Chi non lo conosce potrebbe pensare che fare tutto sia impossibile. Mattia Viel dal primo giorno in cui ha deciso di chiudere la sua carriera professionistica si è rimboccato le maniche e si è messo in gioco. Il suo ultimo progetto è Alive Cycling, un brand fondato insieme ad altri due amici Lorenzo Piotti e Stefano Natta. Prima di questo però c’è il Viel atleta, che ha partecipato in maglia azzurra al primo mondiale gravel della storia nel 2022. Ma c’è anche il Viel che oggi fa parte e collabora con il Gruppo Zecchetto, nello specifico DMT e MCipollini per quanto riguarda il marketing e la creazione di nuovi contenuti social.
Mattia in tutto questo la bici non l’ha mai mollata e continua a fare eventi gravel, utilizzando questa disciplina come filo conduttore tra la sua vita da atleta e quella lavorativa. Uniamo i puntini e scopriamo il presente, progetti e futuro di un ex pro’ pronto a raccogliere le opportunità di una scuola di vita che sport come il ciclismo sono in grado di regalare.
Opportunità
Lo avevamo sentito più di un anno fa, nel suo periodo di riflessione in Sud Africa quando il Mattia Viel al termine dell’ultima stagione in Androni Giocattoli, doveva ancora iniziare il suo percorso da ambassador e imprenditore. Oggi lo troviamo attore primario nel marketing di DMT e MCipollini e co-fondatore di Alive Cycling.
«Ho cominciato con DMT da professionista – racconta Viel – quando ho smesso, è stata la prima azienda del Gruppo di Zecchetto a credere in me. Stesso discorso per MCipollini, con cui ho iniziato a collaborare in parallelo seguendo da vicino gli sviluppi delle bici gravel, dalla MC All road alla nuova Ago. Sfruttando gli studi di lingue, ho iniziato facendo diverse trasferte all’estero per supportare i distributori locali, con l’obiettivo di raccogliere feedback utili per l’azienda. Ma anche organizzando dei mini eventi come le social ride con i clienti, in cui ho potuto raccontare il prodotto trasmettendo esperienza e passione. Un esempio è stata la The Traka che ho vissuto con il doppio ruolo.
«Da quando mi è stata data l’opportunità, ho fatto questa scelta personale in cui ho posizionato prima il lavoro, poi la bici. E’ dura perché quando vedi i corridori vorresti essere ancora in mezzo a loro, ma so anche che questo nuovo capitolo mi piace molto e riesco ancora a combinare in parte il discorso del gravel con il mondo del lavoro.
«Mi occupo – spiega – di creare dei contenuti, con una prospettiva più rivolta al dietro le quinte. Dopo aver seguito tutto il Giro d’Italia per DMT. Adesso mi trovo a Livigno con la UAE Team ADQ per portare a casa dei contenuti su una delle nostre ambassador, Alena Amialiusik. Mi piace molto questo modo di raccontare il ciclismo e di lavorare a stretto contatto con gli atleti, perché so come ci si sente a stare dall’altra parte».
Alive Cycling
Tre giovani imprenditori, appassionati e volenterosi di fare qualcosa di nuovo in un modo come quello del ciclismo, che corre e vive in mezzo a colossi internazionali. Parlando con Mattia scopriamo che dietro ad Alive Cycling si nasconde il concetto di performance, abbinato al divertimento e ad una community da costruire sui valori della passione per le due ruote.
«Ho sempre avuto – racconta Viel – una mente creativa. Combinare la passione e l’esperienza che ho raccolto da professionista è stata un po’ la chiave. Ci aggiungiamo il mio lato imprenditoriale e la voglia di fare qualcosa di proprio ed ecco Alive Cycling. Ovviamente non l’ho potuto creare da solo, infatti siamo tre ragazzi, tutti coinvolti nel settore. Io appunto ex professionista, Lorenzo Piotti coach e preparatore e Stefano Natta che ha esperienza nel mondo tessile.
«Alive Cycling ci sta già regalando delle soddisfazioni – prosegue Viel – il nostro concept è molto incentrato sulla performance. Non vogliamo però che la comunicazione ricada solo su questo. L’obiettivo rimane la ricerca del dettaglio tecnico e della qualità. La nostra volontà è però anche quella di creare una community che porti tutti a condividere questa passione, sia in sella che una volta scesi dalla bici. Vogliamo far divertire anche la gente. Ad esempio, la prossima settimana, ci sarà il launch party dell’e-commerce di Alive con il Dj set, open bar e molto altro. Faremo delle social ride a tema, dove saremo preseti e trasmetteremo l’idea e la passione del brand».
Il gravel come collante
Per Viel, il gravel non è un fuoco di paglia. Ci ha sempre creduto fin dal primo giorno. Dalla sua convocazione al mondiale fino allo sviluppo dei prodotti. Oggi continua a far parte del suo percorso.
«Il gravel – dice Viel – lo mantengo. Per me è un po’ come se fosse una vetrina. Ci ho creduto fin da subito. Andare avanti nella vita sfruttando ciò che mi ha insegnato la bicicletta è il mio motto. La mia vita fino a novembre dell’anno scorso, si basava sull’essere testimonial e atleta. Finito il mondiale gravel mi sono accorto che comunque vado per i 28 anni e il gravel ha avuto un picco di crescita che adesso si attenuerà e proseguirà con una crescita costante.
«Avessi qualche anno in meno potrei dedicarmici al 100% facendo il corridore, ma adesso voglio qualcosa di un po’ più concreto. Però perché mollarlo? Ci ho creduto e ci ho messo la faccia. Mi piace ed è la cosa fondamentale, quindi mi sono detto che è giusto rimanerci, magari anche come vetrina. Tant’è vero che io continuo a partecipare a degli eventi senza quella smania del risultato. Adesso la mia priorità è il lavoro.
«Senza la presunzione – conclude Viel – di essere un esempio da seguire, ma vorrei comunicare che il ciclismo ci ha insegnato tanto e dobbiamo farne tesoro per andare avanti nella vita. Non è un discorso economico, ma solo di grinta, passione ed ambizione».