gente che non ha la giusta formazione. Fosse per me, farei una riforma del sistema elettorale, permettendo l’accesso al voto agli addetti ai lavori in base alla loro capacità di incidere sul movimento. Il sistema della delega non va più bene.
Ci sono squadre juniores che spingono troppo sul gas, voi siete una delle più grandi.
Il primo intento non è riempire la bacheca con le coppe, qualche anno va bene e qualche anno meno. I nostri direttori sportivi sono tutti laureati in Scienze Motorie e se uno che allena dei ragazzini ha cognizione di quello che fa, è già tanto. Ci sono società che lavorano bene e altre che sono ferme su vecchi schemi e non sempre fanno l’interesse dei ragazzi. Noi siamo ben organizzati, senza l’assillo di stare con i primi. Mi dispiacerebbe passare per uno che vuole farsi pubblicità. Se così fosse, credetemi, sarebbe più semplice sponsorizzare il calcio. Qui ci sono passione e altruismo. Abbiamo i giovanissimi e organizziamo gare.
I risultati però non mancano.
Ma non prendiamo solo i campioni. Abbiamo tanti ragazzi normali che sono voluti venire perché hanno capito che qui si lavora in un certo modo. E nella continental quest’anno abbiamo fatto un grande ringiovanimento, tranne tre elite che però dovranno essere riferimenti per i più giovani.
Che rapporto c’è fra il presidente e i corridori?
Parlerei di cordialità e ascolto. Mi piace capire e discutere anche dei problemi che esulano dall’ambito sportivo. Un atleta è prima di tutto una persona. E a loro chiedo di crescere fino a capire dove si collocheranno nel mondo del lavoro. Quanti sono i professionisti che possono vivere di quello che hanno guadagnato? Pochi, gli altri devono imparare un mestiere. Soprattutto quelli che hanno fatto tanta fatica in cambio di uno stipendio da operaio specializzato. Non tutti riescono.
Un esempio?
Era convinto che il nostro Zordan sarebbe diventato qualcuno, ma purtroppo non è andata così. Mentre per quello che si vide fra gli juniores, credevo che Moscon non fosse il corridore che è diventato.
Cosa pensa alla luce di questo dei procuratori fra le categorie giovanili?
Penso che da ragazzi il miglior procuratore sia la famiglia, a patto che ci sia dialogo. Non serve altro. Non sempre quel che si vede da ragazzi si conferma negli anni successivi. Quelli forti emergono anche senza qualcuno che vada a proporli in giro…
In che modo questo spirito si incastra con la scelta di affiancare l’Androni?
Nasce da un’analisi più completa del nostro mondo. La continental è un serbatoio per ragazzi che finiscono la scuola e magari vogliono andare all’Università. Ragazzi cresciuti nelle nostre squadre juniores, che vogliono proseguire nello stesso ambiente. Germani ha fatto una scelta diversa ed è andato alla Francaise des Jeux, una strada legittima che spero lo porti a riuscire anche come uomo. Ma se qualcuno vorrà andare avanti, è giusto che abbia la possibilità di provarci.