Il sole esce tardi dalle montagne che circondano il Sentiero Valtellina, ma quando lo fa scalda tutto come se fosse estate. Il 1° Giro Totale organizzato da Ceratizit con il supporto di Kirolife ci porta a Tirano e come rappresentante del team Ceratizit WNT Pro Cycling c’è Camilla Alessio. L’atleta veneta ha chiuso il suo primo anno con la squadra tedesca: non è stato un esordio semplice, ma Camilla non perde il sorriso ed il buon umore. Durante la nostra pedalata ne approfittiamo per parlarci un po’ e lei accetta. Nel ritorno da Aquilone a Tirano, Camilla zigzaga, salta gli ostacoli e sorride. Lo si vede anche attraverso le lenti nere dei suoi occhiali da sole che la passione per la bici è ben radicata in lei.
L’entusiasmo non manca
La passione per la bici la ventunenne veneta l’ha scoperta da poco e sembra non volerci proprio rinunciare. Così pedalando e facendo scorrere la bici tra le curve e le strettoie del Sentiero Valtellina emergono tanti argomenti interessanti. Si parla anche del “duello” tra istinto e ragione e di come imparare a trovare il giusto equilibrio tra questi due sentimenti.
«In corsa sono molto istintiva – ci racconta Camilla – non mi piace guardare i numeri. Da quando sono qui alla Ceratizit WNT, in gara, sul computerino guardo solamente la mappa del percorso. Giusto per sapere quando mettermi davanti nei punti critici del percorso. Nelle corse del Nord ti capita di gareggiare in strade strettissime ed è meglio sapere quando stare davanti».
Nel tragitto il gruppo ci sfila e così ci ritroviamo in fondo, un po’ distanti dalle guide ma con dietro il sapiente Igor Gonzalez de Galdeano. «Di solito nel guardare le strade non sono bravissima – scherza – se riusciamo a tornare al ristoro senza indicazioni vorrà dire che mi dovrò affidare ancor di più al mio istinto».
Lo stop
La prima stagione di Camilla alla Ceratizit WNT Pro Cycling era iniziata bene, poi però, a causa dei soliti dolori si è dovuta interrompere anzitempo. Quando entri nel mondo del ciclismo che conta fermarsi non è semplice e lei ce lo racconta, consapevole che la forza per ripartire c’è.
«E’ un problema (quello del reflusso gastrico, ndr) che mi porto dietro da molti anni – racconta Camilla Alessio – non è facile conviverci. E’ una cosa che mi limita molto nel momento in cui vado a fare attività fisica. Alla Strade Bianche sono rimasta sempre davanti, ma non ho potuto mangiare per tutta la gara. Al Giro delle Fiandre ho sofferto così tanto da mettere quasi in dubbio la mia partecipazione alla gara. Dopo quella giornata da inferno nell’inferno del Nord – scherza Camilla – mi sono fermata per capire bene quale sia il problema».
nel luglio 1987
La fiducia non manca
Quelli che sono trascorsi da aprile ad ottobre non sono stati sicuramente dei mesi facili, ma Camilla non perde il sorriso. Anzi, è proprio questa la cosa che ci sorprende, la sua serenità.
«Voglio capire il mio problema e riuscire a sconfiggerlo – continua – la squadra mi è sempre stata molto vicina e questo aiuta ad affrontare le sfide con la giusta motivazione. Una delle mie grandi passioni è la scrittura, così il team mi ha proposto di provare ad intraprendere questa strada nei prossimi mesi, con la promessa che appena riuscirò ad allenarmi mi faranno tornare in gruppo. Venerdì (14 ottobre, ndr) andrò in Germania, vivrò lì e lavorerò con l’ufficio di comunicazione della squadra. Prenderò parte all’organizzazione ed alla realizzazione di eventi come questi, nell’attesa di tornare in bici al più presto».
Le compagne
L’entusiasmo dei giovani è spesso come il motore di una fuoriserie, sale di giri quando si scalda, quando trova strada libera. E così, quando un’atleta giovane trova spazio per esprimersi e parlare tende a raccontarsi pienamente. Allora è giusto, da parte di chi lo ascolta incamerare tutte le informazioni, con la consapevolezza che certe cose è giusto rimangano nell’eco di questa valle.
Una cosa però a Camilla la chiediamo ancora, ovvero quali sono state le sensazioni e le emozioni del suo passare professionista in una squadra così importante.
«La squadra è stata davvero molto contenta della mia prima parte di stagione (ci dice Camilla mentre è seduta su una panchina in legno a godere della temperatura estiva di questo ottobre, ndr). Mi hanno fatto sentire compresa e capita per quanto riguarda il mio disturbo, una cosa che non si vede ma che fa soffrire. Questa prima parte della mia esperienza è stata bellissima, fin da piccola ho sempre desiderato di diventare professionista. Passare dal lato delle “top player” e essere in stanza con campionesse come Katie Archibald è strano. Il primo giorno ero tutta agitata, i primi mesi sono stati come essere al Paese dei Balocchi.
«Stare con ragazze di quel livello, come la Brennauer o la “Confa” (Maria Giulia Confalonieri, ndr) è qualcosa di indescrivibile. E’ bello fare un’esperienza del genere perché conosci tante tradizioni, religioni e culture diverse e questo ti fa crescere. A proposito di ambientamento con Lach Marta ho riscontrato una differenza di cultura, cose ti fanno sorridere ma allo stesso tempo riflettere su quanto sia importante capire chi ti circonda».