BERGAMO – Sulle gambe e sulle braccia si notano i segni di alcune cadute più o meno recenti. Qualcuno dice che le cicatrici siano sinonimo di esperienze vissute e probabilmente per Linda Laporta potrebbe essere decisamente così. Anzi, lo ammette lei stessa. Il ciclismo lo sta vivendo sulla propria pelle da pochissimo tempo dopo essere stata una campionessa di ginnastica artistica.
Una vita dedicata ad una disciplina per lo più individuale in cui vieni votata al termine dell’esercizio per poi passare ad una in cui corri in mezzo a tante altre colleghe. Essere in gara al Giro d’Italia Women è un sogno ad occhi aperti per la 25enne della BePink-Imatra-Bongioanni che ha trovato una nuova dimensione atletica diametralmente opposta a quella precedente. Dal 2023 ad oggi è come se avesse fatto un… salto triplo, giusto per restare in tema sportivo.
Quest’anno lo aveva aperto andando subito in fuga per 120 chilometri nella prima tappa del UAE Tour Women. Pronti-via così, nell’azione che al momento le viene meglio visto che in gruppo sta imparando a conviverci, ma Laporta è mossa da grandi motivazioni e voglia di imparare in fretta. In questo senso il retaggio avuto dalla ginnastica artistica, dove perfezionare al millesimo ogni movimento è un imperativo, aiuta molto. E finora Linda ha corso tantissimo tra corse a tappe e classiche, trovando anche un incoraggiante settimo posto al Giro dell’Appennino a fine giugno.


Tutto in un minuto
Laporta al Giro Women corre col dorsale 34 e sa che deve portare il suo mezzo, la bici, il prima possibile al traguardo in tappe di qualsiasi lunghezza o durezza. Nella sua prima vita da atleta invece non era del tutto padrona della propria esibizione.
«Fino a vent’anni – racconta la ragazza originaria di Tribiano nel milanese e modenese di Bastiglia d’adozione – ho praticato uno sport nel quale ti devi allenare duramente 8/10 ore al giorno per disputare gare di uno o due minuti al massimo, dove vieni giudicata. E magari la votazione raggiunta non basta o non è giusta per ottenere un risultato.
«Nella ginnastica artistica – prosegue Laporta – esistono quattro specialità: trave, corpo libero, volteggio e parallele. Si può vincere sia per attrezzo che nella generale ed il livello medio è sempre stato alto. Di vittorie ne ho ottenute tante, anche se ormai non le ricordo più (sorride, ndr) perché sono passati un po’ di anni. Ricordo bene invece che ci si allenava e si gareggiava in Italia e all’estero per poi centrare l’obiettivo di partecipare a mondiali, europei e chiaramente olimpiadi. Ora molte cose sono diverse e mi piace tantissimo quello che sto facendo».


Gli insegnamenti di Zini
In pratica Laporta pedala seriamente dal 2023 e solo l’anno scorso nella BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo ha fatto la sua prima stagione in un team continental. Quest’anno ha fatto un netto salto di qualità come calendario e per farlo ha seguito gli insegnamenti di Walter Zini, team manager della BePink, che ha visto in lei una ragazza su cui lavorare. E la convocazione al Giro Women se la è guadagnata sul campo.
«Il mio problema principale – spiega Linda – è che non avevo un bagaglio di esperienza tale per allenarmi e correre come si deve. Con Walter abbiamo deciso di impostare un programma ben preciso e lo ringrazio per avere avuto pazienza con me e per avermi portata al Giro. In squadra abbiamo un buonissimo livello. La concorrenza interna mi ha stimolata tanto ed io ho fatto il possibile per meritarmi la chiamata. Sono contenta perché Walter mi ha fatto fare un buon lavoro».
«Anche a cronometro – va avanti – abbiamo fatto tante rifiniture. Mi ha seguito spesso in presenza per aiutarmi a migliorare. Cerco e spero di ricambiare cercando di farmi vedere il più possibile in gara perché lo posso fare. Anzi, se potessi andrei in fuga sempre, anche se alcuni giorni mi viene meglio. Finora a questo Giro non ci sono riuscita, ma continuo a sognare in grande, come credo facciano in tante con le dovute proporzioni».


Caratteristiche da scoprire
Capire che tipo di corridore sei quando arrivi da altri sport o corri da poco è qualcosa che scopri col passare del tempo, al netto dei valori espressi dai test. Laporta è una ragazza che non ha paura di allenarsi per ore per definire le proprie caratteristiche.
«La mentalità dell’atleta è sempre quella – puntualizza Linda – e credo che Walter mi abbia fatto ritornare ad essere quell’atleta che era convinta dei propri mezzi come in ginnastica artistica. Le gambe credo siano sempre quelle che facevano una bella quantità di ore. Non avendo pedalato da bambina, il fondo è sempre utile, così come immettersi in gruppo in gara e capire le dinamiche osservando tanto».


«Correndo tanto – conclude Laporta facendo un cenno al passato – ho accertato che sono una passista-scalatrice e che prediligo i percorsi piuttosto mossi. Al Giro dell’Appennino mi sono trovata a mio agio e sono andata bene, anche se so che il livello era più basso rispetto al WorldTour. Però sto lavorando molto anche sulle salite più lunghe e sono pronta a dare il meglio di me anche su quel terreno. Se penso ad un anno fa, quando ho iniziato a lavorare con Walter, sono davvero contenta di come sto crescendo. Lui mi aveva già scoperto le carte su che tipo di corridore potevo diventare. E finora si è rivelato tutto giusto. Incredibile, sto correndo il Giro Women e non potrei chiedere di meglio».