Ogni lasciata è persa: ecco Conci col coltello fra i denti

10.02.2023
7 min
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Valigia pronta? «Sì, sì, sono già in aeroporto a Bergamo. Ho già fatto tutto, aspetto di imbarcarmi. C’è un volo diretto su Porto, molto comodo». Nicola Conci (in apertura nell’immagine photonews) ha la voce squillante come all’inizio delle vacanze. L’inverno dei ritiri e del lavoro è finito e con le corse inizia anche il divertimento. Se un corridore non si diverte alle corse, forse ha un problema. E il debutto stagionale, per quanto privo di riferimenti e certezze, è sempre un momento elettrizzante.

«Devo dire che è stato un bell’inverno – racconta il trentino – in generale mi sento bene e penso di aver fatto tutto nel migliore dei modi, quindi sono pronto. Ovviamente c’è l’incognita, come sempre, del fatto che si vada alle corse senza confronto con gli altri. Ci sono diversi corridori che hanno già corso e qualcuno ha anche dimostrato di andare molto forte, tipo Rui Costa o comunque l’Intermarché. Non resta che andare, dare il massimo e vedere come va…».

Appena passato dalla Gazprom (chiusa a seguito della guerra ucraina) alla Alpecin, Conci si è subito messo in luce
Appena passato dalla Gazprom (chiusa a seguito della guerra ucraina) alla Alpecin, Conci si è subito messo in luce

Ritorno al WorldTour

Il ritorno nel WorldTour ha portato con sé nuove abitudini e nuove esigenze da parte della squadra, la Alpecin-Deceuninck, a cominciare dal calendario e dalla preparazione. 

«Abbiamo dovuto un po’ rivedere il calendario», spiega. «L’anno scorso riuscivano a fare diverse corse, tra virgolette secondarie, anche se ormai di secondario non c’è più niente. Quest’anno, essendo WorldTour e avendo l’obbligo di fare tutte le corse WorldTour, abbiamo tolto dall’inizio stagione quelle 3-4 gare come Mallorca oppure il Saudi Tour. Quindi, dopo la partenza all’Etoile de Besseges, la Figueira Champions Classic di domenica sarà il secondo debutto europeo, mentre altri inizieranno in Spagna la prossima settimana con Murcia».

Nonostante abbia corso nel team continental della Alpecin, nel 2022 Conci ha corso i mondiali di Wollongong
Nonostante abbia corso nel team continental della Alpecin, nel 2022 Conci ha corso i mondiali di Wollongong
Passando dal Development Team al WorldTour cosa è cambiato per te?

Non tantissimo, perché alla fine bene o male l’impronta che viene data al Development Team è quella della WorldTour. Certo, a livello di allenamenti ho notato una maggiore qualità, maggiore cura, attenzione. Ho inserito qualche allenamento che l’anno scorso vedevo fare agli altri, come ad esempio le famose uscite low carb e cose del genere. Però in generale non è che sia cambiato moltissimo.

Ti alleni ancora con Alberati o sei passato ai preparatori della squadra?

Sono passato con i tecnici della squadra. Il mio allenatore si chiama Elliot Lipski, che è inglese ma abita in Toscana (Lipski è anche capo della performance del team femminile Fenix-Deceuninck, ndr). Non parliamo italiano, anche se penso che ne sarebbe capace. Comunichiamo in inglese, è in gamba, è giovane e poi è molto moderno. Mi piace, mi trovo bene.

E’ difficile cambiare preparatore dopo un po’ di tempo con lo stesso?

Sì e no. Sì perché ogni giorno hai dei lavori diversi e magari devi chiedere spiegazioni su cosa siano e come vadano fatti. Quindi bisogna dedicare del tempo in più nel capire il tipo di allenamento. Però in generale può anche essere una spinta a fare qualcosa di nuovo. Bene o male tutti i preparatori hanno la loro filosofia e se per tanto tempo si segue la stessa linea, dopo un po’ i lavori si conoscono e forse si hanno meno stimoli. Invece cambiando allenatore, quell’aria di novità può dare la sveglia.

Lipski, primo da destra con il ds Cornelisse, Petra Stiasny e il medico Beeckmans, è preparatore di Conci (foto Facepeeters)
Lipski, primo da destra con il ds Cornelisse e Petra Stiasny, è il preparatore di Conci (foto Facepeeters)
Si parlava con Scaroni nel ritiro di dicembre della determinazione degli atleti ex Gazprom, degli occhi iniettati di sangue e del rischio che, avendo trovato squadra, possa affievolirsi…

Io penso di no e soprattutto è molto soggettivo. Dal mio punto di vista, quel sangue agli occhi nasceva sì dalla storia Gazprom, ma anche dal fatto che avessi… buttato i quattro anni precedenti, fra qualche errore e l’intervento all’arteria iliaca. Avevo tanta voglia di far bene e quindi quella cattiveria c’era già, anche se ovviamente la storia di Gazprom è stata un qualcosa in più. Però, in generale, ormai mi sento di dover andare alle gare e dare sempre il massimo. Dal mio punto di vista, penso che quella determinazione ci sia ancora e ce l’avrò per un bel po’.

