Rosato: un terzo posto che vale il mondiale e i passi verso il 2026

08.09.2025
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Nella nostra ultima intervista Giacomo Rosato aveva definito il Giro della Lunigiana il vero esame per conquistare una maglia azzurra ai mondiali in Rwanda. Con le prestazioni messe insieme durante i quattro giorni tra Liguria e Toscana lo scalatore veneto ha convinto il cittì Salvoldi a convocarlo per la trasferta a Kigali. Giacomo Rosato si aggiunge così a Roberto Capello e Mattia Agostinacchio, manca solo il biglietto dell’aereo, ma a breve arriverà.

«Sono tornato a casa ieri – ci dice il ragazzo nato a Montebelluna – insieme ai miei genitori, mi hanno seguito per tutto il Giro della Lunigiana. Mi fa sempre piacere quando riescono a venire alle corse. Il terzo posto è un bel regalo per loro, ma anche per me. Direi che ci voleva. Era da inizio anno che avevo messo il mirino sul Lunigiana, per arrivarci al meglio sono andato in altura per due settimane. Sono sceso che avevo buone sensazioni».

Podio Giro della Lunigiana 2025: Seff Van Kerckhove, Anatol Friedl, Giacomo Rosato (foto Ptzphotolab)
Podio Giro della Lunigiana 2025: Seff Van Kerckhove, Anatol Friedl, Giacomo Rosato (foto Ptzphotolab)
Com’è stato preparare questo obiettivo come fanno i grandi?

Ho rischiato un po’ perché era la prima volta che andavo in altura, ne ho parlato con il mio preparatore, Mattia Gaffuri, e abbiamo trovato la via migliore. Siamo stati sulle venti ore settimanali, non volevamo esagerare per non stressare il fisico. Sono andato a Livigno, per i primi cinque giorni da solo, poi è arrivato Dino Salvoldi insieme agli altri quattro ragazzi selezionati. 

Facciamo un gioco, visto che avevi definito il Lunigiana come un esame finale, che voto ti dai?

8, anzi 8,5. Quel mezzo voto in più è per il podio che sono riuscito a conquistare ieri. Il Lunigiana è una corsa difficile, un terno al lotto costante. Devi farti trovare pronto in ogni momento, nella prima tappa ero davanti ma non ho voluto rischiare in discesa. Mentre il giorno dopo ero partito con l’idea di provarci, ho attaccato per provare a vincere. Forse mi sono mosso troppo presto, ma è arrivato un buon quarto posto.

Nella seconda tappa del Lunigiana Rosato (sullo sfondo) ha corso con in testa la vittoria e provando ad attaccare (foto Ptzphotolab)
Nella seconda tappa del Lunigiana Rosato (sullo sfondo) ha corso con in testa la vittoria e provando ad attaccare (foto Ptzphotolab)
Nella giornata di ieri, invece, il podio…

E’ stata una tappa difficile, la più impegnativa e anche quella con maggior dislivello. Sulla salita di Fosdinovo ho avuto un piccolo problema perché il norvegese Haugetun si è staccato poco dopo un tornante. Il gruppo era allungato e lui era davanti a me, mi ha fatto il buco nel momento in cui davanti hanno attaccato. Sono rientrato solamente a un chilometro dalla vetta, è stato uno sforzo incredibile. 

Salvoldi ha detto che si sarebbe aspettato qualche iniziativa in più dai suoi ragazzi.

Si andava forte ogni giorno, era difficile fare un’azione. Io nella tappa più adatta alle mie caratteristiche ci ho provato, magari avrei potuto attaccare anche nella seconda semitappa ma era uno strappo esplosivo non troppo adatto a me. Mentre ieri il ritmo era altissimo, attaccare quando sei in classifica è rischioso. Non ne valeva la pena.

Le qualità del corridore del team Fratelli Giorgi sono adatte al percorso iridato (foto team)
Le qualità del corridore del team Fratelli Giorgi sono adatte al percorso iridato (foto team)
Perché?

C’era in ballo un podio al Lunigiana, poi i primi due (Friedl e Van Kerckhove, ndr) andavano molto forte. Corro sempre per provare a vincere ma non è facile, quando sei in classifica ti guardano e sei costantemente marcato. Il francese Blanc, che ha vinto le ultime due tappe, era molto più libero perché ormai era fuori classifica. 

Che cosa ha detto di te questo Lunigiana?

Sono cresciuto molto, soprattutto se mi paragono con gli stranieri. A inizio anno mi sentivo un gradino sotto rispetto a loro, ora penso di essere allo stesso livello. Al mondiale in Rwanda si dovrà avere la giusta mentalità, provare a giocarci le nostre chance. La squadra è competitiva, si deve provare a fare qualcosa. 

Nel frattempo a inizio agosto hai avuto modo di correre con i colori che ti accompagneranno nel salto tra gli under 23…

Sono andato in Belgio, alla Aubel-Thimister-Stavelot, con la Cannibal Victorious, team juniores del Bahrain Victorious. Il prossimo anno passerò U23 con il loro devo team ed è stata una bellissima esperienza. Ora penso al mondiale e a conquistare un posto per l’europeo, poi guarderò al 2026. Ci sarà da lavorare tanto ma credo di essere pronto.