Luca Bagnara prosegue il suo cammino verso il ciclismo professionistico, la prossima tappa sarà al Team Technipes, ma il suo passaggio ha risvolti interessanti perché per certi versi ricorda la formula del prestito. Nel calcio è uso comune, nel ciclismo non potrebbe avere asilo con le stesse regole, ma è acclarato che il faentino resta nell’orbita della Polti-Kometa, da cui proveniva.
Una decisione condivisa
Per spiegare il tutto bisogna partire dalla stagione appena conclusa, nella quale il faentino ha vissuto la sua seconda annata nelle file della Polti Kometa U23: «A inizio anno, dopo i buoni risultati dello scorso anno mi avevano prospettato la possibilità di correre in prima squadra. Tra luglio e agosto è arrivata però la notizia che dal 2025 la squadra U23 non ci sarebbe più stata e non tutti potevamo passare subito. A me è stato proposto di fare intanto uno stage in prima squadra, dal 1° agosto e intanto di cercare un nuovo approdo».
Proprio su questo aspetto si diversifica la scelta di Bagnara: «Abbiamo deciso tutti insieme, ma soprattutto mi sono consultato con Ivan Basso che mi ha consigliato alcuni team caldeggiando però il mio passaggio al Team Technipes, con cui ha molti contatti, in modo che sia sempre sotto controllo. Non esco dal mondo Polti Kometa, Ivan è dell’opinione che un altro anno nella categoria, ma salendo di livello come impegni, mi farà bene, poi è possibile che torni alla casa madre, ma dalla porta principale».
Un ambiente famigliare, quasi di casa
Proprio Basso a quel punto ha coinvolto il team emiliano: «Mi hanno avvicinato a ottobre e non ci è voluto molto perché accettassi, sia per le prospettive future, sia perché ho la possibilità di fare attività di alto livello rimanendo a casa. Conosco molti sia dello staff che dei nuovi compagni di squadra, è veramente un ambiente familiare, ideale per me».
Luca è un ragazzo che ha idee chiare su come indirizzare il futuro e la sua scelta è stata improntata verso la sua volontà di specializzarsi sempre più in un ruolo forse diventato un po’ desueto: quello dello scalatore.
Scalatore puro, senza paura
«Mi sto evolvendo verso la figura dello scalatore puro e non ho paura di definirmi così, anche se molti miei coetanei in questo mondo preferiscono definirsi corridori completi. Io vado bene in salita, soprattutto su quelle lunghe, il mio unico handicap è che non ho la botta secca, ma vado bene sul ritmo e sulle salite di 30-50 minuti mi trovo sempre più a mio agio man mano che si sale».
Nella passata stagione il faentino ha ottenuto i suoi risultati migliori in Portogallo, eppure la sua gara preferita, che ricorda con maggiore piacere è prettamente nostrana: «Il Giro Next Gen mi ha preso il cuore. Lo guardavo sempre quand’ero piccolo, sognavo di poterlo fare e avevo grandi aspettative. E’ una gran bella corsa, davvero al massimo livello di partecipazione e organizzativa, mi sono divertito molto».
Le sue doti di resistenza
Bagnara ha chiuso la corsa rosa al 18° posto, risultando il migliore dei suoi: «Non avevo mai affrontato una gara così lunga, che supera la settimana e non sapevo come l’avrei presa, se mi sarei dimostrato abbastanza resistente. Così è stato, anzi sentivo che le gambe andavano meglio ogni giorno che passava e questo è un lato che mi ha molto soddisfatto».
Per il romagnolo si tratta di un ritorno a casa importante: stando nella squadra U23 Bagnara aveva base in Spagna: «E’ stato un repentino cambio di vita per me che prima non ero praticamente mai uscito dalle mura di Faenza. Ho trovato in Spagna un ambiente molto professionale, impostato già come una squadra professionistica. Ho imparato molto e so già che cosa aspettarmi un domani entrando nel mondo dei grandi. So ad esempio quanto sia importante imparare le lingue e poter comunicare: per me all’inizio era un po’ complicato, ma poi ho imparato bene lo spagnolo e già dopo qualche mese era tutto molto più facile».
L’anno in cui ci si gioca tutto
Passando al Team Technipes, il livello delle sue competizioni salirà, soprattutto gareggiando all’estero: «Ne sono cosciente e anzi è quello che chiedo. Sarà un anno decisivo per il mio futuro e le mie aspettative sono le più alte possibili. Spero di andare bene e di poter affrontare le più importanti gare del calendario internazionale di categoria, ma anche di potermi confrontare con i pro’, poi a fine anno si vedrà se sarò riuscito a meritarmi il passaporto per le stelle».