Quindi il fatto di avere il Giro nel mirino non significa che la stagione sarà solo una lunga attesa…

Assolutamente. In realtà per la squadra, queste corse portoghesi sono un po’ di passaggio e di rodaggio. Per me personalmente, se ci sono delle occasioni da prendere, non mi tiro certo indietro, anzi. Io sono qua per provare a fare già bene. Poi è ovvio, è la prima gara, non ho ancora corso. Ma queste non possono essere scuse: devo andare a tutta e basta.

Il programma l’hai potuto scegliere tu?

Ne abbiamo parlato insieme al ritiro di dicembre. In realtà la bozza che mi avevano dato mi era piaciuta abbastanza fin da subito, quindi non è che si sia rimasto lì a discutere più di tanto. E’ un bel programma. Volevo fare il Giro e anche il Tour, ovviamente. Tutti i corridori sognano di fare il Tour, però penso che per ora sia meglio fare il Giro. In più quest’anno ci sono diverse tappe che per me hanno un valore particolare.

I quattro anni alla Trek-Segafredo non sono andati come Conci si aspettava. La sua voglia di riscatto è palpabile
I quattro anni alla Trek-Segafredo non sono andati come Conci si aspettava. La sua voglia di riscatto è palpabile
Di quali tappe parliamo?

C’è la partenza da Pergine, quindi proprio a casa mia. L’arrivo sul Bondone del giorno prima. E poi c’è l’arrivo di Bergamo, dove vivo da qualche tempo. Insomma ci sono più tappe che, per una cosa o per l’altra, hanno un valore particolare. Certo, per il discorso che facevamo prima, non ho intenzione di andare al Giro e fare 10 giorni a pensare a quei giorni, perché non sono nelle condizioni di poterlo fare. Sono determinato ad andare a tutta fin da subito e ogni occasione deve essere quella buona. Poi ovviamente se le occasioni dovessero nascere proprio in quelle tappe, benvengano.

L’avvicinamento al Giro sarà canonico o con il nuovo allenatore cambierà qualcosa?

Dopo queste prime gare, ci saranno due corse a tappe in ottica Giro: il Catalunya e i Paesi Baschi. Sono un gran bel blocco, perché sono corse di altissimo livello, ma anche dure e anche abbastanza ravvicinate. A livello fisico sarà un bell’impegno. E poi il Giro. Insomma, non si può arrivare al Giro con troppi giorni di corsa o comunque un pelino stanchi. Si è capito che bisogna correre, ma anche allenarsi bene e prepararsi per la corsa sotto tutti gli aspetti.

Ci sarà anche l’altura?

Sì, dobbiamo ancora parlarne bene, però qualcosa dovremmo fare. Ovviamente tra i Baschi e il Giro c’è qualche settimana, quindi andremo in altura, ma non so ancora dove.

Conci è approdato alla Alpecin nel 2022. Lo ha accolto Sbaragli, veterano nel team tedesco (photonews)
Conci è approdato alla Alpecin nel 2022. Lo ha accolto Sbaragli, veterano nel team tedesco (photonews)
Dopo l’intervento all’arteria iliaca e col nuovo preparatore, hai tenuto la stessa posizione in sella?

Tutto invariato. Qualche anno fa, tramite Masnada ho conosciuto Aldo Vedovati ed è una delle 2-3 persone di cui mi fido ciecamente. Per la posizione mi affido a lui e sono contento di come mi sento in bici. Poi Aldo è una bellissima persona e ogni volta che posso avere a che fare con lui, ne sono felice. Ogni consiglio e ogni piccolo movimento che mi suggerisce, lo prendo come fosse la Bibbia. Per la posizione sono con lui. Quando sei professionista, alla fine hai tante cose che possono aiutarti e tante che possono anche farti… del male. E’ facilissimo perdersi.

E quindi come si fa?

Quello che ho notato è che abbiamo a disposizione mille risorse, ma dobbiamo essere bravi a capire chi e che cosa ci serva veramente. So che se andassi a fare altri bike fitting, magari tramite la squadra e dopo aver visto la posizione con Aldo, troverei delle cose che secondo loro non vanno bene. Può essere l’altezza sella, la pressione sui pedali, la pressione sulla sella. Quindi devi essere bravo a capire di chi vuoi veramente fidarti è seguire una strada, altrimenti si diventa matti.

Nella Alpecin ci sono anche Vergallito e Mareczko: “Kuba” doveva debuttare ad Antalya, gara annullata per il terremoto
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Ti aspettavi che Van der Poel potesse vincere il mondiale di cross?

In ritiro l’ho visto ben poco, perché abbiamo i gruppi di allenamento e poi si rimane divisi anche a pranzo e cena, quindi non è che abbia avuto tantissimo a che fare con Mathieu. Però il giorno del mondiale, mio papà mi ha scritto: «Chi vince?». E gli ho detto: «Van der Poel in volata». Lui invece ha risposto: «No, Van Aert in volata». Alla fine ho avuto ragione io.

Vedi? L’allievo ha superato il maestro…

Esatto.

Una risata. L’altoparlante che annuncia un volo, non ancora il suo. Domenica si comincia dal Portogallo e sempre in Portogallo Conci resterà per la Volta ao Algarve. Siamo davvero curiosi. Il suo patrimonio atletico è di quelli importanti, è arrivato il momento di metterlo finalmente in mostra.