Antonio Tiberi, laziale classe 2001, è il campione mondiale a cronometro tra gli juniores, corre nella Colpack-Ballan e già ha vinto tra gli under 23. Fisico longilineo due gambe da airone, ma potenza da vendere.
«Credevo che questa categoria fosse più dura – spiega Tiberi a bici.PRO – mi aspettavo un passaggio più complicato e invece tutto sommato mi sento già ad un buon livello. Certo, le differenze ci sono e le sento».
Davvero nessuna differenza?
Tra gli juniores anche se non stavo bene in qualche modo riuscivo a fare la mia corsa, qui se non sono al meglio mi ritrovo indietro o magari la gara non la finisco proprio. Inoltre c’è una bella differenza tra quando corriamo coi pro’ e quando ci sono solo i dilettanti. Nel primo caso la corsa è più controllata e lineare: bagarre, fuga, rallentamento del gruppo e poi corsa vera negli ultimi 50 chilometri. Senza professionisti tutto è più nervoso e imprevedibile.
Punti di forza, difficoltà e quel Giro…
«Per ora soffro le salite brevi, gli strappi fatti a tutta, ci metto un po’ a carburare per questo preferisco le salite lunghe e questo è un aspetto delle mie caratteristiche che devo migliorare».
E pure a Gambassi Terme ha vinto proprio con uno scatto da finisseur.
Vero, ma dipende molto dalla giornata. In quel periodo ero in forma e in quel caso le cose cambiano. Se sto bene me la gioco anche con gente che ha 2-3 anni più di me. Un altro aspetto da curare è la posizione in gruppo. Bevilacqua e ancora di più Gianluca Valoti dall’ammiraglia mi dicono spesso di correre davanti. E’ un qualcosa che mi porto dietro da quando ero ragazzino, però devo dire che sto migliorando, soprattutto quando ho gamba.
Hai un terreno preferito?
Non ho un vero punto di forza, o almeno è difficile per me dirlo visto che sono al primo anno: forse le salite lunghe. Dal Giro d’Italia per esempio sono uscito bene, in crescendo. E questo credo sia importante: il recupero è stato buono e lo sentivo.
Qual è stato il gap più evidente
In salita chiaramente alcuni corridori che avevano più anni che e magari avevano corso di più coi pro’ mi mettevano in difficoltà. Comunque è stata un’esperienza importante. Di certo so che adesso le prime tappe non posso correrle come ho fatto, senza risparmiarmi.
«Una difficoltà che ho notato è stato stare tanto tempo lontano da casa, ma ancora peggio è esserci stati chiusi durante la quarantena».
Andrea Tiberi
Capitolo cronometro: Tiberi iridato junior e già vincente tra gli U23 al debutto, sulla sua strada ha incontrato un super Jonathan Milan. Se lo aspettava?
Così tanto forte, sinceramente no! Però lui è proprio un passista puro, io sono più passista scalatore. So che Milan ha avuto la possibilità di girare molto in pista anche durante il lockdown. La crono di Imola l’ho vinta perché certe curve erano tecniche e io che le crono le faccio da anni e con la bici ho un ottimo feeling sono riuscito ad ottenere il massimo.