La volata perfetta di Merlier, la sfortuna di Milan: è tre pari

26.05.2024
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ROMA – La sua ruota è quella che “svirgola di meno” sui sampietrini della Capitale. Busto più fermo, sedere più indietro. Insomma, baricentro più arretrato. In questo modo la ruota posteriore fa più trazione. E anche la linea strettissima alle transenne non è casuale. Tim Merlier vince così la volata finale del Giro d’Italia. In via di San Gregorio allunga con prepotenza su tutti. Anche su Jonathan Milan. Uno sprint tecnicamente e tatticamente perfetto quello del belga.

«Ho fatto tesoro della mia esperienza nel cross e sul pavé – ha detto Tim – anche se questo di Roma era un pavé diverso da quello belga. Però sono riuscito comunque a fare velocità e sono certo che questa mia esperienza appunto mi abbia dato un buon vantaggio». 

Stretto alle transenne, baricentro arretrato e linea più pulita studiata durante i passaggi: lo sprint perfetto di Merlier
Stretto alle transenne, baricentro arretrato e linea più pulita studiata durante i passaggi: lo sprint perfetto di Merlier

Ciao Giro

Le ombre si allungano sui Fori Imperiali e come le Dolomiti, anche Roma si accende al tramonto. I colori diventano ancora più vivaci e la folla, la tantissima folla presente lungo il circuito sembra ancora di più. Una festa super per il ciclismo. Il ciclismo a Roma? Uno spot da favola.

Come capita ogni volta che si è alla fine di un grande Giro, l’aria è quella da ultimo giorno di scuola. Ma dopo tre settimane di questa famiglia itinerante non manca un pizzico di nostalgia.

E forse anche per questo al via dall’Eur si colgono al volo i volti che dicono di emozioni differenti. Per molti questa è solo una passerella, per altri la via del trionfo, per altri ancora è tappa vera. Dainese, Milan, Groves, Merlier, le ruote veloci, sono sciolti, ma non scioltissimi.

Catena ko

La tappa finale va secondo copione. Almeno fino alla campana dell’ultimo giro, quando, colpo di scena, la maglia ciclamino si accosta e chiama l’ammiraglia. Catena rotta. Impossibile procedere un solo centimetro in più.

«Ero alla sua ruota – ha detto  Simone Consonniha preso un buco, un sobbalzo su questi sampiterini e gli si è rotta la catena. L’ho visto in diretta. Ho chiamato subito tutti a raccolta per aspettarlo».

Impresa quasi impossibile, ma con la sua forza e le ammiraglie, Milan riesce nell’impresa di rientrare in gruppo. Poi viene avanti e anche bene. Forse è la volata migliore della Lidl-Trek in quanto a posizionamento e fa il suo sprint. Ma non basta.

Jonathan scoda molto. Forse la potenza è troppa. Forse il 54 è troppo agile su questo fondo sconnesso. E’ secondo, come seconda è la maglia ciclamino che conquista.

Intanto scatta la polemica sulla scia prolungata di Milan. Il friulano e la sua squadra hanno giocato il tutto e per tutto. Squalifica sì, squalifica no: il verdetto resta quello dell’arrivo.

La Soudal oggi credeva nel successo, ha controllato moltissimo la corsa, tenendo a tiro la fuga
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Il 56 di Merlier

E così Tim Merlier ha potuto pareggiare i conti proprio con Milan. Fossano, Padova, Roma per il belga ed è tris.

«Chi è il più forte? Non lo so – dice il belga – decidete voi. Noi facciamo il nostro lavoro al massimo. Sì, ho saputo del problema e che era rimasto dietro, ma mi avevano anche detto che stava rientrando», come a dire che poi non è stato sorpreso di rivederselo a fianco.

Rispetto a Milan, Merlier aveva il 56, un rapporto forse più idoneo, almeno su carta, per questo finale. E’ chiaro che atleti e corridori hanno le loro ragioni circa le scelte tecniche, ma vista da fuori la sua opzione è più che comprensibile.

«Ho scelto questo rapporto così grande – continua il corridore della Soudal-Quick Step – perché ho visto che il finale era molto veloce, si arrivava da una discesa. Lo abbiamo studiato con attenzione e abbiamo deciso di puntare su quello».

Tris per Merlier (scortato dal massaggiatore Yankee Germano), poker per il team con la vittoria di Alaphilippe
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Duello tra sprinter

Tre vittorie per parte sono un bel bottino anche per il Giro d’Italia, che ha visto un vero testa a testa tra le ruote veloci. Se il duello è mancato nella generale, non si può dire altrettanto negli sprint, dove il livello era davvero alto.

«Io sono soddisfatto del mio Giro – ha concluso Merlier – L’ho preparato e avevo le idee chiare. Prima le classiche, che sono andate bene, poi appunto il Giro d’Italia: anche per questo non avevo pressioni. Mi sentivo bene».

«Sono contento di aver terminato il mio quarto grande Giro. Anche se ho 31 anni questa è un’esperienza in più e la possibilità di migliorare ancora».