Anche il Team Polti-Kometa, ha svolto il “pre-ritiro” di fine o inizio anno, a seconda di come lo si voglia interpretare. E’ questo l’anello di congiunzione tra la vecchia stagione e la nuova. Per l’occasione, la squadra di Basso e Contador ha scelto Malta come sede, un partner importante per il team.
Giovanni Ellena ci ha parlato dei ragazzi, della sua esperienza personale e di quanto fatto nei tre giorni trascorsi nel cuore del Mediterraneo. Il che è stata anche un’occasione per scoprire le bellezze di questa isola situata tra la Sicilia e l’Africa (in apertura foto di Maurizio Borserini).


Giovanni, Malta in questo periodo deve essere bellissima…
Sì, è un’isola splendida. Io non c’ero stato l’anno scorso a causa di un piccolo problema di salute, quindi per me quest’anno è stato un ritorno al lavoro al 100 per cento… Anche se prima lo era già, ma non avevo partecipato dall’inizio.
Dopo quello che hai passato, l’importante era esserci…
In effetti mi era mancato. Abbiamo fatto anche due attività extra molto divertenti: una di canoa e una zip line. Non le ho potute fare, o meglio non ho voluto farle, per questioni legate al recupero fisico. Mi sentivo a disagio non partecipando completamente al gioco, e mi è dispiaciuto non essere in prima linea con i ragazzi. Ma il prossimo anno sarò il primo a lanciarmi!
Giovanni, cosa si fa in un ritiro del genere? Che cosa avete fatto a Malta? E come lo chiamate, questo tipo di ritiro?
E’ un ritiro di conoscenza: serve a far incontrare i nuovi arrivati. Abbiamo fatto la prova del vestiario con Gsport, verificato le misure delle scarpe con Sidi… piccole accortezze per arrivare al primo training camp con tutto in ordine. Ci sono stati anche alcuni chiarimenti sulle misure delle bici.


Avete fatto anche la visita medico-sportiva?
No, quella sarà fatta ai primi di dicembre a Firenze, dal dottor Giulio Tempesti, il nostro medico, insieme al suo staff che ci segue costantemente. Quindi in questo ritiro ci siamo occupati di pianificare le visite mediche, organizzare le partenze e stilare una bozza del calendario 2025, oltre a incontrare i preparatori. C’è stato anche spazio per il relax.
Parlaci di questo…
Abbiamo avuto la possibilità di visitare la Basilica di Malta, dove abbiamo fatto la presentazione della squadra insieme al ministro del turismo e dello sport. Abbiamo visitato Malta stessa, le catacombe e le sue coste… Sono esperienze che permettono di condividere pensieri e idee. Alla fine, è risaputo che davanti a un piatto o in momenti di relax emergono conversazioni che in altre situazioni non si farebbero, perché manca il tempo o lo spirito giusto.
Come ti è sembrato il gruppo?
Un bel gruppo, davvero. Non ho trovato nessuna difficoltà d’integrazione, nessuno che facesse fatica a inserirsi. Tutti erano ben integrati. Ho visto un Piganzoli già più maturo, con le idee chiare su dove vuole arrivare e cosa vuole ottenere nel 2025; un Lonardi molto più sicuro di sé; un Peñalver che in Malesia ha capito di poter fare il velocista. E poi ci sono giovani come Crescioli, che entrano in un mondo nuovo, ma ancora a misura d’uomo, senza il ‘trauma’ del WorldTour dove ti chiedono prima il Vo2Max che il tuo nome.


Come li hai visti fuori dal loro ambiente? Ad esempio, durante la gara in canoa?
Con un grande spirito competitivo, goliardico ma sempre agonistico, tipico di chi fa questo lavoro: si vuole vincere anche a briscola! Sono uscito dall’albergo in jeans proprio per evitare tentazioni: se fossi stato in abbigliamento adatto, mi sarei unito a loro. Questo è lo spirito coinvolgente del gruppo, grazie anche alle proposte di team building di Basso, che riprende ciò che faceva alla CSC, ma in modo più sicuro e intelligente.
Hai accennato a Piganzoli. Lo vedi già come un leader?
Diciamo che sta lavorando per diventarlo. Sa di poter puntare al tredicesimo posto al Giro d’Italia, di non essere l’ultimo nelle cronometro, e sa che ha margini di miglioramento. Parte con uno spirito diverso. Ricordiamoci che l’anno scorso Davide non aveva ancora vinto una corsa da professionista, mentre quest’anno non solo ha vinto ma ha colto piazzamenti importanti. Sa di poter vincere, di poter fare terzo a un Giro dell’Emilia. Quest’anno non ha brillato al Lombardia, ma bisogna considerare chi c’era, come è partita la gara, e che è ancora in fase di crescita. Era deluso…


Ma era nel gruppo con Pogacar quando Tadej è partito…
Esatto, questo dimostra il livello a cui è arrivato.
Giovanni, hai parlato di momenti conviviali. Ne avete avuti? Avete ricordato qualche momento della stagione?
Tra ragazzi è normale che affiorino ricordi di corse o episodi specifici. E ci sono sempre risate, anche su momenti che magari all’epoca non erano piacevoli, come il freddo tremendo di una tappa in Turchia. Allora non ridevano di certo. Stare 200 giorni l’anno insieme crea inevitabilmente storie e aneddoti.”
Come erano scandite le vostre giornate a Malta? E le biciclette le avevate dietro?
Le bici c’erano perché l’ultimo giorno abbiamo fatto una pedalata cui ha partecipato anche il ministro del turismo (Clayton Bartolo, ndr) e alcuni appassionati. E’ stata organizzata una raccolta fondi per un’associazione di disabili. Ma abbiamo pedalato solo l’ultimo giorno; gli altri giorni erano dedicati ad altre attività. E qualche sera siamo usciti per una birra e due risate.


E la sveglia? Presto o libera?
Sempre abbastanza presto. Il primo giorno abbiamo fatto le prove per il vestiario e le scarpe, il secondo giorno la sveglia era alle 7,30 perché alle 8,30 dovevamo essere alla Basilica per la presentazione. Anche per le attività ludiche la sveglia era presto, perché iniziavano alle 9. L’ultimo giorno ci siamo svegliati ancora prima, perché la pedalata iniziava alle 7,30! Giornate di scarso stress, ma intense al tempo stesso.
Avete assegnato i corridori ai rispettivi direttori sportivi?
Abbiamo fatto un’assegnazione dei preparatori, quello sì. Per quanto riguarda i direttori sportivi, ne parleremo nel ritiro di dicembre a Benidorm. Lì ogni corridore incontrerà il suo direttore, si discuterà il calendario… Per ora li lasciamo tranquilli, senza la pressione dei direttori sportivi.