Ursus: qualità e produzione tutta italiana

18.04.2023
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«La Ursus di oggi è esattamente quella che immaginavo qualche anno fa, nel momento in cui la mia responsabilità in azienda è diventata effettiva…». A parlare con bici.PRO è Mirko Ferronato, che di Ursus spa è il CEO. Quella che vi riproponiamo di seguito è la sintesi di una chiacchierata, decisamente molto interessante, che tra aneddoti, curiosità, trasformazioni e soprattutto obiettivi da raggiungere nel prossimo futuro, svela dell’azienda veneta un lato umanissimo e decisamente molto rispettoso del nostro ambiente.

Ursus affianca moltissimi team nel mondo del ciclismo
Ursus affianca moltissimi team nel mondo del ciclismo
Aprile 2023: che cosa è la Ursus di oggi?

Ursus oggi è lo specchio di un’azienda che ha raggiunto già molti dei traguardi che ci eravamo imposti. Produciamo il 100% dei nostri prodotti in Italia, e il 2022 è stato il nostro migliore anno, una stagione che è andata in archivio con il record del fatturato: 32 milioni di euro. I nostri impiegati sono oggi 63, ma possiamo arrivare ad occupare anche 75 collaboratori. Si, collaboratori più che dipendenti. In Ursus contano più le persone che i numeri, e questo rapporto speciale che abbiamo con tutte le persone che lavorano con noi, e per noi, ci da innegabilmente molta forza per fare sempre meglio…

Numeri importanti, dunque. Come sta procedendo la stagione?

Quella che stiamo vivendo non è una stagione numericamente positiva, se paragonata al trend degli ultimi anni. Ma ce lo aspettavamo e non siamo preoccupati. La nostra previsione è quella di chiudere con una contrazione di fatturato pari al 20-25% rispetto al record messo a segno nel 2022. In epoca pandemica ed immediatamente post pandemica, il settore ha vissuto un boom senza precedenti. E’ normale che adesso ci possa essere un assestamento…

E cosa si fa?

Noi lo avevamo previsto e siamo organizzati per gestire questo fisiologico decremento. Ci muoviamo in modo prudente, ma le nostre aspettative rimangono molto positive per il futuro. Il settore della bicicletta è forte ed importante, sia lato sportivo che considerandola poi come un mezzo di trasporto sostenibile, e la nostra è un’azienda estremamente sana. Non a caso il mio obiettivo rimane immutato: il traguardo ambizioso per i prossimi anni è fissato a 50 milioni di euro di fatturato.

La produzione di Ursus è al 100% Made in Italy
La produzione di Ursus è al 100% Made in Italy
Come è strutturata l’azienda da un punto di vista prettamente operativo?

Operativamente, come anticipavo, abbiamo la possibilità di occupare fino a 75 persone. Siamo flessibili, e questo aspetto ci permette di essere molto aderenti alle mutanti condizioni di mercato. Onestamente, come capita a molti, abbiamo addirittura difficoltà a trovare personale nuovo da formare ed inserire. Ho come l’impressione che dopo il periodo Covid la testa di molte persone sia cambiata. Soprattutto dei più giovani, che devono approcciarsi al mondo del lavoro… E questo non è solo un peccato, ma è anche una fonte di preoccupazione per le generazioni future.

Grande è l’attenzione alle fasi cruciali di ricerca & sviluppo, corretto?

Corretto. La nostra è un’azienda moderna, con una mentalità moderna. In Ursus amiamo ripeterci che non partiamo dal prezzo per arrivare al prodotto, ma bensì il contrario. E la qualità di quello che produciamo – e lo facciamo 100% in Italia – che guida totalmente il nostro lavoro. Qualità che origina ancor prima che un determinato prodotto venga realizzato, e questo è il passaggio della ricerca e dello sviluppo che in Ursus impiega in azienda un team composto da ben 7 persone.

Ursus e la qualità: un vero e proprio mantra aziendale…

Da quando abbiamo deciso di posizionare i nostri prodotti per il ciclismo verso l’alto, cosa che è avvenuta circa una decina di anni fa, l’attenzione per una produzione tutta italiana e di altissima qualità è divenuta quasi maniacale. Le nostre ruote alto di gamma in fibra di carbonio, così come i manubri, gli attacchi manubrio e gli altri componenti bike che produciamo, sono realizzati seguendo standard di produzione rigorosi e certificati. E l’aver deciso nel 1999 di non delocalizzare, quando invece il trend era quello in quel preciso momento storico, ci fa capire oggi quanto giusta sia stata quella scelta. Oggi più che mai…

Ursus e la sfida sostenibile: come siete organizzati?

Quella della sostenibilità per noi è una sfida vera. Il mio personale obiettivo è quello di poter lasciare ai miei figli un mondo migliore rispetto a quello che ho conosciuto io. E per questo cerchiamo di fare la nostra parte… Ursus è certificata ISO 14001 a conferma che l’azienda ha scelto responsabilmente di adottare un efficiente ed efficace sistema di controllo degli impatti ambientali connessi alle proprie attività, prodotti e servizi nel segno di un’innovazione intelligente ed ecosostenibile. La nostra può definirsi come un’azienda metalmeccanica a sostegno della mobilità alternativa. Un’eccellenza italiana che crede nel rispetto dell’ambiente e che promuove una linea produttiva a impatto ridottissimo. La battaglia per la conservazione climatica del nostro pianeta parte da ciascuno di noi e questo in Ursus lo sappiamo bene…

In che modo ve ne occupate?

Il nostro polo produttivo di Rosà (la provincia è quella di Vicenza) ci ha permesso di raggiungere diversi step di eccellenza come quello ad esempio dalla riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre è stato attuato un vero e proprio processo di riorganizzazione completa della filiera produttiva, ampliata e ristrutturata secondo i principi di Industry 4.0 e dei più alti standard di qualità europei. Inoltre, la tecnologia al servizio dell’azienda viene supportata da un massivo impianto fotovoltaico in grado di produrre fino a 550 KWh di elettricità pulita. E forte è anche il nostro impegno nel ridurre il più possibile i materiali inquinanti degli imballaggi dei prodotti, portando avanti un programma molto ambizioso di progressiva riduzione dell’utilizzo di materie plastiche.

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