Arianna & Martina, l’anno insieme delle “Fidanzas”

04.10.2023
8 min
Salva

CARPI – La loro prima stagione assieme alla Ceratizit-WNT sta per finire e ce n’è un’altra che bussa alla porta dopo il riposo invernale. Quest’anno Arianna e Martina Fidanza si sono ritrovate ad essere compagne di squadra, come ai tempi dell’Eurotarget di papà Giovanni, anche se i loro cammini agonistici si sono incrociati (forse) meno del previsto.

Solo 15 gare (per un totale di 21 giorni) disputate assieme dalle “Fidanzas” (come le hanno ribattezzate nel team tedesco), che nonostante tutto sono riuscite entrambe a lasciare la propria firma in una particolare circostanza. Se a fine gennaio Arianna aveva aperto il 2023 col botto vincendo subito ad Almeria la prima gara del calendario europeo, l’apice famigliare viene toccato ad aprile il giorno di Pasquetta. Alla Ronde de Mouscron Martina vince praticamente per distacco la volata tirata dalla sorella (poi quarta) e dopo il traguardo scoppia la festa. Al Giro dell’Emilia ne abbiamo approfittato per rivivere quel momento con entrambe, così come per tracciare un bilancio e buttare uno sguardo al futuro.

Che annata è stata?

MARTINA: «Di alti e bassi. Ho avuto diverse cadute, con alcuni colpi alla testa che mi hanno sempre fermata qualche giorno in più del dovuto. Anche il nervo sciatico mi ha dato problemi. Tuttavia una vittoria su strada e due secondi posti sono riuscita ad ottenerli. In pista sono arrivata ad un passo dalle medaglie sia agli europei che ai mondiali (nello scratch, quinta e quarta, ndr) e mi è bruciato tanto. In ogni caso ho ancora alcune gare da fare. Dal 9 al 19 ottobre andrò in trasferta in Cina per il Tour of Chongming Island ed il Tour of Guangxi (entrambe corse WorldTour, ndr) e lì finirò la mia annata».

ARIANNA: «All’inizio una stagione super. Mi sono preparata bene, però non mi aspettavo di vincere alla prima gara. Il morale si è alzato subito tanto. Al UAE Tour ho provato a fare classifica, andando bene in salita. A giugno ho avuto qualche caduta di troppo. Seppur la squadra mi abbia fatto correre ancora tanto, non sono più riuscita a trovare il giusto colpo di pedale. Poi in estate di base io soffro sempre il caldo e anche questo mi ha condizionata. Adesso ho praticamente finito di correre. Quest’anno era anche il mio primo anno con tante corse all’attivo (55 giorni, ndr) quindi non sapevo nemmeno come gestirmi. Questa esperienza mi aiuterà a gestirmi meglio l’anno prossimo».

Com’è stato essere nuovamente in squadra con tua sorella a distanza di anni in un team più grande come la Ceratizit?

MARTINA: «E’ stato bello. L’ultima volta avevamo fatto il biennio 2018-19 assieme, ma ora c’è un sapore diverso perché siamo in una squadra importante che per il 2024 ha fatto richiesta di diventare WT. Sinceramente speravo di poter fare più assieme a lei, però il calendario si modifica sempre durante l’anno. In ogni caso devo ringraziare Arianna per ciò che ha fatto per la mia vittoria di inizio stagione. La sintonia in corsa si sente».

ARIANNA: «E’ stato emozionante, senza ombra di dubbio. Non abbiamo fatto tante gare insieme, ma quando è successo abbiamo corso molto unite. Riusciamo a trovarci molto bene nelle varie fasi di corsa. In realtà anche quando eravamo in squadre diverse, ho sempre avuto il pensiero di controllare Martina dove fosse in gruppo e cosa stesse facendo. Ora è diverso anche prima della gara per sostenerci a vicenda».

Stakanovista. Arianna ha iniziato a fine gennaio e finito ad inizio ottobre, raccogliendo 55 giorni di gare (foto Mill)
Stakanovista. Arianna ha iniziato a fine gennaio e finito ad inizio ottobre, raccogliendo 55 giorni di gare (foto Mill)
Com’è stato il successo di Mouscron visto da Martina e visto da Arianna?

