Da molti anni ormai Gioia Bartali è impegnata a tenere viva la memoria del nonno Gino. Presenzia a serate, incontri con le scuole, eventi di ogni tipo in cui porta avanti i valori che hanno fatto diventare Ginettaccio “Giusto delle Nazioni”, oltre che uno dei corridori più vincenti e amati della storia. Per lei quindi questi sono giorni speciali, con l’imminente partenza del Tour de France da Firenze proprio in ricordo di Gino Bartali.
Gioia, questi saranno giorni fittissimi di impegni per voi della famiglia Bartali. Come sta andando l’avvicinamento alla Grande Partenza del Tour de France dedicata a suo nonno?
Sono stata l’altro giorno alla presentazione a Firenze invitata da Giancarlo Brocci, l’ideatore dell’Eroica di Montalcino e quindi bartaliano DOC, se vogliamo dire così. Lunedì mattina c’è stata una prima cerimonia ad Assisi, da dove dei ragazzi venuti da Israele sono partiti per commemorare la figura del nonno. Hanno percorso in bici la strada da Assisi a Firenze, la stessa che lui ha affrontato sotto il nazifascismo per aiutare gli ebrei perseguitati durante la guerra. Appartengono tutti all’organizzazione “Bartali – Youth in Movement”, delle vere e proprie scuole in cui i ragazzi uniscono la scuola e il ciclismo.
Ci dice qualcosa di più di quest’organizzazione?
Si tratta di un progetto nato dopo la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme nel 2018. E’ stato concepito e portato avanti ancora oggi dall’allora direttore della Israel Cycling Academy Ran Margaliot. Anche l’anno scorso ero stata a visitare uno dei centri dove vivono e studiano questi ragazzi. Poi siamo state nuovamente allo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme. Insomma, anche in Israele c’è un buon percorso di memoria per il nonno. E’ una figura che lì è ancora molto rispettata e ricordata.
E poi come è andata avanti la sua settimana?
Da Assisi mi sono spostata a Firenze, per la precisione nel comune di Bagno a Ripoli, dove martedì c’è stato un evento dedicato a Bartali e a Gimondi. C’era anche Norma Gimondi ed è stato sicuramente un altro bellissimo momento legato allo sport e al ricordo di questi due grandi nomi. A seguire, ieri nel giardino della Sinagoga di Firenze c’è stato un momento di commemorazione organizzato dalla Israel-Premier Tech in onore del nonno, cui hanno preso parte i corridori che parteciperanno al Tour con tutto lo staff.
E oggi?
Andrò alla presentazione ufficiale delle squadre, invitata dalla Regione Emilia-Romagna. Ero già stata loro ospite qualche tempo fa alla Stazione Centrale di Bologna per l’inaugurazione del treno che Trenitalia ha voluto dedicare alla figura di Pantani, Bartali e Coppi, anche quello un evento bellissimo. Dopodiché andremo alla partenza di sabato e ci godremo il passaggio a Ponte ad Ema, la città natale di mio nonno, dove è presente un museo dedicato a lui.
La Grande Partenza sarà anche l’occasione per ricordare anche altri grandi nomi del passato. Oltre a suo nonno, Gastone Nencini e Ottavio Bottecchia, Fausto Coppi e Marco Pantani…
Certamente, figure altrettanto importanti. Io personalmente sono anche molto vicina alla famiglia Nencini e sono molto felice che i corridori passeranno dalle parti del Mugello per ricordarlo. La Toscana ha veramente regalato tanto a questo sport secondo me, dei campioni di un’eccellenza assoluta. Hanno portato avanti il vero senso del ciclismo, del ciclismo davvero eroico, dei tempi in cui pedalare era un’impresa a tutti gli effetti, qualcosa che andava oltre lo sport. Ciò che mi rende orgogliosa di mio nonno è che ha trasmessi grandissimi valori. Io sono molto attiva anche nelle scuole. Mi invitano spesso perché Gino Bartali continua ad essere un personaggio molto amato anche al di fuori dall’ambito ciclistico. Per quello che ha fatto durante la guerra, per l’esempio che rappresenta per i giovani…
A questo proposito, cosa vuol dire per voi della famiglia essere protagonisti in un momento così particolare, che renderà omaggio alla figura di suo nonno in tutto il mondo?
E’ un evento molto speciale per tutti noi della famiglia. Mio papà avrebbe desiderato che fosse possibile già per i cento anni dalla nascita del nonno, ma allora ancora i tempi non erano maturi. Per questo mi rende particolarmente felice poter esserci, per ricordare anche mio padre Andrea che negli anni si è speso moltissimo per portare avanti la memoria di Gino. Dire che noi della famiglia siamo orgogliosi è riduttivo. E’ un grandissimo onore che un evento come il Tour de France dedichi la partenza a nostro nonno. Qualcosa di davvero, davvero memorabile.