E mentre l’Equipe Groupama Fdj Continental è in Italia per il Giro U23, c’è un loro ragazzo che invece è rimasto in Francia, Lorenzo Germani, classe 2002 al primo anno nella categoria U23, ammesso si possa ancora definirla così.
Con il laziale cerchiamo di capire come vanno le cose e perché non è al Giro, lui che è italiano in una squadra straniera.


Lorenzo, dove sei in questi giorni?
Sono in Francia. La squadra vuole che siamo qui nella sede-ritiro di Besancon (nella Francia centro-orientale, ndr).
Come ti trovi? Bidet e cibo a parte…!
Ah, ah, ah… Educatamente per andare in bagno diciamo che si va a fare una doccia! Scherzi a parte mi trovo bene. Con il tempo ho migliorato molto sia l’inglese che il francese, perché qui è così e quando sei “costretto” a parlarci fai presto. La squadra ci mette a disposizione dei corsi, ma non è mai come parlare dal vivo. Una cosa che mi piace molto dei francesi però sono le boulangerie (i panifici, ndr): sono bellissimi, dovremmo importarli in Italia. Per il resto il meteo non sempre è dei migliori, ma mi sto abituando, non abbiamo salite lunghissime per allenarci, ma non esiste pianura e il vento è una costante. Però dai, mi trovo “da Dio”. Abbiamo tutto a disposizione.
Come è fatta la sede della squadra?
Sotto ci sono magazzini, uffici, palestra… e sopra i nostri piccoli appartamenti per una o due persone. Tutti forniti con smart tv, wi-fi, cucina, bagno… sono nuovissimi.
Però! E nel modo di correre come ti trovi?
Le corse sono molto più combattute, si corre più alla garibaldina rispetto a noi e c’è meno attesa del finale. I diesse sono molto aperti di mente e ci dicono sempre che non siamo la squadra WorldTour, ma la continental. E ognuno deve avere il suo spazio. Se c’è una corsa piatta, non tiriamo per il velocista dal primo chilometro.
La sede della Groupama-Fdj a Besancon Anche in piena stagione non manca la palestra. Germani ci va un paio di volte a settimana A Besancon la squadra lavora insieme: una vera scuola
La sede della Groupama-Fdj a Besancon Anche in piena stagione non manca la palestra. Germani ci va un paio di volte a settimana A Besancon la squadra lavora insieme: una vera scuola
Tutto è più aperto…
Poi chiaramente ci sono stati casi in cui si è corso in modo diverso. Alla Rhone-Alpes per esempio avevamo la maglia di leader, c’erano anche le professional e in quel caso si lavora per difendere la maglia, in modo più tradizionale. Anche perché poi non ti vogliono nella fuga. Serve anche questo: imparare a proteggere la maglia.
Che voto dà sin qui Germani alla sua stagione?
Sono soddisfatto di alcune corse e meno di altre. Al Tour de Mirabelle per esempio speravo in una buona prestazione, ma questa gara veniva tre giorni dopo la Rhone-Alpes, una corsa a tappe di cinque giorni, tra l’altro molto intensi in cui appunto ho tirato per il nostro leader, ed ero stanco. Se penso che ho corso alcune gare con i pro’ non mi aspettavo di finirle e invece. Dai, mi dò un 6,5, promosso!
Prima hai detto che lassù il vento è una costante, stai imparando a correrci?
Caspita se s’impara! La prima cosa che ho capito è che nel ventaglio è meglio girare che stare a ruota, perché in questo caso è più probabile che resti dietro e se prendi due metri è finita. Se invece giri vai più avanti. E quando ci riesci è una gran bella soddisfazione. Ti gasi. Alla Parigi-Trois e al Circuit de Wallonie ci sono riuscito, anche se eravamo in tanti.
Giro U23, come mai non ci sei? Ti sarebbe piaciuto farlo?
Certo che mi sarebbe piaciuto, ma forse è meglio così. Non so se sono pronto per dieci giorni di gara. Io ho fatto quest’anno le mie prime esperienze con le corse a tappe, non le avevo mai fatte prima. Sono un primo anno e si potevano portare solo cinque corridori.


Ma non ne hai parlato con loro?
Gli ho fatto capire che mi interessava, ma non ho insistito. Se pensavo razionalmente mi dicevo che non dovevo andare, se pensavo con il cuore sì: mi dividevo tra questi due pensieri. Io mi fido di loro, è così che arriveranno i risultati. In più la squadra punta molto al Giro ed hanno portato una formazione più “grande”, più esperta. Sono tutti di terzo e quarto anno. C’è un solo primo anno, ma è stato inserito all’ultimo perché avevano bisogno di una ruota veloce.
E adesso che gare farai?
Correrò la Mont Ventoux Challenge, in cui ci saranno anche delle squadre WorldTour, poi tornerò in Italia per fare i campionati nazionali a crono e su strada. Successivamente ritornerò in Francia intorno al 5 luglio e poi dovrei fare il Val d’Aosta. Avrei dovuto fare anche la Corsa della Pace con la nazionale, ma dovevo correre con la squadra che invece alla fine ha rinunciato. Mi è dispiaciuto molto, spero non manchino altre occasioni in futuro.
Anche a crono hai detto: usate la bici da crono lassù?
Si usa, si usa. E a volte proviamo anche la cronosquadre. La media è di due o tre volte a settimana ma siamo arrivati anche a quattro.





