De Marchi, il dado è tratto, ma c’è ancora tanto da fare

30.04.2025
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«Se ti ricordi, ci siamo visti a dicembre – attacca De Marchi – e sei partito subito con la domanda secca: è l’ultimo anno da corridore? In realtà lì non c’era di niente di deciso, ero ancora in una fase molto riflessiva, mettiamola così. Ho finito di riflettere e ho preso la decisione una quindicina di giorni dopo che ci siamo visti. Stavo per andare a Gran Canaria con la famiglia per allenarmi e poco prima di partire ne ho parlato con Anna ed ero arrivato a questa conclusione».

Dopo tanti anni, finisce che basta uno sguardo. Per cui, quando il 9 dicembre ci trovammo faccia a faccia, fu subito chiaro che avevamo di fronte un uomo al bivio e venne naturale fargli la domanda diretta per osservarne la reazione. Si era quasi alla fine del viaggio, serviva il tempo per dirselo nel modo giusto.

Lunedì 9 dicembre, primo pomeriggio ad Altea, Spagna. Si capiva che i pensieri di De Marchi fossero in subbuglio
Lunedì 9 dicembre, primo pomeriggio ad Altea, Spagna. Si capiva che i pensieri di De Marchi fossero in subbuglio

Lo capisci che si emoziona quando le frasi si allungano e le parole si ripetono, a tratti faticano per uscire. Non è facile raccontare quello che hai dentro. Non è facile mettere il punto e forse per questo il modo che ha scelto per farlo è stato un video molto emotivo in cui ha potuto dire la sua senza altri occhi addosso che la lente della telecamera.

Quando l’hai capito?

Non è stata una fase brevissima, è servito qualche mese e la calma dell’inverno è stata l’occasione giusta per mettere insieme i pezzi e guardarmi indietro.

La somma dei segnali?

Sembra assurdo, ma ho realizzato che uno dei campanelli d’allarme era suonato quando l’anno scorso ho vinto la tappa al Tour of the Alps. E’ stato stato sicuramente un giorno memorabile, di quelli belli che ti ricordi. Però pensandoci bene dopo, ho realizzato che rispetto ad altre vittorie e altre giornate, quello che avevo ricevuto indietro in termini di energia e di spinta era parecchio meno rispetto al passato. Quella cosa mi ha aperto gli occhi.

Tour of the Alps 2024, De Marchi torna alla vittoria dopo 924 giorni di digiuno. Eppure non è il giorno speciale che pensava
Tour of the Alps 2024, De Marchi torna alla vittoria dopo 924 giorni di digiuno. Eppure non è il giorno speciale che pensava
Ti ha dato la spinta per guardarci davvero dentro?

Alla fine, se ci pensi, la cosa difficile, almeno per me, è stato avere il coraggio di guardarmi allo specchio e ammettere che quello che ho fatto per 15 anni inizia quasi a non a non piacermi più. Che non è più la cosa principale in cui mi vedo guardando un poco più avanti. E’ stato decisivo anche capire che, quando pensavo al futuro, la prima cosa che mi immaginavo era diverso dall’essere vestito in lycra e correre in bici.

Hai pensato di far finta di non aver capito?

E’ la prima tentazione che ti assale: ignorare i segnali e rientrare nella solita parte. Non puoi farlo, è pericoloso, però è anche difficile prenderne atto. Significa smettere di essere la persona che sei stato per 15 anni. Devi fartene una ragione da un momento all’altro. Andare avanti significherebbe recitare una parte, ma perché dovrei farlo? Per come sono io, ho sempre corso per il piacere, per la passione, per riuscire a fare certe cose. Nel momento in cui ho capito che avrei potuto firmare un altro contratto solo per prendere i soldi, proprio in quel momento ho iniziato a vacillare.

Ci sarà tutto il tempo per fare bilanci, la sensazione di adesso qual è?

Mi sono tolto un peso. Il video è stato la fine di questo percorso. Il primo passo è stato ammetterlo a me stesso, dirlo a ad Anna, alla mia famiglia e quelli più vicini. Poi parlarne con la squadra. Avevo in mente da tempo questa cosa del video e devo dire che le ultime settimane, quando era tutto pronto e stavamo aspettando il momento giusto, sono state interminabili. Aspettavo con ansia quel martedì e quando il video è andato online, mi sono tolto effettivamente un peso.

Volta Catalunya, De Marchi al via della 15ª stagione da professionista, accanto ad Aleotti, altro figlio del CTF
Volta Catalunya, De Marchi al via della 15ª stagione da professionista
Sai che su ogni palco da qui a fine anno ti chiederanno cosa si prova a fare la tale corsa per l’ultima volta?

E’ già cominciato. E’ successo ogni giorno (ride, ndr), però ci si fa il callo, come per tante altre cose. E poi devo dire che è bello vedere la reazione di persone, amici e tifosi. Qualche giorno fa sono andato a vedere una gara di Andrea (il suo primo figlio, ndr) che corre nei giovanissimi. E sono stato letteralmente travolto da questa cosa. Persone che hanno visto il video e mi hanno fatto i complimenti per il modo in cui io l’ho annunciato. C’è stata una bella reazione e per me è la conferma di aver interpretato bene il mio mestiere in tutti questi anni.

Cancellara annunciò che avrebbe smesso e poi vinse l’ultima gara della carriera: le Olimpiadi di Rio a crono. Serve tanta testa: un annuncio del genere toglie motivazioni?

Ammetto di aver risentito soprattutto di questo processo di riflessione e poi l’attesa dell’annuncio. Non nascondo che questo mi ha tolto un po’ di energie. Ma dal momento in cui l’ho detto, è tornata la solita concentrazione. Ci tengo veramente tanto a fare bene il mio lavoro e questo ha ripreso il sopravvento. Correrò sicuramente con una nuova consapevolezza, cambia un po’ tutto. Adesso sono in preparazione per il Giro d’Italia, la testa è lì. Per essere perfetto o almeno il migliore possibile.

Come l’hanno presa Anna e i bambini?

Anna, ovviamente, era la prima ad aver intuito tutto. Mi ha lasciato fare i miei ragionamenti. E poi quando gliel’ho detto, mi ha confermato che lo sapeva già. E’ contenta, perché sa cosa significhi fare questo lavoro. I bambini hanno visto il video e soprattutto Andrea ne è rimasto sicuramente colpito, però sono sereni.

Uomo da grandi fughe e grandi tirate, De Marchi correrà domani a Francoforte, poi è atteso dal 9° Giro della carriera
Uomo da grandi fughe e grandi tirate, De Marchi correrà domani a Francoforte, poi è atteso dal 9° Giro della carriera
Quindi adesso una settimana a casa e poi si parte per l’Albania?

Anche meno, in realtà. Dopo il Tour of the Alps sono stato due giorni a casa. Poi si parte per Francoforte (la Eschborn-Frankfurt si correrà domani, ndr). Quindi torno a casa e, come tradizione vuole, farò un pranzo con gli amici più stretti del CTF Lab e compagnia, e poi si parte per il Giro.

E allora ci vediamo in Albania…

Volentieri. Però la prossima volta che dovremo parlare di cose serie, lo faremo con una birra davanti. Lo sapete che sono aperto a tutte queste cose…