Le parole di Capecchi. Risponde il presidente della Fci Umbria

30.04.2024
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L’intervista rilasciata qualche settimana fa da Eros Capecchi ha destato scalpore nell’ambiente ciclistico umbro e non solo. L’ex pro, referente del settore tecnico giovanile del comitato regionale ha affermato senza mezzi termini come i cali di budget da parte della federazione abbiano inficiato non poco il suo lavoro. Il presidente del Comitato Massimo Alunni non voleva lasciar sedimentare troppo i riferimenti del tecnico e ci ha chiesto di poter dire la sua. Un’occasione per parlare di come una struttura periferica, in una regione dalla tradizione poco legata al ciclismo su strada (l’Umbria è, anche per costituzione geografica, terreno ideale per la mtb) riesca a lavorare oggigiorno.

Capecchi ha espresso rilievi importanti sulle difficoltà nello svolgimento del suo incarico
Capecchi ha espresso rilievi importanti sulle difficoltà nello svolgimento del suo incarico

«I nostri risultati sono sotto gli occhi di tutti – esordisce Alunni – soprattutto se li raffrontiamo alle dimensioni del nostro movimento. I due titoli italiani nel ciclocross sono la punta dell’iceberg di una serie di ottimi riscontri e vorrei sottolineare i piazzamenti ottenuti su pista, considerando che non abbiamo un nostro impianto. Abbiamo ricevuto molti complimenti anche da altre realtà regionali e questo andamento è frutto del lavoro delle società e dei loro tecnici, noi possiamo solo dare possibilità di sviluppo a tutti i settori nelle nostre possibilità».

Quanto ha influito nell’evoluzione del settore giovanile in questo breve quadriennio, considerando che il covid ha tolto un anno di attività, l’apporto di Eros Capecchi?

Moltissimo, perché ha cambiato le aspettative dei ragazzi, sicuramente impressionati dall’avere a disposizione il prestigio e la sapienza di un ex professionista che ha chiuso l’attività da poco. E’ stato un valore aggiunto, come anche Monia Bacaille alla guida del settore pista. I risultati sono l’espressione del loro lavoro, è un vantaggio avere simili modelli da seguire. Non è un caso se abbiamo una leva 2004-2005 così valida e soprattutto numerosa considerando l’esiguità del movimento. Anche noi abbiamo avuto un calo, ma se ce l’ha la Lombardia con il suo bacino è un conto, per noi anche una minima percentuale pesa.

Massimo Alunni, presidente del Comitato Regionale dal 2021
Massimo Alunni, presidente del Comitato Regionale dal 2021
Il problema però, come sottolineato da Capecchi, è il budget…

Lo sappiamo bene, la mia politica è investire quasi tutto quello che abbiamo verso la crescita dei ragazzi, ma se poi i soldi scarseggiano possiamo fare poco. A noi è venuto meno parte del contributo dell’Arpa che da 22 mila euro è passata a 7 mila. Considerando questi e i contributi federali, abbiamo poco margine di manovra e per questo io personalmente mi sono messo all’opera per trovare nuove risorse. Le spese dall’altra parte non mancano, noi ad esempio lavoriamo per la pista a Forano che condividiamo con il Lazio, ma non paghiamo solo l’affitto. Diamo anche un rimborso chilometrico alle società per fare attività lì e pensate quanto costa trasferirsi andata e ritorno da Città di Castello a Forano…

Il movimento umbro ha colto molti risultati positivi a livello giovanile
Il movimento umbro ha colto molti risultati positivi a livello giovanile
Capecchi nella sua intervista lamentava come i contributi per il suo settore siano diminuiti nel corso dei tre anni…

Purtroppo è vero, ma non è stato per mancanza di volontà. Faccio un esempio: avevamo guadagnato la possibilità di portare 25 ragazzi al Trofeo delle Regioni in Friuli, ma la trasferta tutto compreso sarebbe costata 4 mila euro, cifra che non potevamo permetterci così abbiamo dovuto a malincuore rinunciare.

A livello nazionale viene ascoltata la vostra voce?

Poco. Più volte io e altri colleghi abbiamo fatto presente ai vertici che c’è una sproporzione tra quanto si spende per il ciclismo di alto livello e per la base, quando invece è questa da cui tutto dipende e che avrebbe bisogno di maggiore sostegno. Anche alcune sovvenzioni che venivano date sulla base di progetti specifici sono scemate con il venir meno di sponsor. Io mi sono messo all’opera per trovare aiuti che certe volte non sono neanche quantificabili in soldi, ma anche avere acqua, latte, coppe per le premiazioni sono spese in meno per noi.

Il problema dell’attività in Umbria è legato anche alla scarsità di gare su strada
Il problema dell’attività in Umbria è legato anche alla scarsità di gare su strada
E’ anche vero però che per le società c’è un problema di attività, di calendario troppo asciutto soprattutto se confrontato con la mountain bike…

Lo sappiamo, ma questo è frutto della congiuntura generale. Le società sono in difficoltà, quelle che allestivano gare non ce la fanno considerando che anche l’evento più semplice parte da 4-5 mila euro. Ora siamo arrivati a una gara per categoria, troppo poco. Ricordo ad esempio un grande evento che si svolgeva a Foligno, gara nazionale, ma con la morte dell’organizzatore nessuno ha preso le sue redini e la manifestazione è scomparsa. Non è un problema solo nostro: con Abruzzo, Marche, Lazio dobbiamo fare squadra, ad esempio abbiamo agito nel calendario in modo da non sovrapporci.

A dispetto dei numeri esigui, ci sono in Umbria molte società che svolgono attività di primo livello
A dispetto dei numeri esigui, ci sono in Umbria molte società che svolgono attività di primo livello
Nella mountain bike esistono circuiti che mettono insieme prove proprio di queste regioni. Perché non si può fare lo stesso su strada, dando magari un contributo alle società per prendere parte alle tappe di una challenge di categoria disegnata in tutta l’Italia centrale?

Sarebbe una buona idea, se questo garantisse un numero di partenti adeguato per ogni prova. A proposito della mountain bike siamo finalmente riusciti a far inserire in ogni Granfondo una prova specifica per esordienti e allievi, un progetto che avevamo da anni e considerando che quasi tutti fanno doppia attività, questo è stato un grande aiuto al settore giovanile.

Passate le Olimpiadi però inizierà la campagna elettorale, vuole andare avanti?

Forse non personalmente, ma il nostro gruppo vuole continuare per ottenere altri risultati, adeguando alle difficoltà del momento un programma nuovo. E’ chiaro però che tutto passa dal reperimento di maggiori fondi.