«Mi sarebbe dispiaciuto concludere l’anno, se non la carriera, così». Non fa troppi giri di parole Manuel Belletti. A 35 anni, ritrovarsi senza un accordo in estate poteva essere molto rischioso.
Il velocista di Cesenatico esce da una stagione semi-invisibile, un’annata che in pratica si è conclusa sul nascere, in Argentina. Alla Vuelta San Juan nella prima tappa Manuel ha sfiorato la vittoria tra gli squadroni del WorldTour (secondo dietro a Rudy Barbier), poi solo altri 12 giorni corsa in tutto l’anno. Il corridore della Androni Giocattoli è stato escluso dal Giro d’Italia e questa scelta lo ha portato alla rottura definitiva con il suo team.
Dal buio alla luce
«Ad agosto – racconta il romagnolo – quando sono stato escluso dal Giro ho attraversato un brutto momento. Ero deluso. Poi è arrivata la proposta di Ivan Basso. Ivan mi ha voluto per davvero. Ho fatto una lunga chiacchierata con lui. Mi ha apprezzato molto anche come persona, cercava un corridore e un uomo con le mie qualità. Se dopo 14 stagioni di professionismo ti cercano in questo modo significa che qualcosa di buono hai fatto.
«In effetti è un po’ strano ritrovarsi Basso e Contador come manager. Io ho corso con loro ed ero più giovane. Ivan e Alberto erano tra i più grandi interpreti delle gare a tappe della storia e quando in gruppo gli capitavi vicino c’era anche un po’ di soggezione. Per questo il fatto che mi siano venuti a cercare mi rende felice».
Stimoli ritrovati
Quando Manuel ci risponde al telefono dice che sta pranzando e che è appena tornato dalla bici. Nonostante, in teoria, starebbe osservando il suo periodo di stacco totale.
«Ma la voglia di pedalare – commenta – era tanta. E quando c’è, bisogna assecondarla. Di fatto, ho sempre pedalato, non mi sono fermato. Adesso però che c’è un progetto definitivo, bisognava rispettare le tempistiche. Quindi da lunedì, quando finirà lo stacco totale riprenderò con gli esercizi di potenziamento a corpo libero, le uscite in bici e, covid permettendo, anche con delle sedute in Mtb o camminate a piedi. Dico Covid permettendo perché devo spostarmi in auto per andare in montagna per fare queste attività. In quanto professionista ho il permesso per andare in bici, ma non credo sia la stessa cosa per camminare».
Il romagnolo è quindi impaziente di ricominciare. Fino a fine anno userà la Bottecchia Aerospace dell’Androni, solo a gennaio potrà salire sulla nuova Aurum Magma.
In programma c’era un mini ritiro a novembre per conoscere i nuovi compagni della Eolo-Kometa e per prendere le misure di materiali e vestiario. Alla fine però ci saranno “solo” degli incontri online. Mentre un raduno, ancora covid permettendo, dovrebbe avvenire in Spagna ai primi di dicembre.
Belletti l’esperto
«Ivan mi ha voluto soprattutto per la mia esperienza e anche perché cercava un velocista. Ritroverò Mattia Frapporti, anche lui in rotta con l’Androni come me e con il quale mi trovo benissimo. Ci sarà Luca Pacioni al mio fianco. E poi anche Vincenzo Albanese, che conosco bene, ed Edward Ravasi, che invece conosco meno. Insomma è tutto in costruzione. Oltre ai ragazzi spagnoli, che vengono però quasi tutti dalla Continental. E poi so di qualche nome che potrebbe arrivare dalla NTT per completare la rosa dei 18 corridori.
«Dopo tanti anni di professionismo sapere che c’è chi conta su di me mi fa piacere. E il ruolo che si prospetta per me mi stimola parecchio».