Giro d'Onore 2025, Roma, atleti paralimpici,

2025, l’anno record: i “para” e il bilancio di Addesi

25.12.2025
7 min
Salva

ROMA – Pierpaolo Addesi ha visto sfilare i suoi medagliati sul palco del Giro d’Onore. Il 2025 del settore paralimpico ha avuto del prodigioso. E come dice lo stesso cittì, dei 21 titoli mondiali del ciclismo, 11 sono del paralimpico. E il suo è l’unico settore che non abbia avuto i campionati europei: con quelli la FCI avrebbe superato le 120 medaglie totali.

Un bilancio così buono nell’anno post olimpico fa capire che il capitale umano a disposizione del cittì Addesi sia di prima qualità. E che le basi gettate per rifondare il movimento sono già solide e larghe abbastanza da sostenere lo sforzo di tutti.

Il cittì Addesi con Luca Mazzone ai mondiali del 2023 a Glasgow: l’anno della ripartenza del settore paralimpico sotto la sua conduzione
Il cittì Addesi con Luca Mazzone ai mondiali del 2023 a Glasgow: l’anno della ripartenza del settore paralimpico sotto la sua conduzione
Pierpaolo Addesi, ti aspettavi un anno così buono?

Dico la verità: su pista avevo il punto interrogativo. Però immaginavo che potesse succedere qualcosa di buono, semplicemente perché gli atleti sono pressoché gli stessi, a parte quelli del tandem della velocità, e sono riuscito a gestirli bene fra strada e pista. Non mi limito al mio modo di pensare oppure alle mie esperienze. Mi piace spaziare e dare voce a chi può saperne anche più di me e la prima richiesta che ho fatto lo scorso anno è stato poter lavorare con il team performance. Dopo quello che hanno fatto con gli atleti normodotati, avrebbero potuto aiutare anche noi.

Ha funzionato?

Ho avuto ragione, perché con loro c’è stato proprio un cambio di marcia. Sulla preparazione, sui vantaggi nel seguire gli atleti, sulla metodologia di allenamento. Poi avevo chiesto di essere affiancato da un tecnico della pista. Conoscevo Fabio Masotti da tanti anni, perché ha gareggiato a Pechino da normo, mentre io c’ero come para. Sapevo che sarebbe stato un grosso aiuto e così è stato. Mi piace anche come lavora, è uno quadrato. E poi la Federazione ci ha aiutato tanto con il discorso dell’inclusione.

Masotti Villa 2018
Fabio Masotti, friulano classe 1974 (tesserato Fiamme Azzurre), è stato azzurro della pista, poi collaboratore di Villa e ora di Addesi
Masotti Villa 2018
Fabio Masotti, friulano classe 1974 (tesserato Fiamme Azzurre), è stato azzurro della pista, poi collaboratore di Villa e ora di Addesi
In che modo?

Ne avevamo bisogno e ho scoperto che quando la metti in atto, smetti anche di parlarne perché diventa la normalità. Siamo andati in pista ad allenarci con la nazionale elite, con gli juniores. Ci siamo scambiati le entrate in base alle necessità, ci siamo aiutati a vicenda. Ho trovato colleghi disponibilissimi: questo ci ha fatto fare un altro salto e secondo me andrà sempre meglio. Perché intanto arrivano le nuove leve e i ragazzi, vedendo tutto questo coinvolgimento, si sono sentiti più motivati.

Un bel segnale da parte delle altre categorie…

Ho ringraziato proprio per questo. Quando entri in una pista e ti senti diverso, ti accorgi di essere trattato in un altro modo. Invece vedendo la moto che girava e dietro gli atleti paralimpici che si agganciavano insieme ai normodotati, ho avuto la sensazione di appartenere alla stessa famiglia.

Cretti è stata una delle rivelazioni del 2025: potenzialmente vincitrice in ogni specialità
Claudia Cretti è stata una delle rivelazioni del 2025: secondo Addesi, è potenzialmente vincitrice in ogni specialità
Cretti è stata una delle rivelazioni del 2025: potenzialmente vincitrice in ogni specialità
Claudia Cretti è stata una delle rivelazioni del 2025: secondo Addesi, è potenzialmente vincitrice in ogni specialità
Claudia Cretti è stata la star dei mondiali su pista.

Sono già tre anni che le dico: «Se vuoi, tu puoi vincere tutto». Sono sempre convinto di questa cosa e del fatto che questo sia solo l’inizio. Sono riuscito a gestirla dallo scorso anno anche sotto il profilo degli allenamenti. E’ riuscita a perdere peso da sola e gradualmente, si è mentalizzata e adesso è una macchina da guerra. Io ho un obiettivo 2026 con lei, gliene parlavo poco fa: «Dobbiamo vincere il mondiale su strada». Dal mio punto di vista è una corsa adatta a lei. Forse deve migliorare ancora a crono, ma tutto il resto è alla sua portata: è un atleta che può darci veramente tanto. E poi stanno arrivando tanti ragazzi nuovi.

Il ringiovanimento è uno dei punti su cui Addesi insiste da tempo.

