Un anno col tricolore sulla pelle: Zana racconta

15.06.2023
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Il 26 giugno 2022 Filippo Zana alzava le braccia sul traguardo di Alberobello. Da quel momento in poi, nel suo armadio ha dovuto fare spazio ad una maglia dall’importanza e dalla storia imprescindibile. A pochi giorni dal campionato italiano di Comano Terme, in cui quella maglia sarà messa nuovamente in palio, riavvolgiamo il nastro con il classe ’99. Dal passaggio da Bardiani a Jayco-AlUla, all’inverno carico di aspettative per la nuova stagione. Infine il suo Giro d’Italia vissuto come gregario prima e come protagonista poi alzando le braccia nella tappa di Val di Zoldo.

Non vi stupite se le parole “bellissimo” e “sogno” si ripetono, questo è l’anno di un ragazzo 23enne che ha vissuto 365 giorni da campione italiano

Com’è stato quest’anno tricolore?

Mah, diciamo che è cambiato tutto. La maglia ti dà un segno che ti contraddistingue. Penso sia stato un anno bellissimo, un anno in cui la maglia mi ha fatto crescere molto. Sono veramente onorato e contento di averla portata in giro per il mondo.

Partendo dall’anno scorso, da quella vittoria in Puglia. Quanto ci hai messo per realizzare quanto hai fatto?

La vittoria è stata un po’ inaspettata, quindi subito non ci credevo. Man mano che si andava alle gare vestendo quella maglia e usando la bici nuova con la livrea italiana, attraverso i dettagli ho iniziato a capire quello che ho fatto.

Venendo un po’ a quello che è il lato meno romantico, una maglia di questo tipo è in grado di darti più visibilità…

Quello sicuramente. Il telefono ha squillato di più. Mi conosce molta più gente, quindi sì, è bello ma certe volte è un po’ pesante. Andare di qua e di là non è semplice però è stato bellissimo. Indimenticabile.

Ti abbiamo incontrato a Pesaro questo inverno alla “Serata di grande ciclismo 2022”. Lì mettesti in palio una tua maglia tricolore e ricevesti un premio. Questo lato dell’essere campione italiano come l’hai vissuto?

Mi ricordo. In quei casi è sicuramente un onore essere premiati, essere invitati a questi grandi eventi. Certe volte, quando magari sono uno attaccato all’altro, pensi: “Bè, starei bene anche a casa“. Però diciamo anche che è bellissimo essere presenti. A tutti gli eventi a cui sono riuscito ad andare, mi hanno gratificato e mi ha sempre fatto piacere esserci andato.

Veniamo al tuo passaggio in una WorldTour. Com’è stato arrivare in Jayco AlUla da campione italiano?

Mi hanno accolto veramente bene e sono stato contentissimo. Poi penso mi abbiano fatto crescere molto già in questa prima parte di stagione e non me lo sarei mai aspettato così rapidamente. Il biglietto da visita tricolore mi ha aiutato a farmi conoscere subito.

C’è qualche aneddoto che ti ha riempito il cuore in questo anno?

Sicuramente le partenze. Un momento bellissimo, un sacco di tifosi, dai bambini agli adulti. Ti riconoscono tutti ed è bellissimo. 

Quante maglie firmate hai regalato?

Ne ho regalate davvero tante. Per esempio a tutto lo staff della squadra dell’anno scorso. Agli sponsor. Insomma a più gente possibile. Oppure in occasioni speciali come l’asta benefica di Enrico Pengo

Arriviamo al Giro d’Italia. Che emozione è stata correrlo con la maglia tricolore indosso?

Ah beh, è stato un Giro fantastico… E’ stato speciale indossarla. In più è andato veramente bene, quindi è stato ancora più un sogno. Non so neanche come descriverlo. Non me lo sarei mai aspettato. 

Una corsa come il Giro accomuna tante persone, dagli appassionati che ti chiamano per nome a quelli che invece riconoscono il simbolo tricolore…

Sì, è stato bellissimo. Qualsiasi persona, anche se non sapeva come mi chiamassi, mi salutava perché vedeva la maglia. Tutte le persone, anche chi magari non segue tantissimo il ciclismo, tifavano e mi riconoscevano.

La ciliegina sulla torta è arrivata con la vittoria della 18ª tappa…

Anche questa era un po’ inaspettata. Quest’anno penso di aver preparato bene il Giro, quindi sono arrivato veramente pronto. Ero contentissimo di come stava andando, aver contribuito sia alla vittoria di Matthews sia per avere aiutato i miei compagni tutta la corsa. Penso che la vittoria sia stata veramente la ciliegina sulla torta. Vincere al Giro e farlo con la maglia tricolore è stato come un sogno

E ora pochi giorni e quella maglia dovrai rimetterla in palio. Domanda banale, ma importante: ci riproverai?

Sicuramente andiamo per riprovarci. L’italiano è sempre una gara particolare, può andar bene, può andar male, però sicuramente noi ci proveremo e cercheremo di difendere il titolo. Speriamo di essere protagonisti. E poi come andrà, andrà…