VAL DI ZOLDO – Quando quelli della Ineos vengono al Giro sembrano più rilassati che al Tour. Fu così nel 2020 con Geoghegan Hart e l’anno successivo con Bernal, ma soprattutto quando arrivò Froome, che capovolse il Giro del 2018 con un’impresa leggendaria che abbinò gambe e sorrisi. In apparenza le cose vanno così anche con Geraint Thomas, maglia rosa anche dopo la tappa di ieri.
Il gallese, che in carriera ha già vinto un Tour, due ori olimpici e tre mondiali su pista, si muove in corsa e nel protocollo con i gesti lenti di chi c’è già stato e sa di non dover sciupare le energie. Nel frattempo parla, risponde e sembra più simpatico rispetto a quanto di lui si dice nel gruppo.
Questo è quello che ha detto ieri dopo essersi salvato agevolmente dal forcing di Kuss e Roglic a Val di Zoldo, mentre Almeida ha pagato pegno.
Siete tre in 39 secondi: si possono fare previsioni?
Penso che siamo tutti molto simili, ma non tutti uguali nello stesso giorno. Oggi so che potrei essere io, domani potrebbe andare meglio a un altro. Sul Bondone ha sofferto Roglic, a Val di Zoldo è toccato ad Almeida. Quindi è importante avere delle solide basi, superare anche le Tre Cime di Lavaredo e pensare che sicuramente nella cronometro ci saranno delle differenze.
Il Roglic di Val di Zoldo è più consistente di quello del Bondone?
L’ho visto molto più forte, certamente come me lo aspettavo a inizio Giro. Oggi (ieri, ndr) non c’è stata nessuna sorpresa, ma qualcuno ha un po’ pagato e non mi stupisce. E’ stata una giornata super dura. Con il caldo che abbiamo provato, è sembrata una gara completamente diversa rispetto alle prime due settimane. Anche per questo sono felice di essere davanti e in grado di rimanere in gara.
Sembri molto calmo: è così davvero o stai recitando un copione?
Non sto tutto per il tempo con il risultato finale nella testa. Ho vinto il Tour e sono salito sul podio altre tre volte volte e questo è un bel bonus. Ho 37 anni, dovrei essere su una spiaggia e non qui a giocarmi il Giro.
E allora perché sei venuto?
Per me è un bonus enorme, mi sto davvero divertendo e voglio approfittarne al massimo, perché so che la carriera non durerà per sempre. E’ bello godersi i bei momenti perché ce ne sono stati anche di negativi. Mi piace essere in rosa, per cui darò tutto. Devo provare a mantenerla, ma questo non mi mette troppa pressione.
La tua esperienza sarà un vantaggio decisivo?
Non sono sicuro. Immagino di avere fiducia e convinzione, so come farlo. La stessa storia vale per la squadra intorno a me, che ha un’esperienza di anni. Allo stesso tempo, anche un ragazzo giovane come Almeida non ha niente da perdere. Lui ha davanti a sé molti anni davvero belli e potrebbe semplicemente rimanere bloccato, per cui penso che tutti abbiamo punti forti e punti deboli.
Aver vinto il Tour ti tornerà utile?
Io penso di sì. Mi sento sicuro, in un certo senso quella vittoria mi toglie un po’ di pressione. Non mi sento come se questo Giro fosse una vittoria decisiva per la carriera. Ho fatto 12 Tour, cinque volte il Giro e una Vuelta, quindi penso che tutto questo in qualche modo entri in gioco, anche solo per dire ai ragazzi come muoversi durante la corsa.
Come è stato festeggiare il compleanno al Giro d’Italia?
E’ stato un grande giorno. I fan italiani sono stati semplicemente incredibili. Mi gridavano: «Auguri, auguri!». Sono stato sorpreso, ad essere onesto, il tifo è stato incredibile. Quindi mi sto davvero divertendo e spero che possa continuare.
Quando Roglic ha attaccato, hai potuto vedere i dati sul computerino?
E’ stato tutto un fatto di sensazioni. Come ho già detto, non guardo mai la potenza, proprio non la visualizzo sullo schermo. Vedo solo la distanza, il tempo e le mappe. Nel corso degli anni questa è stata la mia qualità migliore, insieme allo sforzo per non avere troppi alti e bassi. Spero di poter continuare così, perché domani (oggi) sarà un giorno enorme, il più grande del Giro.
La tappa di Caorle è stata veloce e facile, come l’hai passata?
E’ stato uno dei giorni più semplici di quest’anno. Abbiamo preso 10 minuti di pioggia, forse perché non possiamo avere un solo giorno senza bagnarci. La cosa principale è stata solo assicurarsi che ci alimentassimo bene. Per il resto, ho cercato di salvare le gambe il più possibile. Penso che i miei avversari siano ancora entrambi pericolosi.
Conosci le strade che ti aspettano verso le Tre Cime di Lavaredo?
Quello no, non ho fatto alcuna ricognizione. Tutto quello che so me lo dicono Tosatto e Puccio, che conoscono molte strade, ma sul road book non ho visto niente. Domani (oggi, ndr) visto il percorso, si può definire la tappa regina, ma penso che molto potrebbe cambiare in qualsiasi momento della giornata. Dovrò essere pronto.
Se potrai, potresti anche attaccare?
Penso che ci impegneremo per cogliere un’opportunità, ma ovviamente nel modo giusto. Non ci lasceremo trasportare e continueremo a crescere come abbiamo fatto finora. Possiamo anche avere un piano e rispettarlo, ma bisogna anche essere in grado di adattarsi sulla strada, perché in questa gara possono succedere tante cose.
La tappa Longarone-Tre Cime di Lavaredo partirà alle 11,35. I corridori affronteranno il Passo Campolongo, il Valparola, il Giau, il Passo Tre Croci e l’arrivo alle Tre Cime. Nel pomeriggio, fra le 17 e le 17,30, sapremo se Thomas avrà mantenuto la maglia rosa e se sarà lui domani a partire per ultimo nella crono di Monta Lussari.