Felicità Bernal: «Vediamo fin dove posso arrivare»

04.07.2023
4 min
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E’ vero, sono passate solo poche tappe, ma Egan Bernal sta disputando un buon Tour de France. Forse tra i big, tolto Adam Yates, è il più contento. Il re della Grande Boucle 2019 sta rifiorendo piano piano. Magari domani sul Marie Blanque pagherà dazio, ma i primi segnali sono davvero positivi.

Il corridore della Ineos Grenadiers fa parte di una schiera di atleti fortissimi, tutti in cerca di risposte o riscatto. Pidcock, che probabilmente avrebbe preferito essere in Val di Sole, alla Coppa del Mondo di Mtb, è ad un banco di prova: dovrà capire se fare classifica o puntare alle tappe. Carlos Rodriguez è il giovanissimo alla scoperta del Tour e di se stesso. Daniel Martinez, esce da un Delfinato piuttosto negativo… E poi appunto c’è Bernal.

La grinta di Bernal nella prima tappa del Tour. Se strada facendo crescerà ancora, saprà farci divertire
La grinta di Bernal nella prima tappa del Tour. Se strada facendo crescerà ancora, saprà farci divertire

Primo obiettivo raggiunto

Bernal aveva mostrato segni di ripresa nelle corse precedenti, ma qui il livello è ben diverso. La certezza del Tour non c’era mai stata. Al Delfinato, per sua stessa ammissione, aveva detto di stare male, nonostante un incoraggiante 12° posto. Qualche dubbio magari gli è anche passato per la testa.

Ogni cosa doveva procedere di passo in passo. Il colombiano, per dire, non aveva programmato la corsa gialla sin da questo inverno e così la sua preparazione non era stata unicamente improntata a queste tre settimane: semmai ad una crescita costante. Questa presenza Bernal se l’è costruita piano, piano, da solo.

«E’ un piacere – ci ha detto Egan – essere tornato di nuovo qui al Tour. Di preciso non ricordo quando mi hanno detto ufficialmente che ci sarei stato, ma dopo il Delfinato, una decina di giorni prima della grande partenza, direi… Un bel momento».

Tantissimi colombiani sulle strade del Tour… e Bernal non ha mancato il saluto
Tantissimi colombiani sulle strade del Tour… e Bernal non ha mancato il saluto

Quanto tifo per Egan

Bernal è un patrimonio del ciclismo. Se tornasse quello di un tempo, avremmo un altro mega-protagonista: cosa che aggiungerebbe tensione e spettacolo a questo luglio pazzesco.

In questi giorni Egan è stato acclamatissimo. Anche nei Paesi Baschi la compagine colombiana era forte e per lui, e a dire il vero anche per Uran, c’erano sempre dei cori speciali.

E anche in Italia qualcuno gioisce. «Ah, l’Italia… mi sento sempre con Savio, Ellena: ci scriviamo ogni volta. Siamo rimasti legati anche se le nostre storie si sono divise. Ma sono rimasto legato a tante persone in Italia e all’Italia stessa, soprattutto dopo aver vinto il Giro».

Col suo italiano fluente, il colombiano classe 1997 racconta questa avventura e il recente passato. Il Covid e soprattutto l’incidente del gennaio 2022 sono stati una mannaia terribile per la sua carriera. E mentre parla sono evidenti i segni sul volto di quel giorno. Il labbro superiore e la parte bassa del naso rivelano cicatrici.

«Ci sono state tante sensazioni e sentimenti contrastanti in questo periodo – racconta Bernal – però io ho sempre tenuto duro. Così è la vita e delle volte bisogna avere la grinta di rinascere di nuovo. Ed è quello che stiamo facendo».

Egan al centro con i grandi sullo Jaizkibel, forse la più grande prestazione dal suo rientro
Egan al centro con i grandi sullo Jaizkibel, forse la più grande prestazione dal suo rientro

Sfida col destino

E quando le cose vanno bene il campione poi prende fiducia. Pensiamo a Pantani che dà un segno di ripresa sulle rampe centrali del Ventoux. Ci crede e vince… ma di misura. E qualche giorno dopo distrugge tutti a Courchevel. Bernal non sfugge a questa legge.

Sul Pike, prima tappa, si era staccato da 15 corridori. Il giorno dopo sullo Jaizkibel era restato con i migliori, per di più pedalando nelle posizioni buone del gruppetto. All’arrivo era raggiante. Un fuoriclasse fiuta certe cose, capisce quando si avvicina il momento “della caccia”.

Per esempio, Van Aert si era leggermente defilato, non ha aperto un vero buco, ma il corridore della Ineos-Grendiers lo aveva saltato immediatamente. Piccole cose, ma che danno morale: «Per ora le sensazioni sono buone», ha ribadito il colombiano.

Tuttavia, queste sensazioni saranno anche buone, ma è chiaro che gli manca ancora qualcosa per essere il super Bernal.

«Cosa manca… devo continuare ad allenarmi e a fare chilometri, chilometri in corsa. Quella è secondo me la giusta formula per un buon cammino. Sono stato quasi un anno senza pedalare e dopo neanche due da quel giorno, sono di nuovo al Tour e, per di più, in questa condizione. E’ buono. Vediamo dove posso arrivare». Parole non banali se dette da un corridore come Egan.