Eurobike in visita a IBF: con Reisinger sul truck di bici.PRO

13.09.2025
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MISANO ADRIATICO – Eurobike in visita all’Italian Bike Festival. E’ vero che ogni esposizione fa storia a sé ed è anche vero che nel concepire l’esposizione romagnola, che nacque a Rimini e poi si è spostata all’autodromo, si prese spunto dalla fiera nata a Friedrichshafen, ma la presenza di Stefan Reisinger a Misano non è passata inosservata. Il CEO di Fairamic, che organizza l’esposizione di Francoforte, era in vacanza con la famiglia sulle spiagge di qui, ma ne ha approfittato per un’immersione di giornata fra gli stand di IBF. Forse anche la scelta del luogo e della data per le vacanze con i due figli piccoli non è stata casuale.

Per cui quando lo accogliamo nel nostro truck e per tenere a bada i due bambini attingiamo alle scorte di cioccolata, l’occasione di porgli qualche domanda ci è parsa altrettanto ghiotta. Assieme a lui c’è Marco Rossignoli, amministratore di Expo Time che organizza fiere e agevola la presenza a Eurobike delle aziende italiane (i due sono insieme nella foto di apertura).

Lo stand di Guerciotti a IBF, fra tecnica, arte e tanto buon gusto: la fiera di Misano si svolge all’aperto
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Il giorno prima dell’apertura si è tenuta una riunione sulla sicurezza stradale e si sbandierato il fatto che Berlino sia ormai una città sicura per le bici. Conferma?

Penso che alcune città tedesche siano già cambiate molto o che le persone abbiano cambiato molto i loro comportamenti. Ma ovviamente non siamo ancora arrivati al punto di paragonare Berlino a Copenaghen, per esempio, oppure ad Amsterdam. Ci sono altre città e altri Paesi piuttosto avanti e quando si organizza un’esposizione come Eurobike, bisogna pensare anche che questo tipo di sviluppo gioca un ruolo cruciale.

La mobilità è il fronte principale di interesse?

Negli ultimi due anni ne abbiamo parlato molto, quindi Eurobike si è trasformata sempre più in una fiera che si occupa di queste tematiche. Penso che sarà ancora uno dei nostri obiettivi per il prossimo anno, ma non l’unico. Vogliamo anche tornare alle nostre radici e parlare di sport e performance, perché negli ultimi due anni questo aspetto è un po’ mancato.

Da Friedrichshafen, sul lago di Costanza, 4 anni fa Eurobike si è trasferita alla Fiera Di Francoforte
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Perché?

Perché dopo il Covid, la maggior parte dello sviluppo e delle innovazioni interessanti è derivata dal lato della mobilità. Pensiamo a quale rivoluzione siano state le e-bike. Questo ovviamente non significa che i prodotti sportivi e legati alla performance non siano più al centro dell’attenzione ed è un aspetto che vogliamo affrontare anche l’anno prossimo.

Anche perché il ciclismo sportivo in Germania sta tornando ai vertici della popolarità. Lidl è uno sponsor tedesco, Lipowitz è arrivato terzo al Tour, ci sono tanti segnali di risveglio, no?

Penso che il ciclismo stia guadagnando di nuovo popolarità, dopo alcuni anni in cui è rimasto un po’ sotto traccia. Penso che i fatti di doping abbiano danneggiato molto l’intero settore, ma ora sembra essere stato superato e c’è un nuovo interesse per il ciclismo e il ciclismo delle alte prestazioni. Il Giro di Germania è cresciuto, ma credo che siano ancora le grandi gare come il Tour de France, il Giro e la Vuelta ad essere al centro dell’attenzione anche in Germania.

Le bici da bikepacking di Gusoline sono ormai celebri grazie alle imprese e ai video di Jovanotti
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Quale pensate sia il ruolo di Eurobike nel ciclismo europeo?

Penso che possiamo incidere non in termini di prestazioni nelle corse, ma in termini di unificazione dell’intero settore ciclistico. Penso che questo sia lo scopo principale e l’attrattiva principale di Eurobike: che tutto il mondo del ciclismo si unisca. Chi lavora nella catena di fornitura, ma anche i marchi e tutti i produttori e importatori di componenti da tutto il mondo, convergono sull’Europa. In un certo senso Eurobike è il più grande raduno del settore a livello globale.

Quattro anni fa vi siete spostati da Friedrichshafen a Francoforte: restate convinti della bontà della scelta?

E’ stato un passaggio positivo. Nel 2022, a Francoforte siamo riusciti a far ripartire il settore dopo la chiusura per il Covid. Certo, gli ultimi due anni sono stati difficili anche per noi, perché l’intero settore si è trovato in una situazione difficile. La fiera è sempre uno specchio del mercato. Quindi, se il mercato non va bene, la fiera non può avere un grande successo. Ma in generale, il cambiamento che abbiamo apportato spostando la fiera a Francoforte è stato positivo.

Che tipo di rapporto avete con le industrie italiane che partecipano a Eurobike?

Una lunga tradizione. Nel corso degli anni c’è sempre stata una grande partecipazione dall’Italia. Nelle ultime due stagioni, alcuni marchi di bici da corsa hanno abbandonato la partecipazione (fra essi Colnago, assente quest’anno anche a Misano, ndr), ma ora il nostro obiettivo principale è quello di far tornare alcuni dei migliori marchi italiani di bici da corsa.

Lo stand Cinelli è stato un vero tempio del made in Italy, richiamo per molti appassionati
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Che cosa ti è parso di Italian Bike festival e della sua formula?

Penso che sia un evento fantastico. Sono arrivato da poco e ho visto che è davvero molto affollato di appassionati ed espositori. Sembra che ci siano tutti, quindi è sicuramente il più grande raduno della comunità ciclistica italiana.

Hai visto qualcosa che potresti pensare di esportare a Eurobike?

Forse è un po’ il contrario. Penso che siano stati bravi a riprendere molte cose che abbiamo iniziato a Eurobike tanti anni fa. Tutte le attività del festival all’aperto a Fredrichshafen le facevamo già 20 anni fa. E anche le opportunità di provare le bici, anche questo fa parte di Eurobike. E penso che sia anche la parte che qui funziona meglio, per giunta in un momento perfetto dell’anno. Il tempo è bello, c’è il sole, quindi è davvero bello. Un bel festival per i consumatori finali. Per questo, se i bambini me lo permettono, adesso andrò a farmi un altro giro anche io.