Ultimamente hanno fatto parlare le dichiarazioni di Roger De Vlaeminck sul paragone tra Merckx e Pogacar. Il belga ha rilasciato al quotidiano fiammingo Het Laatste Nieuws frasi come: «Pogacar non si avvicina nemmeno lontanamente alle dita dei piedi di Merckx». Oppure: «I giornalisti che fanno questo paragone non hanno la minima idea di cosa sia il ciclismo. Se avessi di nuovo 22 anni, Pogacar non sarebbe in grado di superarmi».
Dichiarazioni che a molti sono sembrate quanto meno avventate, considerando le imprese che ogni anno Pogacar sta mostrando al mondo. Ma qual è davvero il posto dello sloveno nella storia del ciclismo? Per capirne un po’ di più abbiamo contattato uno dei grandi maestri del giornalismo sportivo italiano, Claudio Gregori.


Claudio, cosa ne pensi delle frasi di De Vlaeminck?
Quello di De Vlaeminck a mio modo di vedere è un discorso inaccettabile. Guarda ai corridori con cui si è confrontato, soprattutto Merckx dal quale ha perso molte volte. Poi è anche un corridore molto diverso da Pogacar, ma di fatto non analizza le vittorie, i numeri vanno anche pesati. Il ciclismo moderno è molto diverso dal loro, qui tutto è calcolato al millesimo, ogni grammo di carboidrati da prendere durante le gare, ogni caloria. Forse per questo De Vlaeminck vede questa epoca così differente dalla sua.
Tu invece la pensi diversamente?
Pogacar e Merckx sono due corridori diversi che hanno corso in epoche diverse. Facciamoli correre insieme per gioco. Pogacar è sicuramente più forte di Merckx in salita, anche semplicemente perché pesa 66-67 chili, mentre il belga aveva un peso forma di 74-75 chili. Merckx però aveva sicuramente un motore più potente, era più forte sul passo e in volata. Inoltre correva anche in pista, ha fatto il record dell’Ora e vinto 17 Sei Giorni.


In effetti i numeri del belga forse resteranno imbattibili…
I numeri dicono che Merckx in carriera ha oltre 500 vittorie, tra cui 11 Grandi Giri. Pogacar per ora è arrivato a 105 vittorie con 5 Grandi Giovani ri. Detto questo Pogacar è un campionissimo. Ha vinto 5 Giri di Lombardia su 5 partecipazioni, un dato incredibile. Certo, tra i risultato di Merckx spiccano le 7 Sanremo, come anche le 3 Parigi-Roubaix, mentre lo sloveno è ancora a zero. Ma bisogna anche vedere il modo, appunto pesare le prestazioni. Pogacar è arrivato secondo alla sua prima Roubaix, qualcosa di impensabile fino a pochi anni fa.
Forse è questa la sua grandezza?
Certamente. Nel ciclismo moderno sembrava impossibile entusiasmare con gli assoli, lui invece ha riscoperto questo modo di correre. Ancora più difficile da mettere in atto adesso rispetto a decenni fa. Ha vinto gli ultimi due campionati del mondo attaccando a 100 chilometri dall’arrivo, quando eravamo abituati al fatto che bastasse guardare gli ultimi 30-40 chilometri dall’arrivo. E questa cosa che lo rende amatissimo. Come alla Strade Bianche di quest’anno, quando sembrava tagliato fuori dopo la caduta, invece poi…


C’è poi il fatto che i paragoni veri si potranno fare solo a fine carriera. Quanto potrà correre ancora Pogacar?
Quanto vincerà ancora non lo sappiamo, secondo me potrebbe fare ancora 5-6 anni ad altissimo livello. Però qualche confronto con altri campioni lo possiamo già fare. Per esempio Hinault ha vinto 10 Grandi Giri e solo 5 Classiche Monumento, e credo che Pogacar gli sia già superiore ora, proprio perché è più spettacolare.
Spesso sentiamo dire che però questi assoli solitari stufano. Qual è la tua opinione?
Io mi diverto a guardarlo. Trovo bellissimo che tutti lo si aspettino e lui si presenti sempre puntuale, come a Kigali. Lì il duello con Evenepoel è stato bellissimo, perché poi gli avversari li ha eccome in certe gare. Ritenterà di vincere la Sanremo, una corsa che ha sempre acceso lui negli ultimi anni, e troverà ancora Van der Poel. Lo stesso vale per la Roubaix. Comunque non credo che sia noioso, come non credo che Coppi abbia ammazzato il Giro d’Italia durante la famosa Cuneo-Pinerolo nel ‘49. La gente era lì assiepata con il cronometro in mano, a vedere il distacco con Bartali. Il ciclismo non è bello solo per conoscere il vincitore di una gara, ma anche per l’azione in sé.


Quindi non è vero che Pogacar, a differenza del Cannibale, non abbia rivali all’altezza?
No, e l’abbiamo visto al Tour de France con Vingegaard. Anche se penso che il più temibile sia Evenepoel. Ha due anni in meno di lui, è stato frenato da incidenti molto gravi e comunque ha vinto ha vinto due ori olimpici, quattro mondiali, quattro europei, una Vuelta, cioè ha dimostrato che può lottare nei Grandi Giri. Certo Pogacar è più forte in salita, ma il belga è un cagnaccio e ha la mentalità del campione assoluto.
Claudio, quindi secondo te che posto avrà (o ha già) Pogacar nella storia del ciclismo?
Per ora vale ancora la definizione di Gian Paolo Ormezzano: “Merckx il più forte, Coppi il più grande”. Ma fra tre anni credo che tra loro due potremmo senza dubbio inserirci anche il campione sloveno.