Tiberi e il racconto della prima vittoria da pro’

22.05.2022
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Le occasioni arrivano sempre, basta avere pazienza e una buona dose di opportunismo per saperle cogliere. Mentre il Giro d’Italia lasciava caoticamente l’Ungheria, portando via il circus della Corsa Rosa, nel Paese magiaro arrivavano altri corridori pronti a partire per il Tour de Hongrie. Una corsa a tappe minore per caratura ma non per nomi, basti pensare che l’ha vinta Eddy Dunbar e che a giocarsi le volate c’erano Groenewegen, Viviani e Jakobsen. Tra questi nomi altisonanti si è ritagliato spazio un giovane molto promettente che milita nella Trek Segafredo: si tratta di Antonio Tiberi. Il corridore ciociaro ha conquistato la sua prima vittoria tra i professionisti nella tappa regina, l’unica con arrivo in salita. 

Tiberi è riuscito a superare Dunbar solamente negli ultimi 100 metri
Per raggiungere e superare Dunbar, Antonio ha fatto gli ultimi 500 metri “a tutta”

Una bella prima volta

La prima vittoria tra i pro’ regala sempre delle emozioni che difficilmente si riescono a rivivere. Forse perchè arriva quando meno te l’aspetti e ti giochi tutto, metro dopo metro nella tenace rincorsa al successo. 

«Fin dalle prime tappe – racconta Antonio – le sensazioni erano buone. A causa di un po’ di inesperienza, nella seconda tappa mi sono ritrovato nei ventagli e ho perso 12 minuti dai primi. Nell’ultima frazione, appena è andata via la fuga, mentre eravamo in gruppo, sentivo la gamba “piena”. Dopo un’oretta di corsa, però, ho iniziato ad accusare un po’ la tensione e mi sentivo strano. Sarà perché anche lo scorso anno feci bene qui chiudendo terzo».

Nella seconda tappa Tiberi è rimasto “incastrato” nei ventagli perdendo 12 minuti
Nella seconda tappa Tiberi è rimasto “incastrato” nei ventagli perdendo 12 minuti

L’inizio della rimonta

«Più i chilometri passavano – continua – più mi sentivo stanco e debole, ma era solamente una sensazione psicologica. Anche all’imbocco dell’ultima salita sentivo di non aver l’energia per andare avanti, anche se, man mano che si saliva riuscivo a tenere tranquillamente il passo. Rimanevo sempre in fondo al gruppo, così ai meno tre mi sono detto che non potevo rischiare di staccarmi per una stupidaggine come alla seconda tappa, quindi ho rimontato un po’ di posizioni».

«Ai meno due dall’arrivo – continua Tiberi – Dunbar è partito, io sono rimasto calmo e ho mantenuto il mio passo. Dopo poco ho ripreso i corridori davanti a me, uno della Movistar (non ricordo chi) e Battistella. Una volta ripresi, ho pensato bene di scattare. Se me li fossi portato dietro avrei perso tutte le chance che avevo di vincere».

Il giovane corridore della Trek si era già messo in mostra alla Coppi e Bartali chiudendo al quinto posto la tappa di San Marino
Il giovane corridore della Trek si era già messo in mostra alla Coppi e Bartali chiudendo al quinto posto la tappa di San Marino

Una grande soddisfazione

Il racconto di Antonio è freddo, analitico, come se nella sua testa stesse ancora rivedendo le immagini della corsa.

«Agli ultimi 500 metri mi sono detto “ora o mai più” allora ho prodotto il massimo sforzo, vedevo Dunbar avvicinarsi velocemente e agli ultimi 100 metri l’ho saltato. La prima sensazione, superata la linea del traguardo, è stata quella della liberazione. Già l’anno scorso ero andato vicino alla vittoria e riuscirci ti toglie proprio un peso. Non abbiamo avuto modo di festeggiare con la squadra, anche perché la sera avevamo tutti l’aereo. In realtà anche arrivato a casa l’ho vissuta serenamente, questo lo considero un punto di partenza, non di arrivo».

Uno dei prossimi appuntamenti per Tiberi saranno i campionati italiani, dove correrà anche la cronometro
Uno dei prossimi appuntamenti per Tiberi saranno i campionati italiani, dove correrà anche la cronometro

Il secondo anno tra i pro’

Antonio è al suo secondo anno tra i professionisti, è giovane, tra poco più di un mese, il 24 giugno, compirà 21 anni. Le sensazioni che prova a correre con i grandi sono vive, ricche di emozioni e vive tutto con la consapevolezza che il lavoro da fare è molto, ma la strada imboccata è quella giusta.

«Alla Trek mi trovo bene – dice – concedono a tutti il giusto tempo per maturare e raggiungere il proprio livello. Nella prima parte di stagione sono andato abbastanza forte, mi ritengo soddisfatto. La cosa che mi ha dato maggior consapevolezza è il gareggiare con i più grandi e vedere fino a che punto riesco a tenere. La Coppi e Bartali da questo punto di vista è stato un bel banco di prova, le cose da imparare sono ancora tante, basti pensare ai ventagli che mi hanno tagliato fuori in Ungheria. Un’altra delle cose belle della Trek è che facendomi correre queste gare minori, mi permette di imparare. Così quando sono nelle corse più importanti posso mettere in pratica tutto.

«Nella seconda parte di stagione uno degli obiettivi principali era il Tour de Hongrie. Ora mi attende un breve periodo di riposo e poi andrò al Delfinato, un bel banco di prova anche quello. Ci saranno tutti i corridori che prepareranno il Tour de France, si andrà forte. Se tutto andrà bene potrei debuttare alla Vuelta, sarebbe il mio primo grande Giro. Non c’è ancora nulla di certo, ma la speranza è di riuscire a meritarmi la convocazione».