Casa Cima, Damiano e Imerio ora tocca a voi!

04.01.2021
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Ancora una coppia di fratelli nel ciclismo. Damiano è più grande di Imerio. Dieci anni fa erano due ragazzini terribili di Brescia, adesso sono due professionisti. Due corridori che tanto devono ancora scoprire, dare e prendere… Damiano qualcosa in realtà già ce l’ha in bacheca, quella di Imerio invece è ancora intonsa, ma c’è da dire che ha solo 23 anni. É passato giovanissimo. I Cima sono professionisti dal 2018 e hanno sempre militato nella stessa squadra, anche da dilettanti.

Come con i fratelli Consonni, Chiara e Simone, ci siamo armati di videochiamta WhatsApp per un’intervista doppia. Entrambi con la divisa della Gazprom – RusVelo ridono e rispondono per mezz’ora alle nostre domande.

Imerio (a sinistra) e Damiano Cima durante l’intervista
Imerio (a sinistra) e Damiano Cima durante l’intervista

Quando hai iniziato a correre?

Damiano: «Ho iniziato undici anni fa, mi sono messo sulle orme del fratellino! Ad un certo punto ho abbandonato il calcio e ho iniziato a pedalare».

Imerio: «Io sono salito in bici ad otto anni. Il ciclismo è stato sempre presente. Ci allenavamo in un parcheggio privato per evitare i pericoli che c’erano sulla strada».

Il ricordo della prima gara da pro’?

Damiano: «Fu dura! Debuttai al Giro dell’Appennino 2017 con la maglia azzurra. Cassani mi diede questa possibilità. Ricordo che si lavorava per Senni. Rispettai le mie consegne. Poi la prima gara con la Nippo Fantini fu uno stage con le due gare in Asia, Cina 1 e Cina 2, mentre il debutto vero e proprio fu alla Provence in Francia nel 2018».

Imerio: «Anche io ho debuttato in azzurro alla Coppa Bernocchi, poi l’anno dopo iniziai con le trasferte asiatiche. Era il 2018 e anche io ero alla Nippo. Ricordo i particolari trasferimenti di quelle corse. C’erano alcuni piccoli bus che ci aveva messo a disposizione l’organizzazione e ci muovevamo con quelli insieme ad altre squadre».

Che rapporto hai con la salita?

Damiano: «Non ci vado molto d’accordo! Ma visto che ce n’è sempre di più e che le corse piatte quasi sono sparite, è necessario farle e per questo mi ci alleno».

Imerio: «Mi sono indigeste! Non mi vanno giù, ma devi farle altrimenti fai fatica ad andare all’arrivo o a fare lo sprint. Le faccio perché devo».

E con la volata?

Damiano: «La volata è adrenalina. Non s’inventa nulla e nulla è prevedibile in quei dieci secondi. E’ un rapporto unico».

Imerio: «Scolleghi la testa, non pensi a nulla e vai d’istinto».

Imerio Cima al debutto nel 2018 tra i professionisti
Imerio Cima al debutto nel 2018 tra i professionisti

Un errore che non rifaresti?

Damiano: «Bella domanda – ci pensa un po’ – quello che ho raggiunto mi ha consentito di essere quello che sono adesso. Sono un ragazzo fortunato».

Imerio: «Il percorso che ho fatto sin qui mi rende felice e di errori o rimpianti non ne ho».

Una cosa che ti spaventa?

Damiano: «Il traffico in allenamento. Non c’è più rispetto della persona».

Imerio: «Anch’io dico il traffico. Ma mi spaventa anche restare da solo al vento in gara in salita e di non arrivare nel tempo massimo».

Cosa ti ha colpito della Gazprom?

Damiano: «Il progetto e la struttura. Ci hanno messo tutto a disposizione per poter crescere e farci fare i corridori al meglio».

Imerio: «La professionalità del team. Una professionalità che è emersa anche quando per il covid siamo rimasti bloccati a Dubai. Non ci hanno fatto mancare nulla e hanno il dato il 100% per farci tornare a casa quanto prima».

Damiano e Imerio da dilettanti alla Viris Maserati
Damiano e Imerio da dilettanti alla Viris Maserati

Domande “serie”: more o bionde?

(Va fatta una premessa: Damiano è sposato e sua moglie era presente all’intervista!).

Damiano: «Castane!».

Imerio: «More».

Chi è più disordinato?

Damiano: «Imerio».

Imerio: «Confermo, io!»

Chi è il più serio nella vita da atleta?

Damiano: «Credo che la serietà sia una caratteristica di entrambi. Non siamo fannulloni. Se ci sono da fare quattro ore, non ne facciamo tre. Nessuno “frena” l’altro».

Imerio: «Non ci tiriamo mai indietro sul lavoro. Siamo ligi alle tabelle. Poi chiaramente capita che un giorno c’è chi ha più voglia e chi meno».

Un giudizio sull’ultimo Giro…

Damiano: «Sinceramente avevo nostalgia per non esserci e l’ho seguito poco. Ci ha dato grandi soddisfazioni, ma mi è dispiaciuto un po’ per Nibali».

Imerio: «Il giorno dello sciopero. Ci sono stati aspetti positivi e altri negativi. E’ stato positivo il fatto che i corridori siano stati compatti. E’ stato negativo che i Comuni e gli sponsor che avevano investito su quella tappa non si siano visti passare la corsa».

Il tuo obiettivo per questo 2021?

Damiano: «Vincere! Quello sarebbe il massimo. In ogni caso vorrei riuscire a svolgere i compiti che mi dà il team. Vorrei mettere in condizione me o miei compagni di riuscirci perché nel ciclismo di oggi senza squadra vincere non dico che è impossibile, ma quasi».

Imerio: «Vincere! Dare il massimo delle mie possibilità alla squadra e che questa sia contenta del mio lavoro».

C’è un corridore a cui ti ispiri?

Damiano: «Paolo Bettini, mi è sempre piaciuto come persona e come atleta».

Imerio: «Andrè Greipel».

Damiano vince la 18ª tappa del Giro 2019 a Santa Maria di Sala
Damiano Cima vince la 18ª tappa del Giro 2019

Cosa “ruberesti” a tuo fratello?

Damiano: «La capacità di spegnere il cervello in volata. Io magari penso troppo alle conseguenze di questo o quel movimento durante lo sprint».

Imerio: «Avere la sua mente fredda. Io sono impulsivo e a volte non ragiono».

Il momento più duro del 2020?

Damiano: «Il periodo del lockdown, ma non tanto per lo stare chiusi quanto perché non c’era un obiettivo».

Imerio: «La quarantena a Dubai. Adesso sembra una barzelletta, ma è stata dura. Ci vennero a svegliare alle due di notte per fare i tamponi e ci dissero che la gara era stata annullata».

Damiano ha vinto al Giro. Cosa ricordi?

Damiano: «Una grande gioia. Felicità pura. Il momento del podio con la Nippo. La vittoria fu cercata ma inaspettata».

Imerio: «E’ stato bello. Penso che per un italiano vincere al Giro sia unico. Ero emozionato io, figuriamoci lui».

Dì qualcosa a tuo fratello…

Damiano: «Credi più in te stesso».

Imerio: «Scollega il cervello nelle volate».