Le mantelline dopo l’arrivo. Gli asciugamani da mettere intorno al collo. Le bevande giuste. Le fasi post gara sono delicate per quel che concerne il recupero e parallelamente non intaccare ulteriormente le difese immunitarie.
E proprio di difese immunitarie, un capitolo vasto e neanche così semplice, parliamo con il dottor Emilio Magni, in forza all’Astana-Qazaqstan.
Da sempre le difese immunitarie sono sinonimo di buona salute, quando queste sono alte, ma non sempre è così. Specie per un atleta.


Dottor Magni, qualche giorno fa Nibali parlando della debacle e rinascita di Evenepoel ci diceva di come il belga possa aver pagato anche il più piccolo particolare. E raccontava di come spesso dopo le tappe faceva una doccia per non esporsi ai malanni…
Le considerazioni di Vincenzo sono giuste, tuttavia non le abbinerei al discorso di Evenepoel, quello è stato più un caso di un giorno. Le difese immunitarie non vanno su e giù in 24 ore, ma hanno bisogno di processi più lunghi. Se dovesse esserci un deficit immunitario te ne rendi conto nel corso della terza settimana, per dire… O quando sei a casa avverti sensazioni poco piacevoli. Ma servono almeno due settimane, specie poi in organismi allenati come quelli dei corridori.
Cosa sono le difese immunitarie?
E’ il corredo anticorpale che ognuno di noi ha in dote. Sono gli anticorpi, sentinelle che vigilano su virus e batteri. Più queste sentinelle sono numerose e attive, cioè pronte a “sparare” al nemico, e più questo sistema è valido.
Ma biologicamente cosa sono?
Sono proteine, precisamente immunoglobuline. Globuline, proteine. E immuno, che appunto proteggono. Sono prodotte dai linfociti, che sono un tipo di globuli bianchi.


Si abbassano le difese immunitarie dopo la gara?
In generale no. E’ nell’insieme che si abbassano. Bisogna uscire dal concetto di “acceso – spento”. Con il susseguirsi di sforzi e stress si produce meno immunoglobulina. Se tu parti con 100, per dire, e ti ritrovi a 50 nel corso delle tappe lasci la porta aperta a virus e batteri che hanno vita facile per attecchire.
Ma il discorso della doccia calda con Nibali non cozza con il tema dei bagni di ghiaccio di cui tanto si parla?
Il discorso è che se per 4-5 ore in gara hai preso freddo è giusto riportare l’organismo a temperature più consone e vicine ai 37 gradi centigradi del corpo e ripristinare le condizioni di partenza. Ma vale anche il contrario. Se nelle tappe del Tour per esempio hai pedalato per quattro ore a 40 gradi ecco che cerchi di rinfrescare il tuo corpo. Con la doccia si cerca appunto di ridurre uno stress, di agevolare il recupero. Ma non è questo che fa aumentare o diminuire le difese immunitarie. Contano molto di più alimentazione, stile di vita, sonno… quest’ultimo è importantissimo.
Quindi c’è questa finestra di “maggiore vulnerabilità” dopo una gara? In cui si è più esposti ad ammalarsi?
Certo che c’è. E gli sforzi ripetuti di una corsa a tappe ogni giorno ti fanno perdere un gradino nell’insieme delle tue difese immunitarie. Dalle 2 alle 5 ore dopo lo sforzo, c’è questa finestra di fragilità, chiamiamola così. E se tu sei sceso di questo scalino sei più vulnerabile, basta che prendi aria e sei più esposto ad un virus.


E perché in quella fascia oraria?
Perché l’organismo è dedito al recupero. Il nostro corpo è intelligente e sa riconoscere le priorità. Sa cosa è più importante in quel momento: se deve recuperare a livello cardiaco, celebrale (per le energie nervose spese), respiratorio… Quindi dà più attenzione a quegli aspetti e meno alla difesa da agenti patogeni esterni.
E sul fronte dell’alimentazione? Una volta le mamme davano le famose spremute d’arancio per prendere le vitamine. Chiaramente quei tempi sono passati, ma è segno che anche l’alimentazione incide. E’ così?
Le vitamine nell’insieme dell’alimentazione servono. Ma queste vanno di pari passo con uno stile alimentare sano. E si presuppone che un ciclista lo osservi. Nello specifico le vitamine A, C, E e D sono quelle che contribuiscono maggiormente alle difese immunitarie. Aiutano a rialzare tali difese se sono basse e a mantenerle se sono alte. Lasciatemi insistere però sul discorso del sonno: è importantissimo ed è importante sia in quantità che in qualità.