Con la vittoria della generale del Giro della Lunigiana Donne di una settimana fa, la stagione su strada di Elisa Bianchi si è già chiusa, mentre sta per entrare in quella del ciclocross. La junior della BFT Burzoni ha vissuto in maniera intensa la prima stagione nella categoria (in apertura foto Ossola), raccogliendo tanti piazzamenti e scoprendo anche la pista con paio di medaglie internazionali.
Col quartetto azzurro a luglio è arrivato l’argento europeo in Portogallo, poi ad agosto quello mondiale in Olanda ed entrambe le volte sempre dietro ad una inarrivabile Gran Bretagna, ma per Bianchi questo 2025 doveva proiettarla in una dimensione diversa, più “corale”. Per la 17enne bresciana di Lograto, che nelle categorie inferiori aveva quasi sempre corso da sola, era il debutto pure in una squadra, intesa come gruppo di compagne e staff. Ad inizio anno infatti Stefano Solari, team manager della BFT Burzoni, ci aveva detto che l’ingaggio di Bianchi era da considerarsi una scommessa. La personalità non manca ad Elisa e allora cerchiamo di capire con lei se questa scommessa è considerarsi vinta.


Facciamo un bilancio sulla tua annata. E’ stata in linea alle tue aspettative?
Sono molto contenta di come è andata la stagione, è stata bellissima. Non pensavo di fare già risultati in pista visto che ho iniziato quest’anno. Anche se forse avrei voluto ottenere qualcosa di più, devo dire che pure su strada è andata bene con tanti piazzamenti e due vittorie (la prima conquistata all’autodromo di Monza a fine maggio, ndr). Ora inizierò a prepararmi per il ciclocross, seppur sia stata convocata dalla Lombardia per i campionati italiani in pista (in programma a Noto dal 7 al 9 ottobre, ndr).






Vorresti continuare a fare doppia attività tra strada e ciclocross anche nel futuro?
Quest’anno deciderò in base ai risultati, però non nascondo che sto già riflettendo su come far conciliare tutto, compresa la pista. La mia idea iniziale sarebbe stata quella di fare ancora questa stagione di ciclocross e poi concentrarmi essenzialmente sulla strada. Tuttavia non ci penso perché sono molto stimolata. Innanzitutto correrò per una nuova squadra (la Alè Colnago, che verrà presentata la settimana prossima, ndr) e contestualmente vorrei guadagnarmi una maglia azzurra per europei e mondiali che l’anno scorso non ero riuscita a ottenere.
Tornando alla pista, che impatto è stato?
Mi sono divertita tantissimo e ho cancellato un vecchio ricordo. Al primo anno da allieva avevo fatto un solo allenamento in pista e non era andato bene, anche perché arrivavo dalla Mtb. Invece stavolta è stato tutto bello e mi sono appassionata, tanto da volerla curare con più metodo. Mi è piaciuta l’atmosfera e sotto questo aspetto devo ringraziare tantissimo Diego Bragato, che mi ha dato subito tanta fiducia, e tutto lo staff. Per ora ho fatto solo il quartetto, ma lui dice che potrei iniziare a lavorare sulla madison. Vedremo, ho voglia di imparare.






Questa stagione in pratica sei stata in due formazioni, club e nazionale in pista. Come sono andate queste esperienze?
Per concludere il discorso pista, ho visto la forza di un gruppo. Tante ragazze avversarie durante l’anno che si uniscono con la maglia azzurra e si supportano a vicenda, grazie ai consigli dei tecnici. Con la BFT Burzoni è stata la stessa cosa, nonostante all’inizio sia stato un grande cambiamento per me perché arrivavo in una squadra molto organizzata sotto ogni punto di vista. Ho sempre corso da sola e un po’ di timore ce lo avevo. Col passare del tempo e delle gare mi sono trovata bene con le compagne, con i diesse Krizia e Vittorio (rispettivamente Corradetti e Affaticati, ndr) e il resto della squadra. E’ stata una stagione in cui ho imparato tanto.
Cosa in particolare?
In squadra ho avuto quel senso di famiglia che non avevo e che non conoscevo. Ad esempio ho imparato a gestire la pressione e spartire l’ansia della gara con le mie compagne. Mi è servito confrontarmi con loro sotto questo punto di vista e di conseguenza interagire con le compagne è diventato più semplice.


E in corsa invece Elisa Bianchi cosa ha tratto?
Ho imparato le tattiche di gara e capire in prima persona quanto sia importante la squadra ai fini di un risultato. Sento di essere cresciuta tanto, anche grazie al sacrificio di rinunciare ad un piazzamento per aiutare una compagna. Il Lunigiana è stato un esempio di tutto questo. Ho aiutato le compagne a vincere le due tappe ed io sono riuscita a conquistare la generale.
Ti sei posta qualche obiettivo per il 2026?
Nessuno in particolare. Vorrei fare una bella stagione in generale, anche ripetere questa con qualche vittoria in più. Ecco, magari vorrei provare ad avere un po’ più libertà d’azione per capire meglio che tipo di corridore sono. Anche la prossima sarà una stagione di altri insegnamenti per il futuro.