C’è stato anche un bel cambio generazionale. Vanno bene Mazzone e Cornegliani, che sono dei perni, però quello che c’era prima non si vede più. Un’altra cosa importante è stato bilanciare le varie categorie. Mi ricordo che alla prima trasferta in Belgio del 2023 andammo con 18 handbike, più due biciclette e due o tre tandem. Mi sono reso conto che era troppo ed era anche un problema, perché muoversi con tante handbike e atleti in carrozzina era difficile anche sul piano logistico.

A Roma c'era anche Marco De Sanctis, presidente del Comitato Olimpico Paralimpico, che ha lodato i risultati del gruppo di Addesi
A Roma c’era anche Marco De Sanctis, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, che ha lodato i risultati del gruppo di Addesi
A Roma c'era anche Marco De Sanctis, presidente del Comitato Olimpico Paralimpico, che ha lodato i risultati del gruppo di Addesi
A Roma c’era anche Marco De Sanctis, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, che ha lodato i risultati del gruppo di Addesi
Invece adesso?

Non si è trattato di tagliare le handbike, ma ho voluto bilanciare la squadra. Adesso vediamo 5-6 ciclisti, 7-8 handbike, 4-5 tandem. E poi alle Olimpiadi le specialità per le handbike sono poche, se invece vado con un ciclista, può fare la strada e la crono, ma anche lo scratch, l’eliminazione e la velocità olimpica in pista. La Francia ci insegna.

La pista è potenzialmente un nuovo terreno di caccia?

Puntiamo a Los Angeles per vincere anche le medaglie su pista, una cosa che prima non c’era. Chi mi ha preceduto ci ha puntato poco, non capisco se per mancanza di atleti o perché hanno preferito legarsi alle specialità che davano risultati più sicuri. Io oggi ho Cretti e solo lei ho tre medaglie garantite a Los Angeles. Ci sono altri ragazze e ragazzi con cui stiamo trattando, ma di cui preferisco non fare i nomi. E poi c’è Stacchiotti, che quest’anno è molto più motivato. Sta per diventerà papà quindi non sarà coinvolto nella prima trasferta in Thailandia, però anche lui è un uomo di punta, un uomo che potrebbe fare bene anche al mondiale.

I tandem della velocità: Ceci e Meroni, poi i presidenti De Sanctis e Dagnoni, quindi Colombo e Bissolati
I tandem della velocità: Ceci e Meroni, poi i presidenti De Sanctis (CIP) e Dagnoni (FCI), quindi Colombo e Bissolati
Come va invece con lo sviluppo dei materiali?

Con l’handbike siamo già a buon punto, c‘è un’evoluzione già importante e sta arrivando una sorpresa importante. Abbiamo chiesto un supporto a Dallara che già produce handbike e potrebbe sostenerci anche con i tandem. Magari nel 2026 avremo gli stessi materiali, ma in prospettiva ne avremo di altissimo livello. I ciclisti hanno Pinarello, le biciclette dei normo, siamo a posto, il tandem no e la mia richiesta è che Dallara possa studiare anche quelli. La Federazione si è mossa, loro si sono resi disponibili e ci hanno permesso di andare in galleria del vento con i tandem. Sono sicuro che in questo modo arriveremmo al livello degli altri. Con i materiali giusti, si può ragionare sulla composizione degli equipaggi.

Vale a dire?

Se prendo l’argento del tandem con uno stradista come Totò per guida, significa che se metto un inseguitore di livello com’era Plebani e come sicuramente ce ne sono tanti altri, allora l’oro non è vietato. Abbiamo conquistato Scartezzini, che però ha 34-35 anni, quindi in una prospettiva un po’ lunga, devo iniziare a valutare i ragazzi giovani. Devo parlare con i miei colleghi e arrivare al punto che se un atleta non è la loro prima scelta mentre per noi è importante, si può chiedergli di passarcelo.

Mazzone e Cornegliani sono ancora i due perni della nazionale, ma Addesi sta lavorando a un ringiovanimento
Mazzone e Cornegliani sono ancora i due perni della nazionale, ma Addesi sta lavorando a un ringiovanimento
Hai già qualche nome?

Ci sono inseguitori forti di 23-24 anni e a me serve uno di loro. Con i test che ha, oggi Bernard è forse l’inseguitore più forte al mondo. Se posso dargli un vero inseguitore per guidare il tandem, perché non pensare che a Los Angeles andremo per vincere la medaglia d’oro?

Sogno o progetto?

Sogno, ma ci credo. E devo dire grazie ai miei collaboratori. Mi piace ascoltare i consigli, le decisioni spesso si prendono insieme. L’ultima parola è di Addesi, ma non è mai la scelta di uno solo. So prendere le decisioni, ma se hai accanto le persone giuste, devi sapertene giovare. Questo secondo ha fatto nascere un gruppo forte, persone che si vogliono bene tra di loro. Ho creato un gruppo di amici, è già il secondo anno che ci troviamo per la cena di fine anno. Questo mi fa capire che stanno bene anche loro e io li ringrazio perché il merito non è solo del commissario tecnico.