Mattia Cattaneo

Cattaneo racconta il nuovo Evenepoel. E sul Giro…

19.12.2025
5 min
Salva

PALMA DE MAIORCA (Spagna) – Da Remco a Remco, ma sempre passando per Mattia Cattaneo. Il bergamasco, alla fine, è stato l’unico dei corridori che Evenepoel si è portato dietro. Fiducia totale in questo grande atleta. Forte, serio, professionale, esperto. Mica sprovveduto il belga.

Baciati dal sole maiorchino, con Cattaneo ci siamo seduti nel cortile di questi capannoni, una vecchia fazenda, che la Red Bull-Bora aveva scelto per il media day. L’ormai famoso deltaplano al centro dell’aia e tanti angoli dove i giornalisti si distribuivano per le interviste, alla prestigiosa della corazzata tedesca.

Mattia Cattaneo
Cattaneo ed Evenepoel hanno corso insieme per sei stagioni
Mattia Cattaneo
Cattaneo ed Evenepoel hanno corso insieme per sei stagioni
Insomma Mattia, è iniziata veramente questa nuova avventura? Cosa ti sembra?

A quanto pare sì… che ne dite! Siamo qui. Onestamente è una realtà veramente importante. Si percepisce subito un livello di professionalità che è superiore rispetto a tante squadre, quindi sono molto contento di farne parte e di iniziare questa nuova avventura.

Dopo tanti anni dall’altra parte, noti un cambiamento nel modo di lavorare e nell’approccio?

Credo che il fatto di avere un budget superiore porti ad avere molte più persone sotto ogni aspetto. Più che un cambiamento di modalità, cambia proprio il modo in cui sei seguito. Se 30 corridori vengono seguiti da 5 persone o da 12, non è la stessa cosa, no? Qui è tutto amplificato rispetto a quello a cui ero abituato alla Soudal Quick-Step. E io lì stavo “da dio”, onestamente. Però qui è un altro livello di supporto da ogni punto di vista.

Mattia Cattaneo
Quante interviste per Evenepoel durante il media day, assalito soprattutto dai giornalisti belgi (ma non solo)
Mattia Cattaneo
Quante interviste per Evenepoel durante il media day, assalito soprattutto dai giornalisti belgi (ma non solo)
Alla fine, tra i vari uomini di fiducia di Remco, sei quello che è rimasto. Com’è andata la trattativa?

In realtà è andata in modo molto semplice. Io ero in scadenza di contratto con la Quick-Step e, avendo 35 anni, avrei valutato anche altre opzioni, sia dal punto di vista economico sia sotto altri aspetti, essendo oggettivamente gli ultimi anni della mia carriera. Avevo tre o quattro proposte importanti, superiori economicamente a quello che la squadra era disposta a darmi. Nel frattempo Remco aveva deciso di venire qui. Mi chiama e mi dice: «Se puoi firma con Red Bull, perché io andrò lì». Io non avevo ancora firmato, fortunatamente, e ho fatto la scelta anche in base a questa sua idea.

E’ un bell’attestato di stima, ma anche una bella responsabilità…

Sicuramente è una grande responsabilità, soprattutto per me. Mi è stato fatto un contratto di tre anni a 35 anni, quindi potete capire quanto sia motivo di orgoglio. Non è solo aiutare Evenepoel, è il segnale che qualcosa di buono lo sto facendo. E’ stata una svolta positiva a livello economico, inutile nasconderlo, ma soprattutto dal punto di vista psicologico. Credetemi…

Mattia Cattaneo
Mattia Cattaneo (classe 1990) è pro’ dal 2012. Forte sul passo, va bene a crono e anche in salita. Sarà la spalla di fiducia del campione belga
Mattia Cattaneo
Mattia Cattaneo (classe 1990) è pro’ dal 2012. Forte sul passo, va bene a crono e anche in salita. Sarà la spalla di fiducia del campione belga
Come stai vedendo Remco?

Molto più sereno. Magari è solo una mia sensazione, ma è come se si fosse tolto un peso dalle spalle. Nel parlarci tutti i giorni lo vedo più tranquillo, più sicuro. Sono cose che percepisci subito, quando una persona è più rilassata o più sotto pressione.

Evenepoel ha detto di non sentire la pressione di questo grande progetto. Davvero sarà così?

Quando inizieranno le corse sarà tutta un’altra storia. Però credo che il fatto di avere vissuto anni di voci, “vado di qua, vado di là”, lo abbia messo sotto pressione non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello della vita quotidiana. In Belgio è mediaticamente super esposto e questo pesa. Forse incideva anche il fatto di essere non solo in una squadra belga, ma “nella” squadra belga. Ora Evenepoel è uscito dall’ovile e questo, secondo me, gli ha dato una serenità che prima non aveva. Almeno è quello che percepisco.

Che gare farai, Mattia?

Più o meno quelle che farà lui. Onestamente non conosco ancora il mio calendario nel dettaglio, ma so che in gran parte ricalcherà quello di Remco, eccetto qualche classica che io non farò. I punti centrali, Tirreno o Parigi-Nizza, Delfinato e soprattutto il Tour de France, li farò.

A Peyragudes Vingegaard riprende e sorpassa Evenepoel: lo smacco più grande della carriera di Remco. Da lì, la svolta secondo Cattaneo
A Peyragudes Vingegaard riprende e sorpassa Evenepoel: lo smacco più grande della carriera di Remco. Da lì, la svolta secondo Cattaneo
State già lavorando su qualcosa di specifico, come la cronometro o la costruzione del gruppo per la salita?

Un po’ sì. Abbiamo iniziato a lavorare sulla cronosquadre, visto che il Tour inizierà con una tappa del genere. Credo sia un aspetto fondamentale. Questa struttura ha già ben chiari i passi da fare per costruire un gruppo importante in vista del Tour.

A proposito di Tour quanto è stato devastante per Remco l’ultima edizione?

Sicuramente è stato un brutto colpo lasciare il Tour in quel modo. Allo stesso tempo, però, credo gli abbia dato uno shock positivo, del tipo: “devo cambiare qualcosa”. Uno schiaffone, insomma. Magari non sarà bello da dire, ma a volte è dalle legnate che si impara, anche se sei un campione. E’ stato un momento difficile, ma anche un click mentale.

Okay il discorso dell’investimento Red Bull-Bora su Remco e l’obiettivo Tour, ma certo questo Giro d’Italia gli poteva fare gola. Nell’ambiente, tecnici e corridori, dicono fosse tagliato per lui. Tu Mattia che ne dici?

Eh – sospira Cattaneo – questo dovete chiederlo ai manager. Io, quando ho visto il Giro d’Italia, lo dico sinceramente, la prima cosa che ho fatto è stata chiamarlo. Gli ho detto: «Guarda che ti hanno messo quaranta chilometri a cronometro, è una corsa per te». Poi è chiaro che l’investimento su di lui è enorme. Per Red Bull e per la squadra il Tour è estremamente importante e se fai appunto un investimento del genere è giusto puntare prima di tutto su quello. Però certo quel Giro… era perfetto per lui.