MILANO – Ganna è tornato dalla Colombia con un bel pizzetto, che fa il paio con quello di Matteo Sobrero (con lui in apertura). I due sono stati ospiti di Giovanni Lombardi sulle spiagge di Cartagena e hanno lo sguardo di chi le vacanze se le porta ancora addosso.
Pippo è entrato nel foyer del Teatro Manzoni con l’espressione assorta, poi ha iniziato a sorridere e rispondere. Indossa la tuta della nazionale e la sfumatura dei capelli è alta come quella di un soldato pronto per il fronte. Le interviste in questa fase della stagione vanno a metà fra il bilancio, la chiacchiera e l’aspettativa, stando alla larga dal già detto.
Tutti i colori di Ganna
Le vittorie nel 2023 sono venute da quattro crono: alla Tirreno, al Wallonie (dove ha vinto anche la prima tappa in linea e la classifica finale), ai campionati italiani e alla Vuelta. Poi ci sono stati piazzamenti che con un po’ di fortuna o mestiere in più sarebbero diventati vittorie pesanti. Come il secondo posto della Sanremo, il sesto alla Roubaix, il secondo nella crono dei mondiali, oltre ai tre secondi posti in tappe della Vuelta e persino il secondo posto nell’arrivo in salita della Vuelta a San Juan, battuto solo da Miguel Angel Lopez. Prestazioni che hanno descritto un Ganna più ricco di colori, rispetto alla versione del cronoman.
«Non a caso – dice – fra i momenti migliori metto essere arrivato all’ultima tappa della Vuelta e aver fatto secondo, dopo tanti giorni di sofferenza. Anche aver finito il Lombardia, la gara che forse è meno adatta a me, dopo tante forature e cambi di bici è stato un bel momento. Certi piazzamenti non sono state vittorie davvero per poco, ma servono fortuna e condizione. Uno si può allenare, può avere la giornata top, reagire in momenti no e fare secondo. Poi magari quest’anno torno alla Sanremo e neanche la finisco. Chi lo sa? Le conclusioni si trarranno la sera della gara. Perciò sono tranquillo. Sto finendo il mio periodo di vacanze. All’ultima di novembre, prima di andare al ritiro con il team, ricomincerò ad allenarmi».
Il fatto che sarà un anno olimpico cambierà qualcosa nei tuoi programmi?
Alla squadra ho detto che il primo obiettivo sarà la cronometro alle Olimpiadi, poi tutto il resto verrà di conseguenza. Si sa che cominceremo in Australia per poi arrivare alla prima Coppa del mondo su pista, utile per la qualifica olimpica. E poi vedremo come procederà. Siamo tutti sulla stessa linea. Parigi sarà il principale obiettivo stagionale, ma cercheremo di affrontarlo con la solita spensieratezza. Per il resto della stagione non mancherà la voglia di fare bene e di correre. Non metterò un numero sulla schiena solo per partire, si cerca sempre di dare una mano o partire da leader. Per questo dico che sarà una stagione lunga.
Una delle tante…
A pensarci bene, è vero. Con tutti gli scongiuri del caso, io riesco ad avere tanti obiettivi. Ci sono corridori che puntano al Giro e come prima gara fanno la Tirreno. Io invece alla Tirreno magari ci arrivo già con 20 giorni di corsa. Vorrà dire che manderò alla squadra la fattura giusta (ride, ndr).
Evidentemente preferisci correre che allenarti…
Allenarmi mi piace, è bello, cerchi percorsi che ti servono per migliorare. Però alla fine la gara è gara. E’ lì che puoi spingerti oltre il limite perché un avversario ti scappa, quindi è la gara che ti dà le conferme giuste.
Nel 2024 andrai in cerca di gare che abbiano una cronometro?
In realtà, non è che all’inizio della stagione ce ne siano tante. E prima del Giro, forse l’ultima è la Tirreno-Adriatico. Quindi ci sarà da fare forse più test personali, per capire se si è veloci oppure no.
Hai voglia di ricominciare?
Sì, vuol dire che il riposo è servito a qualcosa. Sono tranquillo, sono rilassato. Forse c’è stato qualche evento di troppo che spezza la tranquillità delle giornate, ma ci sono, bisogna farli e meno male che ci sono.
Perché hai parlato di crono e non di quartetto?
Per semplice cronologia. Nel calendario se non sbaglio dovrebbe esserci prima la cronometro poi il quartetto. Quindi ovviamente sarò focalizzato al 110 per cento sulla cronometro. Ho già dimostrato a Tokyo che si può arrivare al massimo anche per il quartetto. Ovviamente nella crono la pressione sarà al 100 per cento su di me, in pista la divideremo in quattro, quindi avremo tutti quanti un ruolo fondamentale per riconfermarci.
La crono sarà anche l’obiettivo di altri. Ai mondiali si è cominciato a ragionare sul distacco da Evenepoel. Quanto sarà importante il lavoro sui materiali?
Non bisogna mai sedersi, perché se ti siedi rimani indietro. Vedremo col prossimo anno se ci saranno nuovi sviluppi, nuovi materiali, nuove tecnologie. Io do le mie idee, ma quando poi si va sul pratico, preferisco che facciano loro perché io non ne capisco un granché. Mi fido 100 per cento della squadra, perché alla fine è anche grazie a loro se ho avuto tanti risultati. Ci sarà da lavorare tanto, tra galleria e test. Qualcuno dice sull’allenamento, ma non credo, visto che alla fine ho espresso i valori migliori di sempre.
Fra poco si ricomincia, ma a Palma de Mallorca non troverai Tosatto, passato alla Tudor…
Tosatto è stato il direttore con cui ho vinto di più, a parte Dario come allenatore che è sempre in macchina per le crono. Quindi con “Toso” c’è un bellissimo legame. Io spero tutto il meglio per lui con la nuova squadra. Siamo rimasti sempre in buoni rapporti, anche nel tempo libero. Diciamo che mi fa piacere vederlo e sentirlo.
Quest’anno per la prima volta ti abbiamo visto più sicuro nei panni del leader.
Alla fine ho sempre fatto quello che mi veniva chiesto di fare. Forse il non avere fretta e il mio portare rispetto per i più anziani fa sì che adesso anche loro abbiano rispetto per me. Basta vedere che lo stesso Thomas si è messo a tirarmi le volate. Non vedi tanti leader di un certo peso lavorare per i più giovani, quindi la cosa mi fa piacere. So che non mi sono voluto impossessare di un ruolo non mio, ma l’ho guadagnato, come pure la fiducia della squadra e dei compagni.
C’è ancora spazio per migliorare?
Sempre, quindi chi lo sa? Si valuta anno per anno. Poi magari la prossima sarà la stagione della mia vita e non ce ne sarà più una uguale.
Che cosa significa pensare che le Olimpiadi si correranno nel velodromo di St Quentin en Yvelines in cui hai vinto qualche titolo mondiale?
Significa che non bisogna dare pressioni, dai ragazzi…
Ride. Mostra le foto della Colombia. Ha la leggerezza dei giorni migliori, segno che davvero le vacanze erano necessarie e sono servite per recuperare. Ma provate a togliere la bici a qualsiasi bambino che la ami. Dopo un po’ la voglia di ripartire sarà più forte del miraggio di qualsiasi viaggio esotico. E’ la magia del ciclismo, è la magia dei campioni.