MARTINA: «E’ una vittoria mia che va divisa per forza con Arianna ed anche Kathrin Scheweinberger, autrice di un grande lavoro. E’ come se sul gradino più alto del podio ci fossimo andate tutte e tre. Senza di loro non sarei nemmeno riuscita a centrare quel risultato. »

ARIANNA: «Era già successo qualcosa di simile quando facevamo le gare open ma stavolta è tutta un’altra cosa. E’ stata una grande giornata. E’ stato bello dare tutto quello che avevo per lei. Ho fatto tutta la gara a cercare Martina perché credevo in lei, più di lei. La gara è stata dura per il tanto vento e il brutto tempo. Il gruppo si continuava a spezzare. Cercavo di stare davanti e dare un occhio alla sua posizione. Ogni tanto nei punti più difficili la riportavo dentro. Le dicevo di non mollare, lei mi rispondeva che stava facendo fatica. Le ripetevo di crederci fino alla fine perché erano tutte stanche e ce la poteva fare. Gliel’ho ripetuto anche in malo modo perché io poi non ho mezze misure (ride, ndr). In generale credo molto in Martina perché penso sia una delle atlete più forti in volata. Deve crescere sulla distanza e concentrarsi di più sulla strada poi si toglierà belle soddisfazioni».

Quest’anno Martina e Arianna Fidanza hanno disputato 15 gare assieme per un totale di 21 giorni (foto Van der Schoot)
Quest’anno Martina e Arianna Fidanza hanno disputato 15 gare assieme per un totale di 21 giorni (foto Van der Schoot)
Cosa hai imparato da lei e cosa tu hai insegnato a lei durante questa stagione?

MARTINA: «Belle domande, diciamo che ci sosteniamo a vicenda (ride di gusto mentre guarda la sorella di fronte a lei, ndr). Battute a parte, da Arianna ho imparato a non mollare mai perché sa reagire nei momenti molto difficili. Questo però da lei lo imparo da sempre, non solo da quest’anno. Ho imparato anche ad avere tanta pazienza, con lei ce ne vuole parecchia (dice sorridendo, ndr). Insegnato invece non so, ve lo dirà lei fra poco».

ARIANNA: «Dice che le ho insegnato a non mollare, ma anch’io ho imparato la stessa cosa da lei. Penso a quando ha vinto il secondo mondiale nello scratch che arrivava da un periodo brutto, dopo il Covid e la rottura delle costole. Nessuno ci avrebbe scommesso. Mia sorella mi ha insegnato ad essere mentalmente meno sbadata e più precisa (sorride, ndr)».

Martina quest’anno su strada finirà con poco più di 30 giorni di gara (foto Hazen)
Martina quest’anno su strada finirà con poco più di 30 giorni di gara (foto Hazen)
Obiettivi futuri, anche a medio termine?

MARTINA: «Se guardo a breve, ora penso al riposo. Non farò tanto, ma dovrò staccare per forza facendo due settimane senza bici perché poi ci saranno gli europei in pista a gennaio. Per il resto sono sicuramente proiettata al prossimo anno. Ragiono step by step. Mi piacerebbe riuscire ad andare alle Olimpiadi ed esserne una partecipante a tutti gli effetti visto che nel 2021 a Tokyo ero riserva. Ecco, magari dopo Parigi mi piacerebbe guadagnarmi un posto su strada in nazionale. Vedremo come fare e lavorarci su di più».

ARIANNA: «Saremo assieme in Ceratizit anche nel 2024, ci tenevo a fare un altro anno assieme a Martina poi si vedrà. Di certo voglio riconfermarmi tornando ai livelli di inizio anno. Farò di tutto per tornarci ma prima riposerò dando tempo al mio fisico di recuperare. L’intenzione sarà quella di trovare una buona condizione fisica e mantenerla per tutta la stagione.

L’abbraccio di Mouscron. Tra le sorelle Fidanza ci sono molta sintonia e sostegno reciproco (foto Fellusch)
L’abbraccio di Mouscron. Tra le sorelle Fidanza ci sono molta sintonia e sostegno reciproco (foto Fellusch)
Capitolo nazionale?

MARTINA: «Col gruppo della pista siamo molto motivati. Il prossimo anno avremo grandi appuntamenti. Prima di pensare al posto per le Olimpiadi, bisogna essere certi della qualificazione. Siamo messe bene ma non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo fare buoni piazzamenti nelle prove di Nations Cup e agli europei. E’ tutto da costruire. Dopo le vacanze riprenderò piano piano, cercando di trovare una condizione adeguata per gli europei e cercare di dare il mio contributo».

ARIANNA: «L’anno scorso avevo corso Giochi del Mediterraneo, europeo e mondiale. Quest’anno sinceramente mi aspettavo un po’ più di considerazione, soprattutto ad inizio anno quando andavo bene, non c’è stato nessun contatto con la nazionale. Ci sono rimasta un po’ male, vedremo come sarà l’anno prossimo. Indossare la maglia azzurra e difenderne i colori è sempre bello. Questo è un obiettivo che arriva di conseguenza. Quello principale è fare risultato con la squadra nelle gare che contano e che mi piacciono, come le classiche belghe. Se farò bene lì, allora la nazionale potrebbe arrivare di conseguenza».