Si rivede Lucca, in Ungheria per riavere una chance

20.08.2025
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Al Tour of Szeklerland in Romania si è rivisto a buoni livelli Riccardo Lucca, quinto in classifica e risultato il migliore fra gli scalatori. E’ chiaro, parliamo di una corsa livello 2.2 con squadre per lo più Continental, ma rappresenta sempre un segnale da parte di un corridore di cui si erano un po’ perse le tracce, dopo la chiusura del rapporto con la VF Group Bardiani.

Per continuare la sua attività, Lucca è emigrato fino in Ungheria, entrando a far parte del Karcag Cycling Epkar Team e il suo approdo in terra magiara è una storia nella storia, per un corridore che da lì vuole ritrovare uno spazio e dimostrare che ha ancora da dare a questo mondo.

Il Karcag Cycling Epkar Team ha 13 tesserati, fra cui il trentino e Andrea Colnaghi (foto Karancsi-Albert)
Il Karcag Cycling Epkar Team ha 13 tesserati, fra cui il trentino e Andrea Colnaghi (foto Karancsi-Albert)

«Sono arrivato al team in maniera un po’ fortunosa. Qui milita Andrea Colnaghi che è il fratello di Luca, con cui correvo alla VF Group. Io, da inizio stagione pur non avendo squadra avevo continuato ad allenarmi, continuavo fortemente a credere che qualcosa potesse ancora saltar fuori e un giorno il telefono ha squillato. Era Luca che mi chiedeva notizie, mi ha detto che al team di suo fratello c’era un posto e se ero disponibile. Chiaramente ho detto subito sì, abbiamo fatto tutto di corsa per il tesseramento e il 10 di maggio, dopo una settimana, ero già in gara».

Come ti sei trovato?

Il team mi ha fatto subito una buona impressione. Oltre a Andrea c’è Samuele Marini nello staff, inoltre il team manager è Ferenc Stuban che è da una vita nel ciclismo, aveva collaborato con la Beltrami qualche anno fa e parla benissimo italiano. E’ quello che tiene le redini di tutta la squadra. Non nascondo che a gennaio, quando ho visto che non c’erano prospettive mi ero un po’ buttato giù, ma poi mi sono detto che non avevo niente da perdere. Ho ricominciato ad allenarmi seriamente, senza niente in mano proprio per dire io mi alleno, metti che salta fuori un posto da qualche parte io ci sono.

Riccardo con la sua famiglia, con suo fratello Simone oggi al Gragnano Sport Club
Riccardo con la sua famiglia, con suo fratello Simone oggi al Gragnano Sport Club
E quando la prospettiva si è concretizzata?

Mi hanno gettato nella mischia quasi subito, una gara di preparazione e poi il Giro d’Ungheria. Non nego che ho fatto fatica, tanta, trovandomi con gente che correva già da gennaio. Sono andato sempre all’inseguimento, perché la condizione era inferiore agli altri ma ultimamente le cose sono andate meglio e ora sento di essere al pari dei compagni e degli avversari.

Nel rapporto con la Bardiani, che dicevi essersi chiuso in maniera repentina, pensi ci siano state anche delle tue responsabilità per la sua conclusione?

Sì, la colpa non è mai da una parte sola, a me però è mancato il confronto tra entrambe le parti. La chiusura ci stava, i risultati sono mancati, ma si poteva chiudere il rapporto in altra maniera. Non sono l’unico che è stato mandato via così.

Per Lucca due anni alla VF Group Bardiani, con qualche piazzamento e tanto lavoro per i compagni
Per Lucca due anni alla VF Group Bardiani, con qualche piazzamento e tanto lavoro per i compagni
L’esperienza nel complesso come la giudichi? Avresti potuto fare di più?

Sicuramente e mi dispiace perché dopo gli anni da dilettante che erano stati molto buoni non avevo avuto offerte e la Bardiani è stata l’unica squadra che mi ha offerto una possibilità e per questo sono grato. Guardavo i risultati di altri ragazzi quando passavano professionisti e mi dicevo che io che avevo vinto 7 corse non trovavo spazio, avevo l’impressione di faticare sempre più degli altri per guadagnarmi qualcosa. L’esperienza con loro è stata comunque bella perché il calendario il primo anno non è mancato sicuramente. Io però non avevo ruoli che mi consentivano di mettermi in mostra, men che meno portare risultati. Questo va un po’ a discapito di quando si tirano le somme per poter rinnovare, perché non hai niente in mano alla fine.

Lucca comincia a mettersi in mostra in salita, il suo terreno prediletto
Lucca comincia a mettersi in mostra in salita, il suo terreno prediletto
Com’è la squadra ungherese?

E’ una continental piccola ma organizzata, con cui è bello andare a correre. Almeno qui vai a correre col sorriso e sai che lo staff ci mette tutto il possibile, non sta lì a guardare orologio, compiti o responsabilità, il corridore è messo così nelle condizioni migliori. E nelle ultime corse, anche in Romania dove pure le salite erano davvero minime, mi sono giocato spesso vittorie e piazzamenti con Chesini della MBH Bank, come al GP di Slovacchia, lui primo e io secondo. Era un buon segnale visto il suo rendimento generale. Allo Szeklerland il secondo giorno ho provato sulla salita che c’era nel finale ad attaccare. Poi in discesa mi hanno ripreso, ma con i punti che avevo accumulato il giorno prima nella fuga e quelli presi lì ho vinto la maglia dei GPM.

Ora il calendario vi mantiene nell’Est Europa?

Sì, saremo in Polonia e Romania. Ora che mi sono ritrovato un po’ spero di fare qualche risultato soprattutto se troveremo corse con qualche salita degna di questo nome. Io mi farò trovare pronto per l’occasione…