Alberto Puerini, fratelli Cingolani

Zero24 Cycling Team, l’anno spaziale raccontato da Puerini

21.11.2025
7 min
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PESARO – Della Serata del Grande Ciclismo abbiamo già detto nell’editoriale di lunedì, parlando della rivendicazione di Garofoli a favore dei corridori italiani. Tuttavia la serata organizzata da Maurizio Radi e Giacomo Rossi ha visto sfilare sul palco anche alcuni dei migliori talenti marchigiani e fra questi non poteva mancare il Petrucci Zero24 Cycling Team allievi, il brand del Pedale Chiaravallese. Di loro abbiamo parlato più e più volte, quando ancora nessuno poteva immaginare che la squadra di Alberto Puerini sarebbe stata la dominatrice di stagione.

Nove successi con Tommasi Cingolani, fra cui il campionato italiano in linea e a cronometro. Sei con Edoardo Fiorini. Cinque con Filippo Cingolani. Dieci con Andrea Gabriele Alessiani e fra queste il Gran Premio della Liberazione a Roma, il Giro delle Tre Province in Emilia e il Giro dei Cinque Laghi in Veneto. Sono numeri da prendere con le molle, sempre di allievi si parla. Ed è positivo rendersi conto che identica consapevolezza ce l’ha il loro direttore sportivo Puerini.

«Quando da ragazzini – ricorda Puerini – andavamo a correre in Romagna, già vedevi la differenza. Andavi a correre in Toscana e neanche ti presentavi, perché era tutto un altro ritmo. Abbassavano la bandierina, alzavi la testa e non riuscivi a capire quanti ce ne fossero davanti e la corsa era finita. Figuratevi in Veneto, cosa volevi fare? Quest’anno siamo andati al Nord e abbiamo sentito le altre squadre dire che si lottava per il secondo posto, perché c’eravamo noi. Per me è una bella rivincita. Prima, quando un marchigiano vinceva fuori regione, era un campione. Quest’anno siamo andati spesso e abbiamo vinto alcune fra le gare più importanti».

Già il 2024 era stato positivo, che cosa è cambiato quest’anno?

Molti ragazzi del primo anno sono cresciuti e migliorati, i risultati sono venuti per la loro crescita. Sin dall’inizio dello scorso anno, avevano preso la categoria allievi con una buona mentalità. Dopo un mese e mezzo di gare, avevano smesso di correre per fare bene, ma partivano per vincere, chiudendo la stagione con il titolo italiano della cronometro a squadre: la ciliegina sulla torta. Quest’anno abbiamo proseguito. Siamo partiti subito a mille e abbiamo vinto le prime due gare, le domeniche che non abbiamo vinto si contano sulle dita di due mani.

Alla Sarnano-Recanati, Fiorini precede Alessiani. E' il 28 settembre
Alla Sarnano-Recanati, Fiorini precede Alessiani. E’ il 28 settembre, lo Zero24 Cycling Team domina
Alla Sarnano-Recanati, Fiorini precede Alessiani. E' il 28 settembre
Alla Sarnano-Recanati, Fiorini precede Alessiani. E’ il 28 settembre, lo Zero24 Cycling Team domina
Li guardi e non pensi che siano allievi, sono molto più grandi rispetto a una decina di anni fa…

Dopo il Covid c’è stata un’accelerazione enorme. La mentalità che hanno ora forse prima non l’avevano neppure gli juniores. Qualche ragazzino che deve ancora formarsi e fa fatica c’è ancora, però secondo me il lavorare molto in palestra, che prima non si faceva, giova anche alla crescita. Sono strutturati fisicamente e mentalmente sono più focalizzati, hanno una marcia in più di quella che avevamo noi.

Forse proprio per questo bisogna stare attenti a non esagerare con i carichi di lavoro?

Bisogna distinguere tra ragazzo e ragazzo. Quello che ancora è indietro con la maturazione lo devi aspettare, non puoi esagerare. Devi dargli i tempi di recupero, stare molto attento alle fasi di crescita. Nel momento che il fisico sviluppa, non lo puoi stressare, perché ha bisogno di energie fisiche e mentali proprio per crescere, quindi devi andare tranquillo. In questo aiutano molto le nuove metodologie. Puoi controllare gli allenamenti, la forza, la frequenza. Il potenziometro, che prima sembrava chissà cosa, secondo me aiuta molto a preservare i ragazzi: di fatto non sbagli più. Per contro, non devi avere… fame. Devi pensare al bene dei ragazzi, non a vincere più corse possibili. Li devi far crescere, soprattutto mentalmente. Perché fisicamente crescono da soli, secondo natura.

Gorizia, Tommaso Cingolani precede Ceccarelli e Fiorni al tricolore
Gorizia, Tommaso Cingolani precede Ceccarelli e Fiorni al tricolore. Per la Zero24 Cycling Team un giorno indimenticabile
Gorizia, Tommaso Cingolani precede Ceccarelli e Fiorni al tricolore
Gorizia, Tommaso Cingolani precede Ceccarelli e Fiorni al tricolore. Per la Zero24 Cycling Team un giorno indimenticabile
Il direttore sportivo è anche psicologo?

Parecchio. Devi cercare di capirli, sapere quando è il momento del bastone e quando della carota. E quando si fidano, iniziano a confidarsi come se fossi un fratello maggiore o un secondo padre. Ti raccontano tante cose della scuola, magari quando hanno preso un brutto voto e devo spingerli a dirlo anche a casa.

Genitori, spesso la nota dolente: che rapporti hai con loro?

La prima cosa è che devono fidarsi, perché in quel caso è fatta. Ti lasciano il figlio e non hai problemi. Però è tosta, è la parte più difficile del direttore sportivo. Devi far capire che vuoi il bene di loro figlio, ma che li consideri tutti uguali. Non è sempre facile, perché c’è sempre quello con la puzza sotto al naso secondo cui non consideri abbastanza suo figlio o non fai abbastanza.

Il 24 agosto, Alessiani porta a casa il Giro delle Tre Province
Il 24 agosto, Alessiani porta a casa il Giro delle Tre Province. Lo Zero24 Cycling Team è al suo fianco
Il 24 agosto, Alessiani porta a casa il Giro delle Tre Province
Il 24 agosto, Alessiani porta a casa il Giro delle Tre Province. Lo Zero24 Cycling Team è al suo fianco
Come fai?

Non è facile, prendiamo i due Cingolani. Loro padre Francesco lo portavo a correre quando era esordiente, ha fiducia in me, però è anche uno che conosce bene il ciclismo. I Cingolani, anche nonno Amos, sono molto esigenti. Vogliono le cose fatte bene, ma è capitato che gli abbia detto: «Ricordati che qualche volta i tuoi figli vanno ancora a giocare a fare le capanne al fiume». Sono ancora ragazzini e non si può sempre considerarli dei professionisti, mentre loro sono molto professionali e guardano il particolare. E’ più facile avere a che fare con un genitore che non capisce niente di ciclismo e si fida, senza mai intromettersi. Se invece sbagli qualcosa, oppure qualcosa non va per il verso giusto, Francesco lo nota subito e ce lo fa notare. Non devi mai abbassare la guardia.

Ti sembra che ci sia un po’ di risveglio nel ciclismo marchigiano?

Qualcosa si muove, ma secondo me si può fare di più. C’è da lavorare sui vivai, sui ragazzini, sulle scuole di ciclismo. C’è da trasmettere la passione, il divertimento. E c’è anche da lavorare tanto sui giovani, perché purtroppo il ciclismo è accelerato e parecchi ragazzi smettono anche troppo presto. Servono anche nuovi tecnici, che siano preparati e parlino la loro stessa lingua.

A Roma la vittoria di Alesiani al GP Liberazione (foto Simone Lombi)
A Roma la vittoria di Alesiani al GP Liberazione, successo di prestigio per lo Zero24 Cycling Team (foto Simone Lombi)
A Roma la vittoria di Alesiani al GP Liberazione (foto Simone Lombi)
A Roma la vittoria di Alesiani al GP Liberazione, successo di prestigio per lo Zero24 Cycling Team (foto Simone Lombi)
Che cosa intendi?

Guardo in casa nostra e per la preparazione mi aiuta Lancioni, che à un 2004 e fa Scienze Motorie. Tommaso Fiorini, fratello di Edoardo, il prossimo anno farà il direttore sportivo con gli esordienti. C’è un altro ragazzo del 2008 che già dall’anno veniva ad allenarsi con noi, anche se ha smesso di correre. Sta in bicicletta con loro e li tiene in riga perché è un po’ più grande. E poi c’è un altro del 2006 che tutte le domeniche vuole venire con noi a fare l’accompagnatore , anche solo per dare le borracce. Bisogna investire su questi ragazzi, perché ci sono ancora in giro i direttori sportivi di quando ero allievo io. Hanno passione, ma vivono nel ciclismo degli anni 80-90.

Avete avuto la tentazione di portare questo gruppo fra gli juniores?

Qualcuno ce l’ha proposto, ma non saremmo in grado di farlo. Ci avevamo provato con Mario Austero, però oltre che essere costosissimo, a mio avviso non siamo pronti per quel ciclismo. Bisogna essere strutturati bene. Se hai Fiorini, Cingolani e Alessiani, che è andato alla Pool Cantù, non puoi farli correre solo in Abruzzo, nel Lazio o in Emilia. Certe esperienze bisogna che le facciano, devi andare a fare la corsa a tappe, che ha dei costi notevoli. Preferiamo lavorare bene fra gli allievi, che in questi anni conta ancora di più.

Nella serata di Pesaro, Puerini insieme a Edoardo Fiorini
Nella serata di Pesaro, Puerini insieme a Edoardo Fiorini con il trofeo Morfeo Gadget
Nella serata di Pesaro, Puerini insieme a Edoardo Fiorini
Nella serata di Pesaro, Puerini insieme a Edoardo Fiorini con il trofeo Morfeo Gadget
Perché?

Perché bisogna essere bravi a costruire i ragazzi soprattutto a livello mentale e di maturità, di consapevolezza delle scelte e delle rinunce che dovranno fare. Devono capire che c’è la scuola, poi c’è il ciclismo e solo dopo viene tutto il resto. Se hai passione, le cose ti vengono facili, sennò si fa presto a mollare. E non possiamo permetterci di perdere i talenti migliori.